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Barefoot bondage

Il termine barefoot Bondage un prestito dall'inglese, dove barefoot significa letteralmente "piede nudo", mentre bondage indica pi genericamente una situazione di prigionia e costrizione fisica o sottomissione. Nell'ambito delle pratiche legate alla sfera dell'erotismo, il barefoot bondage una tipologia di bondage in cui la vittima, ovviamente consenziente e complice del gioco, deve essere rigorosamente a piedi nudi (quindi non semplicemente senza scarpe, ma anche sprovvista di calze o calzini). La pratica consiste appunto nel determinare con corde o altri strumenti (lacci, cavigliere, cinturini di pelle, etc.) l'immobilizzazione dei piedi stessi, legati ovvero incatenati, mettendo eventualmente in massima esposizione, e senza alcuna possibilit di ritrarsi, le piante dei piedi. Pu essere collegato spesso al footfetish passivo o al tickling, dove la "vittima" del gioco pu essere eventualmente anche solleticata, punzecchiata, mordicchiata, baciata, leccata, bacchettata, torturata o comunque in qualsivoglia modo "seviziata" nelle sue sensibili estremit inferiori. Laddove nessun diretto "tormento" alle piante dei piedi fosse applicato, il solo fatto che la vittima sia esposta a piedi nudi, e con questi legati o incatenati, rende la situazione comunque direttamente riconducibile ai concetti di vulnerabilit e sottomissione, coniugando i lati fisico e concettuale dei due aspetti del gioco erotico. La definizione di bondage rende questo tipo di attivit sessuale direttamente collegata alla situazione di immobilit fisica pi che ai rapporti eventualmente concettuali-relazionali del BDSM in generale. Inoltre questo tipo di pratica erotica non , come potrebbe apparire ad una prima superficiale valutazione, obbligatoriamente connessa ad un rapporto di tipo feticistico col piede (femminile o maschile che sia). Il feticista separa infatti quasi sempre l'oggetto dell'attrazione, o l'azione ad esso collegata, dal contesto della situazione o addirittura dalla persona con cui sta interagendo. Nel barefoot bondage invece, come nel bondage nel suo complesso, il contesto quasi sempre al centro dell'azione, che cerca generalmente di ricreare in finzione una situazione reale, che nel gioco erotico consenziente cos esorcizzata nella sua valenza altrimenti coercitiva. Oltretutto, per quanto riguarda l'ambito del feticismo in s , le posizioni risulterebbero invertite: l quasi sempre il piede oggetto di venerazione, quindi parte integrante del soggetto dominante, qui invece prerogativa del soggetto sottomesso. Ci rende quindi il Barefoot bondage quasi sempre meno vicino all'ambito del feticismo e pi simile piuttosto ad una sorta di sincretismo tra la pratica del barefoot e quella del bondage. Per ci che riguarda l'aspetto pi strettamente fisico della pratica, influiscono probabilmente due aspetti culturali: l'uso sempre pi diffuso di calzature estremamente sofisticate ha reso il piede una parte del corpo oggetto di maggiori attenzioni rispetto a quella di un uomo dell'era pre-industriale o comunque di un abitante contemporaneo di zone pi depresse del pianeta. In pi , una certa cultura prevalentemente occidentale, derivata da influssi religiosi come da un pi diffuso benessere economico, ha fatto s che l'immagine del piede nudo sia spesso accostata a concetti di penitenza o di povert , rendendo questa parte del corpo pudicamente celata nella vita quotidiana. Essa viene infatti vissuta e percepita come un qualcosa di cui vergognarsi o comunque da nascondere agli altri per abitudine indotta, attirandovi spesso al contrario una attenzione, per lo pi dissimulata, a volte al di sopra della norma, accompagnata dal piacere tipico della trasgressione di un tab sociale. Tutto ci , se cerebralmente rapportato al comportamento mimante il binomio cacciatore-preda che si pu manifestare pi o meno consciamente o apertamente nelle pratiche di seduzione e corteggiamento, pu quindi portare in particolari circostanze a prediligere, all'atto dei preliminari al rapporto sessuale, questa ad altre tipologie di pratiche che implichino una simulazione di situazioni reali normalmente estranee alla sfera della sessualit , il tutto sempre all'interno del bondage che genericamente un pi ampio contenitore di tendenze. Un interessante esempio dell'accostamento tra il concetto di prigionia in senso pi ampio a quello dell'esser scalzi ci viene da una testimonianza dei secoli pi recenti, dove ben si notano sia la valenza culturale che quella pi strettamente pratica correlate: Citt del Capo, in Sud Africa, fu un centro nevralgico del commercio di schiavi sin dal tardo XVII secolo, e tra i vari proclami divulgati dalla Town House c'erano ovviamente i codici di comportamento per gli schiavi, uno dei primissimi punti dei quali puntualizzava che tutti detti schiavi, oltre a portare sempre con s dei lasciapassare, dovevano anche sempre stare scalzi. (Tratto dal sito ufficiale di Western Cape). La pratica di mantenere i detenuti a piedi nudi si mantenuta in molti paesi sino ad oggi, stando ai racconti di molti ex-prigionieri. Le testimonianze pi numerose e drammatiche le troviamo comunque nelle storie riportate dai sopravvissuti alla dittatura militare argentina a cavallo degli anni '70 e '80, dove vediamo ricorrere, in luoghi e tempi diversi, la pratica di recludere i prigionieri politici mantenendoli scalzi e spesso con catene alle caviglie. Per quanto riguarda invece l'approccio culturale al binomio piede-servit , deriviato da una certa impostazione misogina ed intrisa di religiosit correlata soprattutto all'occidente medievale, interessante notare come nel XII secolo Ugo di San Vittore argomentava la presunta inferiorit della donna rispetto all'uomo interpretando a suo modo il racconto della creazione biblica: qui le correlazioni sono alquanto pi cerebrali e articolate, ma l'accostamento piede-servit palese. Dice Ugo di San Vittore chiedendosi perch la donna sia nata da una costola di Adamo invece che da un'altra parte del corpo: "La donna stata tratta dal fianco dell'uomo affinch fosse chiaro che era stata creata per un'unione d'amore. Nessuno doveva pensare, qualora fosse stata fatta con la testa dell'uomo, che doveva essergli preferita nel comando, oppure che, se fosse stata fatta con i piedi, che doveva essere ridotta in servit . Infatti all'uomo non stata data n un'amante n una schiava ma una compagna; perci non doveva essere tratta n dalla testa n dai piedi ma dal fianco, affinch capisse che doveva mettersi al suo fianco". Quella che apparirebbe qui come una semplice considerazione circa la collocazione di una parte anatomica rispetto al terreno sottintende e crea inevitabilmente degli accostamenti d'immagine ad una condizione fisica e sociale.

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