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La messa o celebrazione eucaristica è una liturgia propria di diverse Chiese cristiane. La celebrazione eucaristica è tipica della Chiesa cattolica, delle Chiese veterocattoliche, della Chiesa ortodossa, delle Comunità anglicane di tradizione anglo-cattolica, e di alcune comunità luterane che riservano al sacramento dell'eucaristia un ruolo preponderante nella vita della Chiesa stessa. Il termine viene usato dai cattolici di rito latino, e deriva dalla parola latina missa che viene pronunciata dal diacono nel rito romano in latino, quando congeda i fedeli dicendo: Ite, missa est. Prima che si diffondesse l'uso di questo nome, il rito eucaristico nelle Chiese di lingua latina era designato con varie espressioni, tra le quali Fractio panis ('lo spezzare del pane'), dal nome di uno dei gesti-chiave della liturgia stessa.
Nella liturgia della Chiesa cattolica si usa il termine Festa per indicare quelle celebrazioni dei misteri della vita di Cristo o dei santi che hanno importanza liturgica media. Hanno il grado di festa le celebrazioni del Signore di minore importanza, le celebrazioni degli apostoli e degli evangelisti (eccetto la solennità dei Santi Pietro e Paolo e la memoria di San Barnaba), dei martiri Stefano, Lorenzo e dei Santi Innocenti, di Santa Maria Maddalena, alcune celebrazioni della Beata Vergine Maria, la Dedicazione della Basilica Lateranense, e, a livello locale, le celebrazioni dei patroni dello Stato, del continente, della regione e della diocesi (salvo che si tratti di solennità secondo il Calendario romano generale) ed altre celebrazioni di santi. Le feste hanno la precedenza sulle memorie, mentre sono sorpassate dalle solennità e dalle domeniche, eccezion fatta per le feste del Signore. Si celebrano quindi solo se non cade quello stesso giorno una celebrazione di importanza maggiore. All'uopo il Messale e i libri della Liturgia delle ore riportano all'inizio una tabella in cui si determina l'importanza relativa delle varie celebrazioni dell'anno liturgico, e la loro reciproca precedenza.
Alleluia, Hallelujah o Halleluyah sono traslitterazioni della parola ebraica הַלְּלוּיָהּ (ebraico tradizionale Halləluya, ebraico tiberiense Halləlûyāh), composta da Hallelu e Yah, che si traduce letteralmente "preghiamo / lodiamo (הַלְּלוּ) YHWH (Yah יָהּ)", dove Yah è la forma abbreviata di YHWH (nome proprio di Dio, indicato con il tetragramma יהוה).La parola è usata 24 volte nella Bibbia Ebraica, specialmente nel libro dei Salmi (Salmi 113-118), dove inizia e termina una serie di Salmi e quattro volte nella versione greca del libro dell'Apocalisse (Nuovo Testamento). La parola è di uso comune nelle liturgie cristiane, specialmente quella cattolica e ortodossa e fa parte del vocabolario di molte lingue europee e anche extraeuropee. Per molti cristiani, Alleluia è la parola più gioiosa per esprimere lode e acclamare Dio. In molti riti non viene recitato o cantato nel tempo di Quaresima o in altri tempi penitenziali, quando è sostituito da un'acclamazione.