Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La storia di Livorno, se confrontata con quelle delle altre città toscane, è sicuramente tra le più originali nel panorama regionale, in quanto slegata da uno sviluppo medievale che è comune alla maggior parte degli altri centri.Le origini dell'insediamento dal quale si è poi sviluppata la città sono comunque antiche e legate alla vicinanza con il principale scalo marittimo della Repubblica pisana. Tramontato il dominio di Pisa, i Medici decretarono l'ampliamento di Livorno, trasformando un piccolo villaggio nella più importante città italiana progettata e costruita tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo.Principale porto del Granducato di Toscana e tra i più trafficati scali di tutto il bacino del Mediterraneo, Livorno divenne un rilevante centro economico animato da mercanti provenienti da qualsivoglia Nazione, come specificato dalle Leggi Livornine, che le conferirono i caratteri di città cosmopolita per eccellenza, anche durante il successivo dominio lorenese.Dopo l'unificazione e la crisi economica conseguente all'abolizione del porto franco, la città accolse numerose fabbriche di rilevanza nazionale, divenendo il maggiore centro industrializzato della Toscana.Fu duramente colpita dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, che, assieme alla ricostruzione, cancellarono parte delle sue principali vestigia, conferendole un aspetto moderno.
Livorno (pronuncia: [liˈvorno], ) è un comune italiano di 156 299 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato), ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice di un "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta a oltre 260 000 abitanti. È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale sia come scalo turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2015 come "area di crisi industriale complessa". Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò a identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna, ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare. Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di due reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" inquadrato nelle forze speciali dell'Esercito Italiano e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
La lista degli appartenenti alla P2 fu scoperta, il 17 marzo 1981, nella fabbrica "La Giole", di proprietà di Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi presso Arezzo, dai magistrati durante le indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona. L'elenco dei soggetti appartenenti alla P2 fu reso pubblico dalla presidenza del Consiglio dei ministri in seguito il 21 maggio 1981.
L'interporto toscano Amerigo Vespucci è una struttura di scambio per trasporti intermodali che sorge nell'area di Guasticce, nel comune di Collesalvetti, a quattro chilometri da Livorno e dal suo porto e a breve distanza dall'autoparco "Il Faldo". Situato in un'area pianeggiante, che segna il confine tra la Piana di Pisa e le Colline livornesi, si estende su una vasta superficie posta a nord della provincia di Livorno, che è stata preventivamente soggetta ad un'operazione di bonifica. Infatti, data la natura paludosa del sito, sono state eseguite nuove canalizzazioni confluenti in un'idrovora capace di muovere 15000 litri d'acqua al secondo.Per la costruzione del complesso, nel 1987 fu costituita la società Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A.. Essa annovera tra i suoi soci la Regione Toscana, i comuni di Pisa, Livorno, Lucca e Collesalvetti, l'autorità portuale di Livorno, associazioni di industriali, Trenitalia ed altri ancora. Tuttavia, a causa di una crisi di liquidità della suddetta società, originata da un ritardo nell'erogazione dei fondi statali e comunitari e dal mancato aumento del capitale sociale, i lavori sono stati portati avanti con molteplici difficoltà. Al 2009, dopo aver ottenuto un finanziamento di 26 milioni di Euro nell'ottobre 2007 da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica, l'interporto è in fase avanzata di realizzazione, ma è pienamente operante nelle parti già completate. In base al piano particolareggiato predisposto dal Comune di Collesalvetti, l'interporto, una volta ultimato, si estenderà su una superficie di 2.755.720 m², di cui: 324.500 m² destinati a magazzini; 696.000 m² di piazzali; 126.000 m² occupati dal terminal ferroviario (che dall'agosto 2008 permette il movimento di merci dal porto labronico all'interporto); 142.000 m² per i servizi; 15.000 m² di strade; 736.800 m² destinati alle aree verdi di riequilibrio; 285.000 m² per le aree verdi di compensazione.L'interporto è posto nei pressi di importanti vie di comunicazione, quali: la ferrovia Pisa-Livorno, alla quale è raccordato mediante parte del tracciato della vecchia Ferrovia Maremmana Livorno-Stagno-Collesalvetti; Strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, che serve l'area dell'interporto con due uscite (Interporto est e Interporto ovest); autostrada A12; Variante Aurelia; via Aurelia.In futuro si prevede di rendere navigabile anche lo scolmatore dell'Arno, così da creare un collegamento immediato per il trasporto delle merci dal porto di Livorno; inoltre è previsto il prolungamento del tratto ferroviario che giunge da Livorno e che serve l'interporto: esso verrà collegato con la tratta Pisa-Collesalvetti-Vada all'altezza di Vicarello. Tra settembre 2006 e aprile 2007 l'interporto ha movimentato circa 3.700 container al mese.Dal punto di vista architettonico, il centro direzionale del complesso è caratterizzato da una serie di edifici progettati dall'architetto Francesco Tomassi, disposti attorno ad un bacino artificiale, al centro del quale sorge una cisterna tronco conica per la raccolta e la distribuzione idrica. Tra gli edifici di maggior pregio occorre segnalare il blocco destinato a servizi e ristorazione (schermato da una serie di colonne rivestite in tessere colorate su cui poggiano elementi in metallo a sostegno della copertura), la palazzina uffici (le cui pareti esterne presentano setti di forti spessori) e l'officina meccanica (le cui volumetrie sono sottolineate da un'accesa e contrastante cromia).
Francesco Cesare Casùla (Livorno, 12 settembre 1933) è uno storico italiano.
Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre 2016) è stato un economista, banchiere e politico italiano, 10º presidente della Repubblica Italiana dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006. È stato governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri (1993-1994), ministro del tesoro e del bilancio e della Programmazione economica (1996-1997), quindi ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (1998-1999). Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, fu anche il secondo presidente della Repubblica eletto dopo essere stato governatore della Banca d'Italia, preceduto da Luigi Einaudi nel 1948. È stato anche governatore onorario della Banca d'Italia. Ha ricoperto inoltre numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vicepresidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996) e presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall'ottobre 1998 al maggio 1999). Dal 1996 ha ricoperto gli incarichi di consigliere d'amministrazione e, successivamente, di consigliere scientifico e vicepresidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani.Dopo una militanza giovanile nel Partito d'Azione, Ciampi non ha più aderito ad alcun partito politico, anche se è stato sempre considerato vicino al centrosinistra.Come Capo dello Stato conferì l'incarico a tre presidenti del Consiglio dei ministri: Massimo D'Alema (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1999), Giuliano Amato (2000-2001) e Silvio Berlusconi (2001-2006); ha nominato cinque senatori a vita: Rita Levi-Montalcini nel 2001, Emilio Colombo nel 2003, Mario Luzi nel 2004, Giorgio Napolitano e Sergio Pininfarina nel 2005; ha infine nominato cinque Giudici della Corte costituzionale: nel 2000 Giovanni Maria Flick, nel 2004 Franco Gallo e nel 2005 Sabino Cassese, Maria Rita Saulle e Giuseppe Tesauro. In quanto presidente emerito della Repubblica, è stato senatore di diritto e a vita.