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Un rito di iniziazione è un complesso di uno o più riti di natura culturale e religiosa che permettono al partecipante «l'uscita da uno status in funzione dell'entrata in uno status diverso, talora in modo radicale, dal precedente».In senso ristretto costituisce la possibilità di accedere al nucleo più intimo e nascosto di una dottrina o di una cerchia esoterica (dal greco esóteros, «interiore»), andando oltre il suo rivestimento esteriore (exoteros, essoterico), consentendo di diventare un «adepto», cioè un aderente ad un nuovo modo di vedere o di pensare, tramite una sorta di rinascita.
I Masai (o Maasai) sono un popolo nilotico che vive sugli altopiani intorno al confine fra Kenya e Tanzania. Considerati spesso nomadi o semi-nomadi, sono in realtà tradizionalmente allevatori transumanti, e oggi spesso addirittura stanziali (soprattutto in Kenya). La transizione a uno stile di vita stanziale si accompagna a quella dall'allevamento all'agricoltura come fonte primaria di sostentamento; questa trasformazione è evidente nei clan masai kenioti come Kaputiei, Matapato e Kikunyuki, e in Tanzania presso gli Arusha. I masai parlano il "maa", da cui il nome dell'etnia che è da loro pronunciato maasai. La lingua appartiene al gruppo delle lingue nilo-sahariane ed è dello stesso ramo delle lingue di popoli nilotici quali i pokot, i dinka ed i nuer. I masai sono il popolo nilotico che, in Africa, vive più a meridione. Oggi sono divisi in dodici clan (Keekonyokie, Damat, Purko, Wuasinkishu, Siria, Laitayiok, Loitai, Kisonko, Matapato, Dalalekutuk, Loodokolani e Kaputiei), anche se esistono clan minori, spesso citati come sottoclan.
Le cicatrici ornamentali (ovvero la scarificazione come modifica ornamentale del volto o del corpo) erano utilizzate in molte culture africane ed anticamente in Asia (presso gli Unni); come le tecniche di pigmentazione cutanea, avevano spesso un valore religioso e culturale prima che estetico. La pratica è in netta diminuzione, anche se persiste tra le popolazioni meno in contatto con il mondo esterno. La pratica continua ad essere usata nei centri urbani, ma ha assunto una valenza nuova. Là dove le cicatrici prodotte sono ancora collegate a valori culturali ancestrali, si nota una diminuzione delle aree corporee interessate e la mancata riproduzione di alcuni disegni popolari nel passato. Questa pratica non va confusa con quella del tatuaggio, con cui condivide alcuni tratti culturali e alcune tecniche di realizzazione.