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La tradizione bibliotecaria di Milano si rispecchia nelle sue tre storiche biblioteche, la veneranda Ambrosiana, la nazionale braidense e la Biblioteca Trivulziana, che conserva il Codice Trivulziano di Leonardo da Vinci. Nel corso dei secoli se ne sono aggiunte altre, come la Biblioteca comunale centrale di Milano, che è la principale sede del sistema bibliotecario comunale del capoluogo meneghino.
Il Codice Trivulziano 2162 (indicato anche in modo impreciso come Codice Trivulziano) è una raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci, comprendente 51 carte databili tra il 1478 e il 1493, attualmente conservato dalla Biblioteca Trivulziana presso il Castello Sforzesco di Milano.
Il codice Trivulziano 1080 è un codice conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano riportante il testo della Divina Commedia di Dante Alighieri, oltre ai Capitoli di Jacopo Alighieri e ad alcune poesie di Bosone Novello da Gubbio.
La Biblioteca Trivulziana è una biblioteca del Comune di Milano situata all'interno del Castello Sforzesco, annessa all’Archivio Storico Civico e al laboratorio di restauro, con i quali divide alcuni locali, tra cui la sala di consultazione.
La Biblioteca Comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria, già esistente nel 1818, è la più antica tra le biblioteche calabresi. Anticamente denominata Regia Biblioteca Ferdinandiana, fu poi intitolata a Pietro De Nava, fratello di Giuseppe De Nava, donatore del villino all'interno del quale è stata trasferita la sede centrale nel 1928. Il villino De Nava, poi ampliato con la costruzione di un altro edificio in anni più recenti, è sito in via Demetrio Tripepi 9. Altre sedi decentrate si trovano in diversi quartieri della città.
La Biblioteca Malatestiana di Cesena fu fondata a metà del XV secolo grazie agli sforzi congiunti del signore della città, Domenico Malatesta, e dei frati francescani del locale convento che ospitarono nei propri edifici la raccolta di libri: questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Prima del suo genere, crebbe per fama e importanza nel corso dell'età moderna e raccolse diverse opere manoscritte, incatenate a una serie di plutei collocati nell'Aula del Nuti. Il suo patrimonio sopravvisse all'occupazione francese e alla trasformazione della biblioteca in caserma/stalla (1797-98) grazie agli sforzi della cittadinanza che riebbe indietro il complesso conventuale qualche anno dopo: nel 1807 la Malatestiana fu ristabilita nel suo stato originale, da allora lasciato invariato. Infatti si era sviluppata una biblioteca comunale (detta Malatestiana nuova) che, nel corso del XIX secolo, fu via via ampliata negli spazi e nella raccolta, diventando un'istituzione aperta a tutti. Sopravvissuta indenne alla seconda guerra mondiale e oggetto di restauri e valorizzazioni, nel 2005 l'UNESCO riconobbe la grande importanza culturale e storica della Malatestiana antica, inserendola nel Registro della Memoria del mondo. Tra vecchia e nuova biblioteca, la Malatesiana conserva quasi 380 000 volumi, comprese migliaia di opere manoscritte di grande valore, oltre a migliaia di quotidiani, riviste, fotografie, lettere. Inoltre vi ha sede la Società di Studi Romagnoli, istituzione fondata nel 1949.