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Unione (in inglese Union) fu la denominazione a cui ci si riferiva per indicare gli Stati Uniti d'America, durante la guerra di secessione americana, ed in particolare il governo federale della Presidenza di Abraham Lincoln composto dai 20 "Stati liberi" e dai primi 5 "Stati cuscinetto" di frontiera rimasti ancora schiavisti (alcuni con amministrazioni locali divise e truppe inviate da entrambi i contendenti) che lo sostenevano. L'Unione verrà contrastata da 11 Stati Uniti meridionali schiavisti (o da 13, se vi si aggiungono anche il Territorio indiano e il Territorio Confederato dell'Arizona) che formarono gli Stati Confederati d'America, o anche meglio conosciuti come "la Confederazione". Dal momento che l'espressione era stata usata prima della guerra per riferirsi agli interi Stati Uniti (una "unione di Stati") il seguitare ad usarla da parte degli Stati non-secessionisti volle suggerire un principio di legalità, in quanto continuazione di una preesistente entità politica. Del pari nella terminologia pubblica degli Stati Uniti i nuovi Stati vengono "ammessi nell'Unione" e il discorso annuale rivolto dal Presidente degli Stati Uniti d'America ai membri del Congresso statunitense e al popolo è indicato come "discorso sullo stato dell'Unione". Durante la guerra civile i lealisti che vivevano sia negli "Stati cuscinetto" fra Unione e Confederazione che negli Stati Confederati vennero chiamati "unionisti"; circa 120.000 di loro servirono nell'Union Army durante il conflitto e tutti gli Stati del Sud, tranne la Carolina del Sud, armarono dei propri reggimenti "unionisti". Gli unionisti del Sud furono usati ampiamente come forze anti-guerriglia e come truppe d'occupazione nelle aree della Confederazione occupate dall'Unione. Tutti gli Stati dell'Unione fornirono dei soldati per l'esercito e per l'Union Navy, anche se le zone di confine inviarono anche decine di migliaia di soldati all'interno della Confederazione. Gli Stati di frontiera erano essenziali come base di rifornimento per l'invasione del profondo Sud e Abraham Lincoln si rese conto che non avrebbe mai potuto vincere senza il loro pieno controllo, in special modo il Maryland, che si trovava a Nord della capitale nazionale di Washington. Gli Stati Uniti d'America medio-occidentali forniranno le risorse industriali per una guerra meccanizzata che produceva grandi quantità di munizioni e forniture, oltre a consistenti finanziamenti; il "Midwest" forniva soldati, cibo, cavalli, sostegno finanziario e campi di addestramento. Gli ospedali dell'esercito saranno istituiti in tutta l'Unione. La maggior parte degli Stati aveva governatori del Partito Repubblicano che sostenevano con energia lo sforzo bellico e soppressero la sovversione contro la guerra nel 1863 e 1864. Il Partito Democratico sostenne fortemente la guerra all'inizio, ma già nel 1862 rimase diviso tra i cosiddetti "War Democrat" e l'elemento pacifista guidato dai "Copperheads"; questi ottennero importanti risultati alle elezioni di metà mandato nel 1862, in particolare nello Stato di New York. Persero terreno nel 1863, specialmente nell'Ohio. Nel corso della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 1864 i Repubblicani si associarono sotto la bandiera del "National Union Party", che attirò molti War Democrat e soldati ed ottenne una schiacciante vittoria per Lincoln contro il candidato dell'opposizione George McClellan, ex comandante generale dell'esercito statunitense e della sua Armata del Potomac attestata sul Teatro Orientale. Gli anni della guerra saranno piuttosto prosperi, tranne là dove si svolgevano i più gravi combattimenti e dove operava la guerriglia lungo il confine meridionale; la crescita economica venne anche stimolata dalle pesanti spese governative e dalla creazione di un sistema bancario nazionale completamente nuovo. Gli stati dell'Unione investirono una grande quantità di denaro e sforzi nell'organizzare il sostegno psicologico e sociale per le mogli dei soldati, le vedove e gli orfani e per i soldati stessi. La maggior parte degli arruolati furono dei volontari, anche se dopo il 1862 in molti lo faranno per sfuggire al sorteggio di leva e approfittare dei generosi doni in denaro offerti dalle amministrazioni locali. La resistenza al tentativo di coscrizione sarà notevole in alcune grandi città, un esempio per tutti i massicci disordini di New York del luglio 1863, ed in alcuni distretti remoti come le aree minerarie del carbone della Pennsylvania.
Un tappeto orientale è un tessuto pesante, realizzato per un'ampia varietà di scopi utilitaristici e simbolici, prodotto in "paesi orientali" per uso domestico, vendita locale ed esportazione. I tappeti orientali possono essere annodati o Kilim (tessuti piatti) senza pelo, utilizzando vari materiali come seta, lana e cotone. Gli esemplari vanno dal cuscino ai grandi tappeti per la stanza, e comprendono borse per il trasporto, rivestimenti per pavimenti, decorazioni per animali, tappeto da preghiera islamico (sajjadah), copri arca ebraica della Torah e coperte per l'altare cristiano. Sin dall'Alto Medioevo, i tappeti orientali sono stati parte integrante delle culture di origine dei fabbricanti, della cultura europea e, in seguito, di quella nordamericana.Geograficamente, i tappeti orientali sono realizzati in un'area denominata "cintura del tappeto", che si estende dal Marocco attraverso il Nordafrica, il Medio Oriente, l'Asia centrale e il nord dell'India. Comprende paesi come il nord della Cina, il Tibet, la Turchia, l'Iran, il Maghreb a ovest, il Caucaso a nord, India e Pakistan a sud. Persone di diverse culture, paesi, gruppi razziali e fedi religiose sono coinvolte nella produzione dei tappeti orientali. Dato che molti di questi paesi si trovano in un'area che oggi viene definita mondo islamico, i tappeti orientali sono spesso chiamati anche "tappeti islamici", e il termine “tappeto orientale” è usato solo convenzionalmente. I tappeti dell'Iran sono noti come “tappeti persiani”.Nel 2010, le "abilità tradizionali di tessitura dei tappeti" della provincia iraniana di Fārs, e della città iraniana di Kashan, e “l'arte dei tappeti tessuti azerbaigiani”, della repubblica dell'Azerbaigian" sono stati iscritti nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936) è un politico e imprenditore italiano, conosciuto anche come il Cavaliere, soprannome assegnatogli dal giornalista sportivo Gianni Brera, in ragione dell'onorificenza a cavaliere del lavoro, conferitagli nel 1977 dal presidente della Repubblica Giovanni Leone e alla quale ha rinunciato nel 2014.Ha iniziato l'attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia. Nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo figura simbolo dell'omonima famiglia Berlusconi. Nell'ottobre dello stesso anno entra in politica lanciando il partito politico di centro-destra Forza Italia, strutturatosi nel gennaio successivo, confluito nel 2008 ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013, segnando la vita politica italiana dalla metà degli anni novanta in poi con un atteggiamento tipico che è stato definito berlusconismo, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell'immaginario collettivo italiano ed estero, ma suscitando anche un duro antiberlusconismo da parte degli oppositori, che ne hanno più volte sottolineato il conflitto di interessi sotto forma di emanazione di leggi ad personam. Eletto alla Camera dei deputati nel marzo 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nella XVII, a seguito delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, è stato eletto per la prima volta senatore a Palazzo Madama. Ha ottenuto quattro incarichi da presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3340 giorni complessivi (corrispondenti ad oltre nove anni) è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana, superato in epoche precedenti solo da Benito Mussolini e Giovanni Giolitti; inoltre ha presieduto i due governi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica. È stato l'unico leader politico mondiale ad aver presenziato a 3 vertici del G7/G8 come Presidente del Paese ospitante (20º G7 del 1994 a Napoli, il 27º G8 del 2001 a Genova e il 35º G8 del 2009 a L'Aquila). Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato in 7,3 miliardi di dollari USA (circa 6 miliardi di euro), Berlusconi è, nel 2021, il sesto uomo più ricco d'Italia e il 318º più ricco del mondo. Nel 2009, Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo per via della sua dominazione della politica italiana.È stato imputato in oltre venti procedimenti giudiziari. Il 1º agosto 2013 è stato condannato a quattro anni di reclusione (con tre anni condonati dall'indulto del 2006) per frode fiscale, con sentenza passata in giudicato nel cosiddetto "processo Mediaset". Il 19 ottobre dello stesso anno gli è stata irrogata la pena accessoria dell'interdizione ai pubblici uffici per due anni, a seguito dello stesso processo.A causa della suddetta condanna, il 27 novembre 2013 il Senato della Repubblica ha votato a favore della sua decadenza dalla carica di senatore. Berlusconi ha quindi cessato di essere un parlamentare dopo quasi vent'anni di presenza ininterrotta nelle due camere (dall'aprile 1994 al novembre 2013). Tornato candidabile il 12 maggio 2018, viene eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019. Ad oggi risulta essere l'eurodeputato più anziano.
Sandro Pertini, all'anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Pertini (Stella San Giovanni, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990), è stato un politico, giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica. Durante la prima guerra mondiale, Pertini combatté sul fronte dell'Isonzo e per diversi meriti sul campo gli fu conferita una medaglia d'argento al valor militare nel 1917. Nel primo dopoguerra aderì al Partito Socialista Unitario di Filippo Turati e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo. Perseguitato per il suo impegno politico contro la dittatura di Mussolini, nel 1925 fu condannato a otto mesi di carcere, e quindi costretto all'esilio in Francia per evitare l'assegnazione per cinque anni al confino. Continuò la sua attività antifascista anche all'estero e per questo, dopo essere rientrato sotto falso nome in Italia nel 1929, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato prima alla reclusione e successivamente al confino. Solo nel 1943, alla caduta del regime fascista, fu liberato. Contribuì a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni e Lelio Basso il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Il 10 settembre 1943 partecipò alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall'occupazione tedesca. Divenne in seguito una delle personalità di primo piano della Resistenza e fu membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza del PSIUP. A Roma fu catturato dalle SS e condannato a morte; riuscì a salvarsi evadendo dal carcere di Regina Coeli assieme a Giuseppe Saragat e ad altri cinque esponenti socialisti grazie a un intervento dei partigiani delle Brigate Matteotti. Nella lotta di Resistenza fu attivo a Roma, in Toscana, Valle d'Aosta e Lombardia, distinguendosi in diverse azioni che gli valsero una medaglia d'oro al valor militare. Nell'aprile 1945 partecipò agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l'insurrezione di Milano e votando il decreto che condannò a morte Mussolini e gli altri gerarchi fascisti. Nell'Italia repubblicana fu eletto deputato all'Assemblea Costituente per i socialisti, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976. Ricoprì per due legislature consecutive, dal 1968 al 1976, la carica di presidente della Camera dei deputati, infine fu eletto presidente della Repubblica Italiana l'8 luglio 1978. Andando spesso oltre il "basso profilo" tipico del ruolo istituzionale ricoperto, il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale che gli valse una notevole popolarità, tanto da essere ricordato come il "presidente più amato dagli italiani" o il "presidente degli italiani".Come capo dello Stato conferì l'incarico a sei presidenti del Consiglio: Giulio Andreotti (del quale respinse le dimissioni di cortesia presentate nel 1978), Francesco Cossiga (1979-1980), Arnaldo Forlani (1980-1981), Giovanni Spadolini (1981-1982), Amintore Fanfani (1982-1983) e Bettino Craxi (1983-1987). Nominò cinque senatori a vita: Leo Valiani nel 1980, Eduardo De Filippo nel 1981, Camilla Ravera nel 1982 (prima donna senatrice a vita), Carlo Bo e Norberto Bobbio nel 1984; infine nominò tre giudici della Corte costituzionale: nel 1978 Virgilio Andrioli, nel 1980 Giuseppe Ferrari e nel 1982 Giovanni Conso. Esponente democratico e riformista del socialismo italiano, durante la sua carriera si prodigò per la crescita del PSI e per l'unità dei socialisti italiani, opponendosi strenuamente alla scissione del 1947 e sostenendo la riunificazione delle sinistre. In qualità di presidente della Repubblica nel 1979 conferì, per la prima volta dal 1945, il mandato di formare il nuovo governo a un esponente laico, il repubblicano Ugo La Malfa, incaricando quindi, con successo, nel 1981, il segretario del PRI Giovanni Spadolini (primo non democristiano ad assumere la guida del governo dal 1945), e nel 1983 il segretario del PSI Bettino Craxi (primo uomo politico socialista a essere nominato presidente del Consiglio nella storia d'Italia). Durante e dopo il periodo presidenziale non rinnovò la tessera del PSI, al fine di presentarsi al di sopra delle parti, pur senza rinnegare il suo essere socialista. Del resto, lasciato il Quirinale al termine del suo mandato presidenziale e rientrato in Parlamento come senatore a vita di diritto, si iscrisse al gruppo senatoriale del Partito Socialista Italiano. Fu sposato dal 1946 alla sua morte con Carla Voltolina, anch'essa partigiana e antifascista.
Il referendum è un istituto giuridico contemplato dalla Costituzione della Repubblica Italiana. È uno degli strumenti, insieme alla petizione (Art.50 Cost.) e al disegno di legge di iniziativa popolare (Art. 71 Cost.), con i quali è garantita la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica del Paese, considerata (ex art. 3 Cost.), quale diritto inviolabile.
Ferdinando Carlo Maria di Borbone delle Due Sicilie (Palermo, 12 gennaio 1810 – Caserta, 22 maggio 1859), passato alla storia come Re Bomba, è stato re del Regno delle Due Sicilie dall'8 novembre 1830 al 22 maggio 1859. Successe al padre Francesco I in giovane età e fu autore di un radicale processo di risanamento delle finanze del Regno. Sotto il suo dominio, il Regno delle Due Sicilie conobbe una serie di timide riforme burocratiche e innovazioni in campo tecnologico, come la costruzione della ferrovia Napoli-Portici, prima in Italia, e la creazione di alcuni impianti industriali, come le officine di Pietrarsa. Si impegnò inoltre nella creazione della marina militare e mercantile, nel tentativo di aumentare gli scambi con l'estero. A causa però del suo temperamento reazionario e del perdurante contrasto con i ceti dirigenti, il suo regno fu sconvolto dai moti rivoluzionari del 1848. Dopo un breve esperimento costituzionale, il Regno fu segnato fino al termine della sua vita da una progressiva stretta in senso fortemente assolutista e conservatore, proseguendo il re ad accentrare completamente su di sé il peso dello Stato, retto in maniera paternalistica, e ad attuare una politica economica statica i cui effetti sono tutt'oggi oggetto di contrastanti valutazioni. Alla sua morte, il trono passò al figlio Francesco II, sotto il cui governo ebbe fine il Regno delle Due Sicilie, unito al Regno d'Italia in seguito alla spedizione dei Mille e alla campagna piemontese.