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La Scuola di Atene è un affresco (770×500 cm circa) di Raffaello Sanzio, databile al 1509-1511 ed è situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro "Stanze Vaticane", poste all'interno dei Palazzi Apostolici: rappresenta una delle opere pittoriche più rilevanti dello Stato della Città del Vaticano, visitabile all'interno del percorso dei Musei Vaticani.
Per teatro greco si intende l'arte teatrale nel periodo della Grecia classica, in particolare il V secolo a.C., periodo a cui risalgono la quasi totalità delle opere teatrali oggi conosciute. Gli ateniesi della Atene classica, per i quali le rappresentazioni erano non solo uno spettacolo ma anche una cerimonia religiosa, conoscevano tre tipi di opere teatrali: la tragedia, la commedia e il dramma satiresco. Le rappresentazioni teatrali avvenivano ad Atene in occasione di tre feste in onore di Dioniso (dio del teatro, nonché dell'estasi, del vino e della liberazione dei sensi) che si tenevano nel corso dell'anno: le Grandi Dionisie, le Lenee e le Dionisie rurali. Il teatro, dato il suo vasto seguito, divenne veicolo di diffusione di idee e problematiche nella vita politica e culturale della Atene democratica.
L'arte greca arcaica comprende il VII e il VI secolo a.C. Il primo è un periodo di innovazioni ed esperimenti etichettato con il termine "orientalizzante" e comprendente fenomeni ed eventi di varia e complessa natura tra i quali la nascita della ceramica protocorinzia e il periodo che in scultura viene detto dedalico, ovvero la nascita della statuaria greca. Frequentemente intorno al 620 a.C. si pone l'inizio del periodo arcaico propriamente detto, fase durante la quale si consolidano e sviluppano le conquiste del periodo precedente e in cui, terminate le influenze orientali, l'arte greca inizia il proprio autonomo cammino. Convenzionalmente la fine dell'arte arcaica viene posta intorno al 480 a.C.
Con il termine antica Grecia (o anche Grecia antica) si indica la civiltà sviluppatasi nella Grecia continentale, in Albania costiera, nelle isole del Mar Egeo, sulle coste del Mar Nero e della Turchia occidentale, nella Sicilia orientale e meridionale, sulle zone costiere dell'Italia Meridionale (complessivamente denominate poi Magna Grecia), in Nordafrica, in Corsica, in Sardegna, sulle coste orientali della Spagna e quelle meridionali della Francia. La cultura greca, nonostante la conformazione geografica del continente favorisse l'insorgere di molteplici unità politiche a sé stanti (le poleis), fu un fenomeno omogeneo, che interessò tutte le genti elleniche, accomunate dalla stessa lingua; attribuiva molta importanza alla conoscenza e alla ricerca della verità: per i greci avvicinarsi alla verità significava avvicinarsi alla divinità, pertanto attribuivano un carattere quasi religioso alla conoscenza e alle scienze; in questo contesto gli antichi greci avevano intuito l'importanza della matematica nella ricerca di una conoscenza più vicina alla verità e questo spiegherebbe come la civiltà greca sia riuscita, nel giro di pochi secoli e con una popolazione limitata in numero, a raggiungere notevoli traguardi nella filosofia, nella matematica e nelle scienze.
La cucina greca antica era caratterizzata dalla sua frugalità, riflettendo un'economia basata sull'agricoltura povera. Era fondata sulla "triade mediterranea": frumento, olio d'oliva e vino.. La nostra conoscenza dell'antica cucina e delle abitudini alimentari greche deriva da fonti letterarie provenienti per lo più dalle commedie di Aristofane e dalle citazioni contenute nei Deipnosofisti dell'erudito Ateneo di Naucrati.
Alcibiade (AFI: [alʧiˈbiade]), figlio di Clinia del demo di Scambonide (in greco antico: Ἀλκιβιάδης Alkibiádēs, pronuncia: [alkibiádɛːs]; Atene, 450 a.C. – Frigia, 404 a.C.) è stato un militare e politico ateniese. Oratore e statista di altissimo livello, fu l'ultimo membro di spicco degli Alcmeonidi, il clan aristocratico a cui apparteneva la famiglia di sua madre, poi decaduto con la fine della guerra del Peloponneso. Svolse un ruolo importante nella seconda parte di questo conflitto, come consigliere strategico, comandante militare e politico. Durante la guerra del Peloponneso, Alcibiade cambiò più volte il proprio partito politico: nella natia Atene, dal 420 al 410 a.C. fu fautore di un'aggressiva politica estera impegnandosi nell'organizzazione della spedizione ateniese in Sicilia, ma passò dalla parte di Sparta quando i suoi oppositori politici lo accusarono del sacrilegio delle erme. A Sparta propose e supervisionò importanti campagne militari contro la sua città natale, ebbe un ruolo determinante nella caduta di Atene: l'occupazione permanente della città di Decelea e le rivolte di molti territori sotto il controllo di Atene furono da lui consigliate o supervisionate. Cacciato anche da Sparta, però, fu obbligato a rifugiarsi in Persia, dove divenne consigliere del satrapo Tissaferne finché i suoi sostenitori politici ateniesi non gli chiesero di tornare. Fu poi generale ad Atene per diversi anni, ma i suoi nemici riuscirono a farlo esiliare una seconda volta. A detta di molti storici, se avesse potuto comandare la spedizione in Sicilia da lui progettata (guidata invece da Nicia), l'operazione non sarebbe terminata con la disastrosa disfatta degli Ateniesi. Negli anni passati a Sparta, Alcibiade ebbe un ruolo determinante nella caduta di Atene: l'occupazione permanente della città di Decelea e le rivolte di molti territori sotto il controllo di Atene furono da lui consigliate o supervisionate. Una volta tornato alla sua città natale, comunque, ebbe un ruolo cruciale in una successione di vittorie ateniesi che forse avrebbero costretto Sparta alla pace. Alcibiade favorì tattiche anticonvenzionali, spesso assoggettando città con l'inganno, proponendo negoziati, utilizzando l'arte militare poliorcetica solo in casi estremi. Le qualità politiche e militari di Alcibiade furono spesso utili agli stati che beneficiarono dei suoi servigi, ma la sua propensione a inimicarsi i potenti gli impedì di rimanere a lungo in uno stesso luogo e, alla fine della guerra, i giorni in cui aveva avuto un ruolo politico importante divennero solo un lontano ricordo.
L'acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche. È una rocca, spianata nella parte superiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città di Atene. Il pianoro è largo 140 m e lungo quasi 280 m. È anche conosciuta come Cecropia in onore del leggendario uomo-serpente Cecrope, il primo re ateniese. L'Acropoli è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987.