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Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro

Sorta, forse sopra una precedente chiesa del VI secolo, all'inizio del VIII secolo in piena epoca longobarda e menzionata per la prima volta dallo storico Paolo Diacono (720-799), la basilica di San Pietro in Ciel d'Oro (in coelo aureo) è una chiesa di Pavia con dignità di basilica minore. Eretta in stile longobardo e in seguito ricostruita in stile romanico nel XII secolo, la basilica paleocristiana originale, San Pietro in Ciel d'Oro, così chiamata per via delle volte dorate, era sorta sul luogo ove era sepolto san Severino Boezio, filosofo e senatore romano fatto uccidere dal re ostrogoto Teodorico il Grande nel 525.Insigne esempio di architettura romanica lombarda e generalmente considerato, insieme alla basilica di San Michele Maggiore, il più importante monumento religioso medievale della città di Pavia, la chiesa venne riconsacrata da papa Innocenzo II nel 1132 dopo i grandi restauri di quel periodo in cui la chiesa era già cadente per vetustà e vanta grande prestigio e notorietà nel mondo cattolico in quanto ospita le spoglie di sant'Agostino d'Ippona e di san Severino Boezio (475-525), martire e Padre della Chiesa. Viene citata da Dante nella Divina Commedia (Paradiso - Canto decimo vv. 124-128) in quanto sacra depositaria delle spoglie di Boezio e da Francesco Petrarca (Lettera del Petrarca a Giovanni Boccaccio in Seniles, Lib. V, Lett. 1a), inoltre appare in una delle ultime novelle del Decameron (Torello e il Saladino, Novella IX, Giornata X) di Giovanni Boccaccio. Caduta in uno stato di rovinoso abbandono dopo le spoliazioni sacrileghe napoleoniche, la basilica venne restaurata e in parte ricostruita fra il 1875 e il 1899.

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