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La stazione di Roma Termini è la principale stazione ferroviaria della città di Roma, la maggiore d'Italia (seguita da Milano Centrale e Torino Porta Nuova) e la quinta in Europa per traffico passeggeri. È l'unico scalo nel centro storico della città, in piazza dei Cinquecento, e deve il suo nome alle vicine terme di Diocleziano. Con i suoi 32 binari è la stazione più grande d'Italia, seguita da Bologna Centrale (26 binari, di cui 22 in superficie e 4 sotterranei), Milano Centrale (24 binari), Napoli Centrale (23 binari) e Torino Porta Nuova (20).
Ostia (nome ufficiale Lido di Ostia) è la frazione litoranea del comune di Roma Capitale, situata nei quartieri di Lido di Ostia Ponente (Q. XXXIII), Lido di Ostia Levante (Q. XXXIV) e Lido di Castel Fusano (Q. XXXV), nel territorio del Municipio Roma X, e prende il nome dall'antica città di Ostia. La piccola area edificata a nord del viale dei Promontori appartiene invece alla zona di Casal Palocco (Z. XXXIV). Si affaccia sul mar Tirreno, a sud della foce del fiume Tevere che la separa, a nord, da Fiumicino, il territorio è delimitato a nord dal Porto Turistico e a sud dalla litoranea (SS 601). La popolazione complessiva dei tre quartieri marini è di 83 889 abitanti, con incrementi notevoli nel periodo estivo. Ostia, assieme alle vicine Fiumicino e Fregene, è nota soprattutto per la sabbia nera, per i numerosi stabilimenti balneari e le spiagge libere attrezzate che ivi si trovano (spesso etichettata come la spiaggia di Roma), a iniziare dai primi anni del XX secolo dopo che fu terminata la bonifica dell'area un tempo malsana fino all'annessione di Roma al Regno d'Italia.
Angiolo Mazzoni del Grande, talvolta indicato con la grafia del nome Angelo (Bologna, 21 maggio 1894 – Roma, 28 settembre 1979), è stato un ingegnere e architetto italiano. Fu uno dei maggiori progettisti di edifici pubblici, stazioni ed edifici ferroviari e postali della prima metà del XX secolo. Estremamente eclettico nell'espressione progettuale, Mazzoni operò durante buona parte della sua attività professionale come ingegnere capo per le Ferrovie dello Stato, realizzando significativi interventi in tale ambito nelle maggiori città italiane: Firenze, Messina, Milano, Roma nonché numerosi edifici pubblici, tra i quali spiccano gli edifici postali di Grosseto, Sabaudia, Latina, Ostia, Palermo e Trento. Il notevole grado di sperimentazione che caratterizza l'opera complessiva di Mazzoni rende difficile ridurre ad un unico comune denominatore il suo linguaggio. Lo testimonia la varietà stilistica cui sono improntate alcune delle sue opera più significative, come la Colonia Rosa Maltoni Mussolini di Calambrone presso Pisa (1925-1926), futurista, l'edificio postale di Pola (1930), razionalista, o la Centrale termica della Stazione ferroviaria di Firenze, costruttivista. L'ostinata, pubblica adesione al fascismo da parte di Mazzoni (non rinnegata neanche dopo la seconda guerra mondiale, a costo di esiliarsi volontariamente in Colombia dal dopoguerra sino al 1963) è costata gravi sacrifici all'architetto ed ha reso problematico per lunghi decenni, nell'ambito della critica architettonica italiana, il pieno riconoscimento tecnico ed artistico dovuto ad un autore di primissima importanza non solo per l'eccezionale abbondanza della sua produzione, ma anche per la sua straordinaria qualità, testimoniata ad abundantiam dall'efficienza con la quale numerosi edifici pubblici realizzati da Angiolo Mazzoni restano ancor oggi in funzione soddisfacendo gran parte delle esigenze per le quali erano stati originariamente concepiti. Il tardivo e parziale riconoscimento della critica e una generale sottovalutazione (se non un disprezzo) per tutto quanto fosse collegabile al regime fascista (sentimenti assai diffusi nel secondo dopoguerra, in ragione del disastro nazionale causato dalla seconda guerra mondiale) ha condotto all'oblio e sovente alla distruzione precoce o a forti alterazioni di numerosi edifici realizzati da Mazzoni (e da altri architetti considerati "di regime") che meritavano, almeno in buona parte, un destino analogo a quelli ancor oggi intatti ed in funzione.