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Il Movimento del '77 è stato un movimento politico spontaneo extra-parlamentare nato in Italia nel 1977 come sviluppo e trasformazione dei movimenti giovanili e operai ancora esistenti nel paese dopo il Sessantotto. Nato principalmente nell'area dei gruppi della sinistra extraparlamentare, diversamente dai precedenti movimenti studenteschi, non solo contestava il sistema dominante dei partiti e dei sindacati, ma metteva in discussione la tipologia delle organizzazioni che gli stessi studenti si erano dati fino ad allora, e portando avanti anche alcune tematiche fino ad allora inedite.
Le Brigate Rosse (BR) sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il maggiore, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale. In base ai racconti di alcuni dei principali militanti, la decisione di intraprendere la lotta armata sarebbe stata presa in un convegno tenuto nell'agosto del 1970 in località Pecorile, comune di Vezzano sul Crostolo (RE) a cui partecipò un centinaio di delegati dell'estremismo di sinistra provenienti da Milano, Trento, Reggio Emilia e Roma. Nell'organizzazione confluirono i militanti del cosiddetto «gruppo reggiano», tra cui Alberto Franceschini, quelli del gruppo proveniente dall'Università di Trento, tra cui Renato Curcio e Margherita Cagol, e quelli del gruppo di operai e impiegati delle fabbriche milanesi Pirelli e Sit-Siemens. Le prime azioni rivendicate come «Brigate Rosse» risalgono al 1970, e continuarono con il massimo dell'attività tra il 1977 e il 1980. Dopo una fase di cosiddetta «propaganda armata» con attentati dimostrativi all'interno delle fabbriche e sequestri di dirigenti industriali e magistrati, dal 1974 al 1976 vennero arrestati o uccisi i principali brigatisti del gruppo iniziale. Da quel momento la direzione dell'organizzazione passò ai brigatisti nel nuovo Comitato Esecutivo in cui assunse un ruolo determinante Mario Moretti, che potenziarono notevolmente la capacità logistico-militare del gruppo, estendendo l'azione – oltre che nelle città del Nord – anche a Roma e Napoli, moltiplicando gli attacchi sempre più cruenti contro politici, magistrati, industriali e forze dell'ordine. Momenti culminanti dell'attività del gruppo furono l'agguato di via Fani e il sequestro Moro nella primavera 1978; con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro le Brigate Rosse sembrarono in grado di influire in modo decisivo sull'equilibrio politico italiano e di poter sovvertire l'ordine democratico della Repubblica. L'organizzazione entrò in crisi nei primi anni ottanta per il suo irreversibile isolamento all'interno della società italiana e venne progressivamente distrutta grazie alla crescente capacità di contrasto da parte delle forze dell'ordine, e anche grazie alla promulgazione di una legge dello Stato italiano che concedeva cospicui sconti di pena ai membri che avessero rivelato l'identità di altri terroristi. Nel 1987 Renato Curcio e Mario Moretti firmarono un documento in cui dichiaravano conclusa l'esperienza delle BR. Secondo l'inchiesta di Sergio Zavoli La notte della Repubblica, dal 1974 (anno dei primi omicidi ad esse attribuiti) al 1988 le Brigate Rosse hanno rivendicato 86 omicidi: la maggior parte delle vittime era composta da agenti di polizia e carabinieri, magistrati e uomini politici. A questi vanno aggiunti i ferimenti, i sequestri di persona e le rapine compiute per «finanziare» l'organizzazione. Renato Curcio ha calcolato che 911 persone sono state inquisite per avere fatto parte delle BR, alle quali vanno aggiunte altre 200-300 persone facenti parte dei vari gruppi armati che dalle BR si staccarono (Partito Comunista Combattente, Unità Comuniste Combattenti, Partito Guerriglia, Colonna Walter Alasia). La denominazione Brigate Rosse è ricomparsa, dopo anni di assenza, nel 1999, per rivendicare nuovi cruenti attentati nel periodo 1999-2003. In un comunicato emesso nel 2003 dalla Procura della Repubblica di Bologna l'organizzazione veniva considerata ancora attiva con nuovi componenti.
Bianca Bianchi (Vicchio, 31 luglio 1914 – Firenze, 9 luglio 2000) è stata un'insegnante, politica e scrittrice italiana.
L'autonomia siciliana è quella particolare forma di governo della Regione siciliana, disciplinata dalla legge costituzionale n.2/1948 (lo "statuto speciale"), a norma dell'articolo 116 della Costituzione italiana, che l'ha dotata di un'ampia autonomia legislativa, amministrativa e fiscale.
Nel diritto privato l'autonomia patrimoniale è il grado di separazione del patrimonio di un soggetto di diritto, diverso da una persona fisica, rispetto a quello di altri soggetti e, in particolare, dei suoi associati, degli amministratori o del fondatore. Il patrimonio di quel soggetto è detto patrimonio autonomo. L'autonomia patrimoniale si distingue in perfetta o imperfetta, secondo che sussista una insensibilità più o meno completa del patrimonio autonomo rispetto alle vicende che possano subire i patrimoni ad esso a vario titolo collegati. Ad esempio, l'autonomia patrimoniale delle società di persone è imperfetta, in quanto per i debiti sociali possono essere chiamati a rispondere anche gli stessi soci (o alcuni di essi, secondo il tipo di società). Diversamente le società di capitali possiedono un'autonomia patrimoniale perfetta, in quanto dei debiti sociali risponde solo ed esclusivamente la società con il suo patrimonio. Autonomia patrimoniale imperfetta è tipica delle società di persone in cui i soci rispondono illimitatamente e solidalmente alle obbligazioni sociali, mentre i creditori particolari dei soci non possono agire sul patrimonio sociale. L'autonomia patrimoniale perfetta ha una funzione di garanzia a favore dei creditori dell'ente, in quanto permette di isolare le vicende del suo patrimonio da quelle del patrimonio personale dei suoi membri. Essa quindi adempie anche ad una funzione di compartimentazione dei rischi delle diverse attività economiche. Ad esempio sono dotati di autonomia patrimoniale o finanziaria tutti gli enti locali e enti territoriali.
Con il termine autonomia (dal greco antico αὐτονομία; αὐτόνομος autonomos parola composta da αὐτο-/auto- e νόμος nomos/"legge", ovvero "legge propria") si intende in generale la possibilità di svolgere le proprie funzioni senza ingerenze o condizionamenti da parte di altri membri o gruppi esterni. In politica in particolare per autonomia si intende la concessione di funzioni amministrative proprie di un organo superiore ad un organo inferiore, per particolari esigenze, come nel caso dell'Autonomia speciale della Regioni Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, nonché della Provincia Autonoma di Trento ed ella Provincia Autonoma di Bolzano. Ad esempio sono dotati di autonomia amministrativa e finanziaria tutti gli enti locali e territoriali. Quando il termine si riferisce all'autonomia finanziaria, ad esempio delle Regioni, si parla più propriamente o in maniera del tutto affine di federalismo fiscale.
Antonio Pacinotti (Pisa, 17 giugno 1841 – Pisa, 25 marzo 1912) è stato un patriota, politico e scienziato italiano, a cui si deve l'invenzione della dinamo e del motore elettrico in corrente continua.
Settantasette (cf. latino septuaginta septem, greco ἑπτὰ καὶ ἑβδομήκοντα) è il numero naturale dopo il 76 e prima del 78.