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Marco Aurelio Caro (latino: Marcus Aurelius Carus; Narona, 230 circa – Mesopotamia, 283) è stato un imperatore romano dal 282 alla sua morte. Durante il suo breve regno ottenne un'importante vittoria contro i Persiani, anche se la sua morte non permise ai Romani di capitalizzare il successo.
Marco Aurelio Valerio Massenzio (in latino: Marcus Aurelius Valerius Maxentius; 278 – Roma, 28 ottobre 312) è stato un imperatore romano autoproclamato, che governò l'Italia e l'Africa tra il 306 e il 312; ebbe il riconoscimento del Senato romano ma non quello degli augusti Galerio e Severo (da lui fatto uccidere), che riconosceranno Costantino mentre Massenzio l'otterrà anche tramite la forza militare, per cui è considerato da molti un usurpatore. Figlio dell'imperatore Massimiano, coregnante di Diocleziano, e di Eutropia. Secondo la volontà di Diocleziano e Massimiano, Costantino e Massenzio, figli, rispettivamente, di Costanzo Cloro e Massimiano stesso, avrebbero dovuto subentrare come cesari di Costanzo e Galerio, ma questi ultimi non li scelsero, optando per Massimino e Severo. Massenzio e Costantino presero così il potere con la forza dei loro sostenitori, anche se il secondo riuscirà da subito ad avere l'investitura da Galerio, mentre il primo fu sempre considerato da quest'ultimo solo un usurpatore. Governò, inizialmente, dapprima con il titolo di princeps invictus e poi come augusto autoproclamato, assieme al padre Massimiano, che tuttavia nell'aprile del 308 sarà estromesso dal potere e costretto a riparare dal genero Costantino, dal quale verrà ucciso nel 310 per aver tramato contro la sua persona. Ultimo imperatore a risiedere stabilmente in Roma, Massenzio cercò di abbellire, restaurare e migliorare l'antica capitale, realizzando importanti opere edilizie, tra cui il tempio del Divo Romolo (dedicato al figlio defunto), la basilica di Massenzio (ultima grande basilica civile, completata da Costantino), la villa e il circo di Massenzio e altre. Massenzio morì nella battaglia di Ponte Milvio contro le truppe di Costantino.
Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino: Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nelle epigrafi: IMP·CAES·M·AVREL·ANTONINVS·AVG; Roma, 26 aprile 121 – Sirmio o Vindobona, 17 marzo 180), meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con la propria cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso.Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla sua morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze.Marco Aurelio è ricordato anche come importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui.
Cesare Lucio Marco Aurelio Commodo Antonino Augusto, nato Lucio Elio Aurelio Commodo (in latino: Lucius Aelius Aurelius Commodus; Lanuvio, 31 agosto 161 – Roma, 31 dicembre 192), è stato un imperatore romano, membro della dinastia degli Antonini; regnò dal 180 al 192. Come Caligola e Nerone, è descritto dagli storici come stravagante, crudele e depravato. Figlio dell'imperatore filosofo Marco Aurelio, Commodo fu associato al trono nel 177, succedendo al padre nel 180. Avverso al Senato, governò in maniera autoritaria, esibendosi anche come gladiatore e in prove di forza, e facendosi soprannominare l'Ercole romano. Durante i dodici anni di principato, nonostante la fama di despota, a Commodo sono riconosciuti dei meriti: per esempio esercitò un'ampia tolleranza religiosa, ponendo fine alle persecuzioni contro i cristiani dopo alcuni anni dall'ascesa al trono, le quali ricominciarono dopo la sua morte. Egli stesso praticò culti orientali e stranieri; il regno di Commodo diede anche un nuovo impulso alle arti, che si svilupparono rispetto all'arte dei primi Antonini. Durante il suo regno egli eresse vari monumenti celebranti le imprese del padre Marco Aurelio, tra i quali la Colonna Aureliana, e forse completò anche la statua equestre di Marco Aurelio che si trova oggi nei Musei Capitolini (una copia è esposta al centro della piazza del Campidoglio). Amato dal popolo e appoggiato dall'esercito, al quale aveva elargito consistenti somme di denaro, riuscì a mantenere il potere tra numerose congiure, fino a quando venne assassinato in un complotto a opera di alcuni senatori, pretoriani e della sua amante Marcia, finendo strangolato dal suo maestro di lotta, l'ex gladiatore Narcisso, cospirazione che portò al potere Pertinace. Sottoposto a damnatio memoriae dal senato, venne riabilitato e divinizzato dall'imperatore Settimio Severo, che voleva ricollegarsi alla dinastia antoniniana cercando il favore dei membri superstiti della famiglia di Commodo e Marco Aurelio.
La campagna sasanide di Caro e Numeriano fu una campagna militare condotta dall'Imperatore romano Caro contro i Persiani Sasanidi nel 283.