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La Spedizione dei Mille fu uno degli episodi cruciali del Risorgimento. Avvenne nel 1860 quando un migliaio di volontari, al comando di Giuseppe Garibaldi, partì nella notte tra il 5 e il 6 maggio da Quarto (nei pressi di Genova, nel territorio del Regno di Sardegna) alla volta della Sicilia, controllata dal Regno Borbonico delle Due Sicilie. Lo scopo della spedizione fu di appoggiare le rivolte scoppiate nell'isola e rovesciare il governo borbonico. I volontari sbarcarono l'11 maggio presso Marsala e, grazie al contributo di volontari meridionali e allo sbarco di altre spedizioni garibaldine, aumentarono di numero, creando l'Esercito meridionale, il quale si mosse verso nord alla volta di Napoli. Dopo una serie di battaglie vittoriose contro l'Esercito borbonico, i volontari garibaldini riuscirono a conquistare tutto il Regno delle Due Sicilie, permettendone l'annessione al nascente Regno d'Italia.
I Mille sono la più nota delle formazioni garibaldine, avendo preso parte alla campagna nell'Italia meridionale comandata da Giuseppe Garibaldi, durante la Spedizione dei Mille. Furono il primo nucleo dell'Esercito meridionale, che conquistò il Regno delle Due Sicilie per unirlo al Regno di Sardegna tramite annessione; pochi mesi dopo fu proclamato il Regno d'Italia sotto la dinastia di Casa Savoia.
Guelfi e ghibellini erano le due fazioni contrapposte nella politica italiana del Basso Medioevo, in particolare dal XII secolo sino alla nascita delle Signorie nel XIV secolo. Le origini dei nomi risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V, avvenuta nel 1125, fra le casate bavaresi e sassoni dei Welfen, da cui la parola «guelfo», con quella sveva degli Hohenstaufen, signori del castello di Waiblingen, anticamente Wibeling, da cui la parola «ghibellino». Successivamente – dato che la casata sveva acquistò la corona imperiale e, con Federico I Hohenstaufen, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d'Italia – in questo ambito politico la lotta passò a designare chi appoggiava l'impero (ghibellini) e chi lo contrastava sostenendo il papato (guelfi). Nei castelli del tempo i merli delle mura erano guelfi se squadrati e ghibellini se a coda di rondine.
Giuseppe Bandi (Gavorrano, 15 luglio 1834 Livorno, 1 luglio 1894) stato un patriota, scrittore e giornalista italiano.
Esercito meridionale fu la denominazione ufficiale data da Giuseppe Garibaldi a quella forza armata che si costituì conseguentemente alla spedizione dei Mille. Questo esercito, composto da volontari italiani e anche stranieri, raggiunse circa 50.000 uomini. Gli ufficiali indossavano l'uniforme di colore rosso, e quindi tutti i combattenti, come i Mille, furono definiti camicie rosse. Venne disciolto prima della proclamazione del Regno d'Italia.
I Della Scala o Scaligeri furono una dinastia che governò sulla città di Verona per centoventicinque anni, dal 1262 al 1387. Il primo di cui si hanno notizie certe è Arduino della Scala "possidente di riguardo e mercante di panni" che si dichiara di origine "latina" in un documento del 1180. Da Arduino, vennero un Leonardino, un Balduino e il di lui figlio Giacomino (o Jacopino), mercante di lane, considerato il capostipite dei successivi Signori di Verona. Suo figlio Mastino non era particolarmente ricco, né aveva titoli nobiliari, ma era abile in politica, autorevole e capace, e soprattutto incline alla pace, aspetto fondamentale per i veronesi, che uscivano da una breve ma sanguinaria parentesi di dominio di Ezzelino III da Romano e ricoprì ruoli sempre più importanti all'interno della Domus Mercatorum fino a diventarne il podestà dal 1261 al 1269. Nel cuore di Mastino non vi fu un piano di conquista di Verona (se mai vi fu) a breve scadenza, ma procedette per gradi e per ciò fece conto del Consiglio Maggiore e dell'abile fratello Alberto: comprese che la riuscita del suo piano era condizionata dall'appoggio del clero e dei mercanti, poiché i mercanti producevano grande ricchezza e avevano grande forza nel consiglio Maggiore, mentre l'alto clero disponeva di molto denaro. Fu con Mastino che la città veneta passò in forma non traumatica da Comune a Signoria, anche se l'effettivo passaggio avvenne solo con il fratello Alberto. Con Cangrande invece la Signoria raggiunse l'apice della sua importanza e fama. Ai tempi di Cangrande della Scala, a causa del nome di questo esponente della famiglia, nacque la leggenda che i Della Scala fossero imparentati con qualche khan àvaro che avrebbe partecipato alla conquista longobarda d'Italia. Si tratta però solo del tentativo, spesso usato da famiglie di estrazione comune, di nobilitare, una volta giunte al potere, le proprie origini sulla base di assonanze di nomi o titoli.
Il Castelluccio sorge su una collina a circa dieci chilometri da Pienza e da Chianciano Terme. Nei tempi passati gli veniva aggiunto il nome di Bifolchi: i primi proprietari, infatti, si chiamavano così.
Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato - un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
L'assedio di Roma ebbe luogo fra il 3 giugno e il 2 luglio 1849, quando il generale Oudinot, inviato dal presidente della Seconda Repubblica francese Luigi Napoleone, tentò per la seconda volta l'assalto a Roma, capitale della neoproclamata Repubblica Romana. L'assedio si concluse con la vittoria e l'ingresso dei francesi a Roma che vi insediarono un provvisorio governo militare in attesa del ritorno di papa Pio IX.