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I Giganti di Mont'e Prama (Sos zigantes/gigantes de Monti Prama in lingua sarda) sono sculture nuragiche a tutto tondo. Sono state trovate casualmente in un campo nel marzo del 1974 in località Mont'e Prama nel Sinis di Cabras, nella Sardegna centro-occidentale; le statue sono scolpite in arenaria gessosa del luogo e la loro altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri; rappresentano arcieri, spadaccini e lottatori. Tale luogo, oltre ad essere circondato da numerose rovine nuragiche (villaggi e Nuraghi), potrebbe risultare essere ciò che affiora di un più grande villaggio; le indagini geofisiche permesse dall'utilizzo di un georadar di avanzata tecnologia hanno consentito di trovare numerose tombe, forse altri depositi di statue, nonché altre strutture probabilmente legate ai templi: ad oggi queste nuove realtà non sono state ancora studiate. Insieme con statue e modelli di nuraghi furono trovate anche diverse pietre sacre (dette "betili del tipo "oragiana"), in genere collegate a una o più tombe dei giganti.Le statue furono trovate in connessione ad un vasto cimitero, nel quale furono sepolti in postura seduta dei giovani individui, forse quasi tutti di sesso maschile e dalla muscolatura molto sviluppata, fatto che, in connessione all'immagine delle statue, ne sottolinea l'appartenenza alla classe dei guerrieri o comunque degli aristocratici; le più antiche sepolture contengono reperti di ceramica datati dagli studiosi all'età del Bronzo Recente (1300–1200 a.C).; gli indizi antropologici e genetici ricavati dai resti delle ossa indiziano l'origine locale e nuragica dei guerrieri sepolti. Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 1979, i 5.178 frammenti rinvenuti, tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe e 784 frammenti di scudo, vennero custoditi nei magazzini del museo archeologico nazionale di Cagliari per trent'anni; solo alcuni dei primi frammenti vennero esposti in un sottoscala del museo; in generale, la scoperta fu trascurata per decenni, come asserì anche Lilliu.Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del C.C.A. (Centro di conservazione archeologica di Roma), guidati dalla soprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con quella per le province di Cagliari e Oristano, presso i locali del centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti a Sassari. Le sculture ricostruite in seguito al restauro sono risultate in totale trentotto: cinque arcieri, quattro non riconosciuti, sedici pugili, tredici modelli di nuraghe; tuttavia le nuove campagne di scavo hanno portato alla scoperta di nuovi esemplari. A seconda delle ipotesi, la datazione dei Kolossoi – nome con il quale li chiamava l'archeologo Giovanni Lilliu – oscilla dal IX secolo a.C. (900-801 a.C.) o addirittura al XIII secolo a.C. (1300-1201 a.C.), ipotesi che potrebbero farne fra le più antiche statue tridimensionali isolate dallo sfondo del bacino mediterraneo, in quanto antecedenti alle statue della Grecia antica, dopo le sculture egizie.