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Il trionfo era il massimo onore che nell'antica Roma veniva tributato con una cerimonia solenne al generale che avesse conseguito un'importante vittoria. Il primo a ottenerlo fu Romolo, il quale, dopo aver ucciso il re dei Ceninensi, poté celebrarlo percorrendo la via Sacra nel foro romano e salire sul Campidoglio, deponendo nel tempio di Giove Feretrio gli spolia opima. Non fu invece possibile per il triumphator utilizzare un cocchio, per percorrere questo tragitto, come accadde in seguito, a partire dai Tarquini (VII secolo a.C.). Gli stessi Fasti trionfali celebrano per l'anno 752/751 a.C.:
I Trionfi di Cesare (per esteso i Trionfi di Cesare in Gallia, come riporta un'insegna nella seconda tela) sono una serie di nove tele (tempera a colla, 268x278 cm ciascuna) dipinte da Andrea Mantegna tra il 1485 circa e il 1505, conservate nel Palazzo del bagno di Hampton Court a Londra. Si tratta del primo e più riuscito tentativo di ricreare la pittura trionfale dell'Antica Roma.
I Trionfi sono un poema allegorico in volgare italiano in terzine scritto da Francesco Petrarca, e articolato in dodici capitoli raggruppati in sei Triumphi, ciascuno dedicato ad una visione ottenuta dal poeta in sogno. È quindi presente una successione di sei trionfi: Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo ed Eternità. La redazione dell'opera iniziò nel 1351, terminando il 12 febbraio 1374, pochi mesi prima della morte dell'autore; il poema è infatti incompiuto, a causa sia del lavoro selettivo e correttorio a cui attese il poeta, sia per le difficoltà strutturali che hanno reso i Trionfi molto più meccanici e rigidi delle composizioni liriche del Canzoniere.