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Console (storia romana)

Nell'antica Roma i consoli (latino: consules, "coloro che decidono insieme") erano i due magistrati che, eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare ed erano quindi dotati di potestas e imperium. La magistratura del consolato era la più importante tra le magistrature maggiori della Repubblica romana (immediatamente al di sotto della dittatura, che era però magistratura solo straordinaria). Questa la definizione che ne dà Polibio: Il termine derivava, secondo lo stesso Livio, dal dio Conso, una divinità che "dispensava consigli", come dovevano fare i due massimi magistrati della Repubblica romana.L'importanza di tale carica era tale che i nomi dei consoli eletti in un certo anno venivano utilizzati, tramite eponimia, per individuare quell'anno nel calendario romano. I nomi venivano riportati in un apposito elenco, i fasti consulares, da parte dei pontefici. Tale magistratura parrebbe non essere solo romana; infatti Tucidide, parlando dei Caoni ne La guerra del Peloponneso, libro II, par. 80, riferisce che si tratta di un « [...] popolo non sottoposto a potestà regia, su cui governavano, con carica annuale, Fozio e Nicaone, membri della famiglia dominante». In età imperiale, la carica consolare sopravvisse, ma divenne di nomina imperiale e, dopo la fondazione di Costantinopoli, un console venne regolarmente eletto per l'Occidente e uno per l'Impero Romano d'Oriente, perpetuandosi tale pratica a Roma anche dopo la caduta dell'Occidente, sino al 534, e a Costantinopoli sino al 541.

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