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La Siria (in arabo: سوريا, Sūriya ), ufficialmente Repubblica Araba di Siria (in arabo: الجمهورية العربية السورية, al-Jumhūriyya al-ʿArabiyya al-Sūriyya ), è uno Stato del Vicino Oriente, in Asia occidentale, vasto 185180 km² e con 18 906 907 abitanti. La capitale è Damasco. Confina a nord con la Turchia, a est con l'Iraq, a sud con la Giordania, a ovest con Israele e Libano. Sempre a ovest si affaccia sul mar Mediterraneo. La Siria è una repubblica semipresidenziale. La lingua ufficiale è quella araba. Un Paese di fertili pianure, alte montagne e deserti, la Siria ospita diversi gruppi etnici e religiosi, tra cui arabi siriani, curdi, turcomanni, assiri, armeni, circassi, mandeani e greci. Tra i gruppi religiosi vi sono sunniti, cristiani, alauiti, drusi, ismaeliti, mandei, sciiti, salafiti, yazidi ed ebrei. Gli arabi sono il più grande gruppo etnico e i sunniti il più grande gruppo religioso. La Siria è una repubblica unitaria composta da 14 governatorati ed è l'unico Paese che sposa politicamente il ba'thismo. È anche membro del Movimento dei paesi non allineati; è stato sospeso dalla Lega araba nel novembre 2011 e dall'Organizzazione della cooperazione islamica e auto-sospeso dall'Unione per il Mediterraneo.Il nome "Siria" si riferiva storicamente a una regione più ampia, ampiamente sinonimo di Levante, e conosciuta in arabo come al-Sham. Lo stato moderno comprende i siti di numerosi regni e imperi antichi, tra cui la civiltà Eblana del III millennio a.C. Aleppo e la capitale Damasco sono tra le più antiche città abitate ininterrottamente al mondo. Nell'era islamica, Damasco era la sede del califfato omayyade e una capitale provinciale del sultanato mamelucco in Egitto. Lo Stato siriano moderno è stato fondato a metà del 20º secolo, dopo aver fatto parte per secoli dell'Impero ottomano e un periodo breve di un mandato francese, e ha rappresentato il più grande stato arabo ad emergere dalle vecchie provincie siriane ottomane. Ottenne l'indipendenza de jure come repubblica parlamentare il 24 ottobre 1945, quando la Repubblica di Siria divenne un membro fondatore delle Nazioni Unite, un atto che legalmente pose fine all'ex mandato francese - sebbene le truppe francesi non lasciarono il paese fino all'aprile 1946. Il periodo post-indipendenza fu tumultuoso, con molti colpi di stato militari e tentativi di colpo di Stato che hanno scosso il paese dal 1949 al 1971. Nel 1958, la Siria entrò in una breve unione con l'Egitto chiamata Repubblica Araba Unita, che fu terminata dal colpo di Stato siriano del 1961. La repubblica fu ribattezzata nella Repubblica araba di Siria alla fine del 1961 dopo il referendum costituzionale del 1º dicembre, e divenne sempre più instabile fino al colpo di Stato ba'thista del 1963, da cui il partito Ba'th mantenne il suo potere. La Siria era soggetta alla legge di emergenza dal 1963 al 2011, sospendendo effettivamente la maggior parte delle protezioni costituzionali per i cittadini. Dal 1963 il Paese è governato dal partito Ba'th; il capo di Stato dal 1970 è un membro della famiglia Assad. L'attuale Presidente della Siria è Bashar al-Assad, figlio di Hafiz al-Asad, che ha mantenuto il potere dal 1970 sino alla sua morte nel 2000. Attraverso il suo governo, la Siria e il partito Ba'th al potere sono stati condannati e criticati per violazioni dei diritti umani, frequenti esecuzioni di cittadini e prigionieri politici e massiccia censura. Dalla Guerra dei sei giorni del 1967, Israele occupa le Alture del Golan. Nel corso del 2011 sono scoppiate delle sommosse popolari, nel più ampio contesto della primavera araba, degenerate poi in una guerra civile, ancora in corso, tra le forze governative e quelle ribelli. I morti documentati dall'inizio del conflitto sono più di 570 000 e gli sfollati interni circa 7,6 milioni.Dal marzo 2011, la Siria è stata coinvolta in un conflitto armato, con un numero di paesi coinvolti militarmente o meno. Di conseguenza, un certo numero di entità politiche autoproclamate sono emerse sul territorio siriano, tra cui l'opposizione siriana, il Rojava, Tahrir al-Sham e lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante. La Siria è classificata all'ultimo posto nel Global Peace Index dal 2016 al 2018, rendendolo il paese più violento del mondo a causa della guerra. La guerra ha ucciso oltre 570 000 persone, ha causato 7,6 milioni di sfollati interni (stima UNHCR del luglio 2015) e oltre 5 milioni di rifugiati (dati del luglio 2017 dell'UNHCR), rendendo difficile la valutazione della popolazione negli ultimi anni.
Saladino (in arabo: صلاح الدين يوسف بن أيوب, Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, in curdo: سەلاحەدینی ئەییووبی; Tikrit, 1137 – Damasco, 4 marzo 1193) è stato un sovrano e condottiero curdo, sultano d'Egitto, Siria, Yemen e Hijaz, dal 1174 alla sua morte, col titolo (laqab) di al-Malik al-Nāṣir ("il sovrano vittorioso"). Ha fondato la dinastia degli Ayyubidi ed è annoverato tra i più grandi strateghi di tutti i tempi. Musulmano sunnita di origine curda, Saladino ha rappresentato l'opposizione musulmana alle crociate europee nel Levante. Al culmine del suo potere, il suo sultanato incluse l'Egitto e altre parti del Nordafrica, Siria, Mesopotamia, Hijaz, Yemen. Inviato presso i Fatimidi egiziani dal suo signore zengide Nūr al-Dīn Zengī nel 1163, Saladino scalò presto i ranghi del governo fatimide, diventando loro visir, anche in virtù dei suoi successi militari contro gli assalti dei crociati nel territorio egiziano e la sua intimità con l'Imam fatimide al-ʿĀḍid. Quando lo zio di Saladino Shīrkūh morì nel 1169, al-ʿĀḍid nominò Saladino visir: evento non tanto straordinario quello di nominare visir un sunnita, vista la consuetudine fatimide di nominare non occasionalmente anche cristiani o ebrei alle più alte cariche non religiose dello stato sciita ismailita. Durante il suo mandato come visir, Saladino cominciò a minare l'istituzione fatimide e dopo la morte di al-ʿĀḍid nel 1171 assunse il governo in nome del suo signore zengide, proclamando la fedeltà dei territori già fatimidi al califfato di Baghdad. Negli anni successivi, condusse incursioni contro i crociati in Palestina, ordinò la fortunata campagna di conquista dello Yemen e scongiurò ribellioni pro-fatimidi in Egitto. Non molto tempo dopo la morte di Nūr al-Dīn nel 1174, Saladino avviò la conquista della Siria, entrando pacificamente a Damasco su richiesta del sovrano buyide della città. Entro la metà del 1175, Saladino aveva conquistato Ḥamā e Homs, attirandosi l'ostilità dei vari zengidi, per nulla favorevoli all'ascesa del loro antico vassallo. Saladino sconfisse però l'esercito zengide in battaglia e fu successivamente proclamato "Sultano di Egitto e Siria" dal califfo abbaside al-Mustaḍīʾ. Portò a termine ulteriori conquiste nel nord della Siria e della Mesopotamia (Jazira), sfuggendo a due attentati alla sua vita perpetrati dagli Assassini, prima di tornare in Egitto nel 1177 per affrontare problemi interni al suo regno. Nel 1182, Saladino consolidò la conquista della Siria con la cattura di Aleppo, anche se non riuscì a conquistare la roccaforte zengide di Mosul. Sotto la guida personale di Saladino, l'esercito ayyubide sconfisse i crociati nella decisiva battaglia di Ḥattīn nel 1187, aprendo la strada alla riconquista musulmana della Palestina dai crociati, che vi si erano insediati 88 anni prima. Anche se il Regno di Gerusalemme, come regno crociato, avrebbe continuato ad esistere per un periodo prolungato, la sconfitta subita ad Ḥattīn segnò una svolta nel suo conflitto con i poteri musulmani della regione. Per questo, Saladino è diventato una figura di spicco nella cultura musulmana, araba, turca e curda. Nel 1193 morì a Damasco, dopo aver devoluto gran parte della sua ricchezza ai suoi sudditi. Saladino è sepolto in un mausoleo adiacente alla Moschea degli Omayyadi.
Bashar Hafiz al-Asad, in arabo: بشار حافظ الأسد, Baššār Ḥāfiẓ al-Asad, [baʃˈʃaːɾ ˈħaːfɪzˁ alˈʔasad], (Damasco, 11 settembre 1965), è un politico e militare siriano, attuale presidente della Siria e successore del padre Hafiz al-Assad.