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La dinastia Tudor (in inglese: House of Tudor; in gallese: Tudur) fu un'antica casata reale inglese di origini gallesi, discendente matrilinearmente dai Tudor di Penmynydd. I Tudor, tramite cinque sovrani, governarono il Regno d'Inghilterra e i suoi reami, compreso il loro ancestrale Galles e la Signoria d'Irlanda (più tardi il Regno d'Irlanda), dal 1485 al 1603. I Tudor succedettero ai Plantageneti come governanti del Regno d'Inghilterra. Il primo monarca Tudor fu Enrico VII, discendente attraverso sua madre da un ramo legittimato della Casa reale inglese di Lancaster. Enrico salì al potere dopo la Guerra delle due rose (1455–1485) , atroce scontro fratricida che lasciò gli York decimati e i Lancaster estinti: infatti, l'ultimo re della famiglia Lancaster, Enrico VI, e il suo unico erede Edoardo morirono entrambi nel 1471, mentre l'ultimo re della famiglia York, Riccardo III, venne sconfitto e ucciso nella battaglia di Bosworth Field contro Enrico Tudor, il quale si affermò come discendente e membro dei Lancaster e conquistò ben presto la Corona d'Inghilterra. Enrico VII inoltre, per rafforzare la propria posizione, sposò Elisabetta di York, figlia del re Edoardo IV e nipote di Riccardo III, in modo da racchiudere entrambe le famiglie sotto, letteralmente, un unico "tetto". Di questa unione è simbolo la cosiddetta "rosa Tudor", generata dall'unione della rosa rossa dei Lancaster e della rosa bianca degli York. Insieme al già citato Enrico VII, suo figlio Enrico VIII e sua nipote Elisabetta I furono i tre principali sovrani ed esponenti della dinastia ed ebbero un ruolo molto importante nella trasformazione dell'Inghilterra da Paese della "periferia" europea dell'epoca medievale a potenza destinata a dominare gran parte del Pianeta nei secoli successivi. I Tudor, infatti, estesero il loro dominio oltre la mera Inghilterra, governando anche sul Galles e sull'Irlanda. Nominalmente mantennero vive le storiche pretese della monarchia inglese sul trono di Francia, ma nessuno eccetto Enrico VIII vi si impegnò seriamente. Alla fine fu sua figlia Maria I ad abbandonare ogni pretesa su di esso quando perse l'ultimo avamposto inglese in Francia, Calais. Dopo la morte senza eredi maschi del quindicenne Edoardo VI e il successivo regno delle sue due sorelle, Maria I e Elisabetta I, anch'esse morte senza eredi, la dinastia dei Tudor si estinse definitivamente nel 1603, portando sul trono inglese la Casa reale degli Stuart, già sovrani di Scozia.
Caterina Maria Romula di Lorenzo de' Medici, nota semplicemente come Caterina de' Medici (Firenze, 13 aprile 1519 – Blois, 5 gennaio 1589), fu regina consorte di Francia, come moglie di Enrico II, dal 1547 al 1559, reggente dal 1560 al 1563. Nota come «la regina madre» per aver generato tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX, Enrico III), ebbe una grande e duratura influenza nella vita politica dello Stato.Il suo nome è legato alle guerre di religione che si combatterono in Francia negli anni del suo regno. Una sorta di leggenda nera che l'ha perseguitata da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, vendicativa, attaccata al potere e persino malvagia, pronta a qualunque espediente pur di raggiungere i suoi scopi, secondo i dettami de Il Principe, che Niccolò Machiavelli aveva dedicato al padre. Nella moderna storiografia Caterina de' Medici viene considerata piuttosto una delle maggiori sovrane di Francia, sostenitrice della tolleranza civile, che, pur compiendo diversi errori di valutazione, tentò di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, animata in primo luogo dal desiderio di assicurare la continuazione della dinastia Valois.Il suo ruolo nel massacro della notte di san Bartolomeo, tuttavia, contribuisce ancora oggi a farne un personaggio controverso.
Caterina d'Aragona (in spagnolo Catalina de Aragón; in inglese Catherine of Aragon; Alcalá de Henares, 16 dicembre 1485 – Kimbolton, 7 gennaio 1536) è stata un'infanta spagnola della casata di Trastamara e regina consorte d'Inghilterra e Irlanda, dal 1509 al 1533, come prima moglie di Enrico VIII Tudor. Nel 1507 assunse l'incarico di ambasciatore spagnolo in Inghilterra, quand’anche o suo padre se ne ritrovò privo, diventando così la prima donna nella storia europea a ricoprire tale funzione. Per sei mesi assunse la posizione di reggente del regno d'Inghilterra mentre Enrico VIII era in Francia; in quel periodo, gli Inglesi vinsero la battaglia di Flodden Field, circostanza in cui Caterina giocò un ruolo importante. È considerata una delle donne più religiose dell'epoca. All'età di tre anni, Caterina fu promessa al principe Arturo, erede al trono d'Inghilterra, che sposò nel 1501, ma il giovane morì appena cinque mesi dopo. Di conseguenza, Caterina sposò il fratello minore di Arturo, che avrebbe regnato come Enrico VIII. Dal matrimonio nacquero numerosi bambini di entrambi i sessi, ma nessuno sopravvisse all’infanzia, salvo un'unica figlia, la futura Maria I di Inghilterra. A partire dal 1525, Enrico si intrecciò una relazione con Anna Bolena una delle dame di compagnia di Caterina. Enrico cercò di far annullare il matrimonio, innescando una reazione a catena che portò allo scisma dell'Inghilterra con la Chiesa di Roma. Quando papa Clemente VII si rifiutò di annullare il matrimonio, Enrico ruppe formalmente con il pontefice, assumendosi la responsabilità delle questioni in materia di religione. A partire dal 1530, Caterina fu di fatto bandita dalla corte, venendo confinata in varie residenze reali, senza più la possibilità di vedere il marito e la figlia. Nel 1533 il matrimonio con Caterina fu dichiarato nullo ed Enrico poté sposare Anna, incinta della futura Elisabetta I d'Inghilterra, con l’approvazione della Chiesa inglese, senza coinvolgere il Papa. Caterina rifiutò di accettare Enrico come Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra e continuò a ritenersi, come del resto fecero la maggior parte dell'Inghilterra e dell'Europa, la legittima moglie del sovrano e regina fino alla morte, guadagnando ampio consenso popolare. Considerata a quel punto da Enrico solamente come principessa vedova del Galles, passò l'ultima parte della sua vita nel castello di Kimbolton, nel Cambridgeshire, dove morì il 7 gennaio 1536. Caterina godeva di grande popolarità in vita e la sua morte fu molto compianta dal popolo inglese. Il controverso manuale De institutione feminae Christianae di Juan Luis Vives, che sostiene che le donne hanno diritto all'educazione, fu dedicato a lei e da lei commissionato. L'impressione che suscitava nelle persone era tale che persino il suo nemico Thomas Cromwell disse di lei "Se non fosse stato per il suo sesso, avrebbe potuto tener testa a tutti gli eroi della Storia". Rivolse con successo al marito un appello per le vite dei ribelli coinvolti nell'Evil May Day, per la sopravvivenza delle loro famiglie, e suscitò molta ammirazione per aver avviato un vasto progetto di sostegno nei confronti dei poveri. Era anche patrona dell'umanesimo rinascimentale e amica di grandi studiosi, ad esempio Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro.
Caterina II di Russia (in russo: Екатерина II Алексеевна?, traslitterato: Ekaterina II Alekseevna; Stettino, 21 aprile 1729 – Tsarskoe Selo, 17 novembre 1796), conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Fu uno dei più significativi esempi di dispotismo illuminato, ma solo in via teorica. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst venne data in sposa, sedicenne, all'erede al trono dell'Impero russo, il granduca Pietro Fëdorovič, futuro Pietro III di Russia. Con un colpo di Stato detronizzò il marito alla fine della Guerra dei sette anni. Sotto il suo regno, l'Impero russo accrebbe la sua potenza e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo. Volendo applicare al suo metodo di governo i principi illuministi, di cui era seguace, Caterina incominciò con la redazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti. Affidandosi ai suoi favoriti, in particolare a Grigorij Orlov e a Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dal grande successo dei generali, come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli, come Fëdor Ušakov, espanse rapidamente l'egemonia russa: a ovest vi fu l'annessione del territorio maggiore, ottenuto dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana; in seguito alle guerre russo-turche occupò la Crimea; all'estremo est incominciò la colonizzazione dell'Alaska. Ammiratrice di Pietro il Grande, Caterina continuò a modernizzare la Russia occidentale, secondo le idee dell'assolutismo illuminato: s'interessò ai problemi dell'istruzione, fondando il primo istituto d'istruzione superiore femminile in Europa, delle finanze e della creazione di nuove cittadine fondate su suo ordine. Tuttavia la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente, come quella guidata dal cosacco Pugačëv. Nonostante queste ambiguità politiche, a causa dei suoi rapporti epistolari con vari filosofi illuministi, che ne elogiarono il governo, il periodo della dominazione di Caterina la Grande è considerato l'età d'oro dell'Impero russo. Fu sepolta nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo.
Caterina Balivo (Napoli, 21 febbraio 1980) è una conduttrice televisiva ed ex modella italiana.