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Il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC), situato a Faenza, è la raccolta di arte ceramica più grande al mondo. Nelle sale espositive sono raccolte le opere delle officine di ceramica italiana dal Medioevo all'Ottocento; del Vicino Oriente Antico; di area mediterranea in epoca ellenistica; precolombiana e islamica. Un'ampia sezione è dedicata alla ceramica moderna e contemporanea. Dal 1963 il museo promuove, con scadenza biennale, un concorso internazionale sulla ceramica artistica, che gli ha consentito di ampliare le sue raccolte con opere provenienti da tutto il mondo. Dal 2011 il museo è stato accolto dal Club UNESCO di Forlì con il titolo di “Espressione dell’arte ceramica nel mondo”.
La ceramica cinese è conosciuta principalmente per la porcellana, che ha inventato; ma è ricca anche di una lunga tradizione di innovazioni tecniche e stilistiche. Di fatto, l'arte della ceramica è di estrema antichità: verso il 1700 - 1600 a.C., in Cina come Corea e in Giappone, appaiono le prime ceramiche al mondo in un contesto di cacciatori-raccoglitori dell'ultimo Paleolico. La cultura neolitica di Yangshao (4500-3000 a.C.) è stata a lungo considerata come la prima a fornire in gran numero ceramiche di qualità, ma dagli ultimi anni del XX secolo numerosi siti con ceramica di buona qualità sono apparsi ovunque in Cina, in particolare con le culture di Cishan (nell'Hebei) e Peiligang (nell'Henan). Nell'epoca neolitica, dopo la cultura di Yanshao, poi la cultura di Majiayao, le produzioni di Longshan testimoniano l'utilizzazione di un tornio rapido, indispensabile, a causa della finezza e dell'altezza di certi pezzi di prestigio del tipo «guscio d'uovo». La ceramica si sviluppò ancora, tanto sul piano delle forme e dei decori che sul piano tecnico, sotto le dinastie degli Shang e degli Zhou. Molti pezzi notevoli provengono dal corredo funebre (mingqi): esercito sepolto di Qin Shi Huangdi; rappresentazioni di edifici, di fattorie e figurine umane degli Han; danzatrici e musicisti, rappresentazioni umane o animali «tre colori» dei Tang, talvolta di grande dimensione. La fabbricazione dei vasi «blu e bianco», che apparve sotto la dinastia mongola degli Yuan, si sviluppò pienamente sotto i Ming, poi ancora all'inizio della dinastia Qing, durante il regno dell'imperatore Kangxi. Ugualmente sotto i Qing, si svilupparono le porcellane della «famiglia rosa» e della «famiglia verde», ben conosciute in Occidente. Le ceramiche e le porcellane cinesi hanno avuto una grande influenza sullo sviluppo delle tecniche e degli stili in Corea, in Giappone e in Europa.
L'arte della ceramica e della pittura vascolare raggiunse nell'antica Grecia un alto livello di qualità artistica ed è anche una testimonianza privilegiata della vita e cultura degli antichi Greci. I vasi greci sono pervenuti ai giorni nostri in gran numero, ma la quantità dei ritrovamenti ceramici rappresenta probabilmente solo un'infima parte della produzione dell'epoca, anche in considerazione del fatto che esistono oggi più di 50.000 vasi provenienti dalla sola Atene.
La Toscana (AFI: /tosˈkana/) è una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (382 000 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda. Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia e successivamente della Repubblica Italiana. In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.
La Storia della Toscana abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dal II millennio a.C. ai giorni nostri.
La tipologia delle forme ceramiche greche riguarda le diverse forme di vasi presenti nella ceramica greca, le quali subirono una continua evoluzione dall'epoca minoica a quella ellenistica. Le forme esistenti tra l'inizio del VII e la fine del IV secolo sono relativamente limitate e mantengono per l'intero periodo un aspetto molto simile, con solo piccole varianti. Le medesime forme di contenitori dovettero probabilmente essere realizzate anche in altri materiali (vetro, bronzo, argento ed oro), oltre alla ceramica, ma questa si è maggiormente conservata nel tempo.
La ceramica giapponese (陶磁器 tojiki?) è una delle più antiche forme d'arte del paese, risalente al periodo neolitico. I forni hanno prodotto terracotte, ceramiche, grès, ceramiche vetrinate, grès vetrinato, porcellane e porcellane bianche e blu.
Cotto di Impruneta è il nome dato ai prodotti in terracotta della zona di Impruneta, a sud di Firenze, la cui tradizione risale al Medioevo.
Le ceramiche ingobbiate e graffite di Pisa vennero prodotte tra la metà del XV fino al XIX secolo. Quest’arco temporale costituisce un momento di svolta per la produzione del vasellame prodotto in città, in quanto si assiste all’introduzione di una nuova tecnica nelle officine ceramiche che già producevano a partire dai primi decenni del Duecento maioliche arcaiche. La nuova tecnica veniva comunemente chiamata ingobbiatura e prevedeva il rivestimento del corpo ceramico essiccato con una miscela liquida a base di argille caoliniche bianche che, una volta raggiunto il giusto grado di asciugatura, poteva essere arricchita da decorazioni. Le decorazioni potevano essere graffite “a punta”, “a fondo ribassato” e “a stecca” e/o anche dipinte. Le testimonianze relative alla graffitura pervenute mostrano una tendenza produttiva che spesso privilegia gli esemplari monocromi ma non mancano esempi di arricchimento cromatico volti a far risaltare le incisioni con pennellate in verde e/o giallo (sporadicamente in bruno/violaceo). Le ceramiche ingobbiate e graffite venivano poi rivestite con una vetrina piombifera prima della seconda cottura, in modo che la superficie dei manufatti acquistasse impermeabilità e che i decori fossero protetti.