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Bargecchia è una frazione collinare del comune di Massarosa. Il paese è conosciuto soprattutto per le quattro campane che vennero fuse nel 1885, proprio in paese presso la Loc.Palagio, dalla fonderia Lorenzo Lera e figlio; si dice che durante la fusione numerosi bargecchini gettarono il proprio oro nella colata. Il suono risultò così armonioso che il Maestro Giacomo Puccini, durante le visite all'amico Dott.Giacchi, medico condotto del paese, decise di inserirle alla fine del primo atto della Tosca, durante il duetto tra Tosca e Scarpia. Nel 1940, il parroco di Bargecchia Don Giuseppe Del Fiorentino ricevette comunicazione dal Sovrintendente alle belle arti Dott.Invernizzi, in cui si diceva che da lì a poco le quattro campane sarebbero state requisite per essere trasformate in armamenti bellici. Tra i due iniziò una fitta corrispondenza e solo grazie alla perseveranza del parroco vennero salvate. Nel 1944, durante un perquisizione delle SS presso la Chiesina di San Lorenzo a Conca di Sotto, vennero rinvenuti dei fucili dietro all'altare; il Parroco interrogato più volte si rifiutò di collaborare "...la mia salvezza, diceva, potrebbe significare la morte di molti innocenti...". Venne fucilato alla fine di Agosto a Filettole (Pisa). La piazza del paese è denominata "Piazza Don G.Del Fiorentino, Martire della Libertà" Nel corso del 2016, in occasione della Festa del Comune di Massarosa che si è svolta proprio a Bargecchia, sono stati recuperati due antichi Lavatoi grazie al lavoro dei volontari: "Lavatoio e sorgente del Colle" e "Lavatoio del Palagio". Entrambi inseriti nel percorso della "Via delle Sorgenti", sono stati oggetto anche di ricerca e approfondimento da parte di scuole elementari e medie del territorio.
Con dialetto toscano si intende un insieme di vernacoli (ossia un continuum dialettale) di ceppo romanzo diffuso nell'area d'Italia corrispondente all'attuale regione Toscana, con l'esclusione delle parlate della Romagna toscana, di quelle della Lunigiana e di quelle dell’area carrarese.Caratteristica principale di tali idiomi è quella di essere sostanzialmente parlati; ciò garantisce una chiara distinzione dall'italiano, che da sempre (e soprattutto fino al 1860) è stata una lingua quasi esclusivamente scritta, letteraria, aristocratica, parlata dalle élite scolarizzate. Il toscano quindi è un sistema linguistico allo stesso tempo innovativo (grazie all'uso vivo), ma anche conservativo, arcaizzante, grazie al suo (ancora oggi forte) legame con le aree più rurali della regione. Tradizionalmente, il toscano non era considerato un dialetto italiano data la grande somiglianza con l'italiano colto di cui, peraltro, è la fonte (sia pure modificatasi nel tempo rispetto alla parlata odierna) perché ritenuto, erroneamente, una semplice variante o vernacolo dell'italiano. I primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al XIII-XIV secolo con le opere di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, e successivamente nel XVI secolo con Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, che conferirono ai parlari toscani la dignità di "lingua letteraria" della penisola. Al momento dell'unificazione dell'Italia fu scelto come lingua da adoperare ufficialmente, mettendo fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel De vulgari eloquentia), che vedeva due fazioni contrapposte, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di uno dei cosiddetti dialetti e un'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del XIX secolo proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di Alessandro Manzoni (molto nota è la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de I promessi sposi e i panni sciacquati in Arno), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera lingua nazionale sarebbe potuta nascere solo dopo l'incontro tra le varie culture del paese.
Il campanaro è colui che è incaricato di suonare le campane per qualsiasi ricorrenza od evento religioso cristiano in base ad un determinato e preciso insieme di segnali, che variano da luogo a luogo, codificato nel corso dei secoli. Nel linguaggio corrente è anche la denominazione più popolaresca del sacrista o sacrestano. Quasi sempre il campanaro era (ed è tutt'oggi in molti casi) anche l'addetto alla cura e alla carica manuale degli antichi orologi che scandiscono il tempo dalle torri campanarie delle chiese. Col termine si può indicare anche chi lavora in generale con le campane, sia il fonditore che il manutentore. In Italia, dal 1960, si svolge annualmente il Raduno nazionale dei suonatori di campane, dove vengono mostrate le principali tecniche di suono delle diverse regioni. In Italia e nel mondo i campanari (suonatori di campane) si sono organizzati in associazioni al fine di promuovere e salvaguardare la loro antichissima arte.
La Versilia è la parte della Toscana nord-occidentale, all'interno della provincia di Lucca, delimitata a nord dal fiume di Seravezza e a sud dall'antico forte del Motrone, comprendente i territori dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza, Stazzema. Oggi, nell'uso comune, vi si fa comprendere anche la conca di Camaiore e la pianura costiera che si estende fino a Viareggio. La riviera costiera ha una forte vocazione turistica con un esteso litorale sabbioso ed una vivace attività mondana. Alcuni comuni, in particolare Pietrasanta hanno puntato molto sul turismo culturale, che ha condotto in zona un turismo molto diversificato rispetto a quello del passato, che cercava sostanzialmente relax e divertimento disimpegnato.
Le parrocchie dell'arcidiocesi di Lucca sono 362. Il loro territorio è compreso nella provincia di Lucca e in quella di Pistoia. I seguenti dati sono aggiornati al 28 gennaio 2014.
Nicola Luisotti (Viareggio, 26 novembre 1961) è un direttore d'orchestra italiano.
Montecatino o Monte Catino (indicato nei documenti anche come "Montecatini nella Valle del Serchio" e "Montecatinello") è un colle a 483 metri sul livello del mare a nord di Lucca nella frazione di Cappella del Comune di Lucca. La sommità del colle è un ampio pianoro circolare di circa 65 metri di diametro dove si trovano i resti della chiesa di Santa Maria Annunziata, la torre-campanile e i resti dei locali parrocchiali e delle case coloniche. Nel 1986 si è scoperto che si tratta di un'area archeologica etrusca.