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In storia della psicoanalisi si raccoglie il racconto storico di quel vasto movimento di pensiero che ha fatto il suo esordio all'alba del Novecento e ha avuto nel lavoro del medico viennese Sigmund Freud il punto di partenza. Se agli inizi questo movimento sembrava costituire una rivoluzione nell'ambito della sola psichiatria, ben presto ci si ricredette sulla portata dell'influenza ch'esso avrebbe esercitato. Ci si dovette ricredere soprattutto di quanto la psicoanalisi andava smentendo con il suo impegno metodico e quotidiano: delle impressioni di moda passeggera, legate alla nuova scienza psicoanalitica nascente. Il vecchio secolo è passato, molte idee legate al Novecento hanno perso gran parte del loro iniziale seguito o sono pressoché scomparse. Tra queste, anche la psicoanalisi è stata messa pesantemente in discussione. È tuttavia indiscutibile che essa abbia avuto un importante influsso sulla cultura e sul costume dell'ultimo secolo. Per approfondimenti sulle elaborazioni teoriche dei vari esponenti di questo movimento si possono consultare le voci specifiche, mentre qui si tratta solo della divulgazione e dell'espansione del movimento psicoanalitico e delle sue teorizzazioni a partire dalla città di Vienna, dove operava il padre fondatore di questa disciplina. Si tratta anche del suo radicarsi ed espandersi, non solo a livello territoriale nelle culture locali e linguistiche specifiche, ma anche dell'inserirsi del suo linguaggio e del suo proprio paradigma nelle varie scienze, filosofie, teologie e arti, dalla letteratura, alla pittura al cinema; in breve, della progressiva colonizzazione da parte della psicoanalisi della cultura del Novecento e di quella contemporanea.
Il Regno Unito dei Paesi Bassi (in olandese: Verenigd Koninkrijk der Nederlanden, in francese: Royaume-Uni des Pays-Bas, in tedesco: Vereinigtes Königreich der Niederlande) era il nome usato per indicare un nuovo stato europeo creato da una costola dell'Impero francese durante il Congresso di Vienna del 1815, ed esistito fino al 1839. Questo stato, ufficialmente battezzato ''Regno dei Paesi Bassi'' (in francese: ''Royaume des Belgiques''), era costituito dalla Repubblica delle Sette Province Unite a nord, dai Paesi Bassi del Sud e dal Principato vescovile di Liegi preesistenti. Sebbene dal 1814 fosse stata indicata Amsterdam come futura capitale, ciò non venne sancito da una nuova Costituzione, e fu deciso che il governo si sarebbe riunito (a turno) a L'Aia e a Bruxelles. A reggere il nuovo stato fu chiamata la casata degli Orange-Nassau. Il piano era di creare uno stato a nord della Francia per contenerne le spinte espansionistiche e di ricostituire in un unico stato gli originali diciassette Paesi Bassi. Il Regno Unito dei Paesi Bassi durò fino alla secessione delle province meridionali che, insieme alla parte francofona del Granducato di Lussemburgo, formarono il Belgio (1830), sebbene la loro indipendenza non fosse riconosciuta dal resto del regno fino al 1839 dopodiché il nome andava ad indicare solo le province settentrionali. Il Granducato del Lussemburgo, autonomo rispetto al Regno Unito dei Paesi Bassi, fu governato dalla casata Orange-Nassau, attraverso un'unione personale, fino al 1890 quando Guglielmo III morì lasciando come erede solo una figlia. Poiché, però, le donne non potevano godere del diritto di successione a causa della Legge salica, il regno passò alla casata Nassau-Weilburg, una linea dinastica collaterale, così come stabilito dal Patto di famiglia di Nassau stipulato nel 1783.
Il Partito Socialista Operaio Spagnolo (in spagnolo: Partido Socialista Obrero Español), spesso abbreviato in PSOE (pronunciato /peˈsoe/), è un partito politico della Spagna, fondato nel 1879 da Pablo Iglesias Posse. È membro del Partito del Socialismo Europeo e dell'Internazionale Socialista.
Il Congresso di Vienna fu una conferenza tenutasi presso il castello di Schönbrunn (in tedesco Schloß Schönbrunn) nell'omonima città, allora capitale dell'Impero austriaco, dal 1º novembre 1814 al 9 giugno 1815 (benché diverse datazioni riportino l'inizio e la fine del Congresso al 18 settembre 1814 e al 9 giugno 1815). Vi parteciparono le principali potenze europee allo scopo di ridisegnare la carta dell'Europa e ripristinare l'Ancien régime dopo gli sconvolgimenti apportati dalla rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche. Con il Congresso di Vienna si apre infatti quella che viene definita come l'età della Restaurazione in Europa che può considerarsi conclusa con i moti del 1830-1831. Per la prima volta gli stati europei decisero che il modo giusto di mettere fine a una guerra fosse riunire tutti gli stati interessati e discutere una soluzione valida per tutti: un'idea che è sopravvissuta fino ad oggi. L'idea che i grandi conflitti e le questioni internazionali andassero risolte da riunioni a cui partecipavano tutte le nazioni coinvolte era oramai entrata nella cultura della diplomazia europea. Un secolo dopo, questa idea avrebbe assunto la forma della Società delle Nazioni e, a meno di 150 anni dalla chiusura del Congresso, avrebbe portato alla nascita delle Nazioni Unite.