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Il termine indifferenza (dal latino indifferentia, composizione di in (privativo) e differentia, senza differenza) in filosofia può significare: tranquillità d'animo espressa senza desiderio o rifiuto di fronte ad un oggetto; comportamento tale che, all'atto di prendere una decisione tra due alternative, non si sceglie né l'una né l'altra perché vengono considerate ininfluenti e incapaci di produrre cambiamenti rispetto alla condizione esistente.Con quest'ultimo significato il tema dell'indifferenza coinvolge quello della libertà poiché nella condizione di disinteresse viene a mancare la volontà che decide la scelta. Quando infatti ci si trova di fronte a dei motivi di una scelta che si presentano dello stesso valore ci si ritrova in una situazione che è stata definita come la libertas indifferentiae, lo stato cioè in cui la volontà è sospesa e da cui si esce con «l'autodeterminazione attiva del volere che getta sul bene finito scelto il peso del suo desiderio».Il vocabolo trova applicazione anche in campo religioso nell'atteggiamento denominato Indifferentismo con il quale la Chiesa cattolica designa e condanna quelle teorie filosofiche o religiose che affermano che a Dio è ugualmente gradita ogni religione, in opposizione al dogma Extra Ecclesiam nulla salus (Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza), secondo il quale nessuno può salvarsi se non entra e non persevera nella Chiesa cattolica.Nell'ascetica, infine, l'indifferenza consiste nella rinuncia a qualsiasi decisione nell'attesa di adeguarsi alla volontà di Dio quando sarà chiaramente manifestata per conseguire la massima perfezione religiosa.
La filosofia (in greco antico: , philosoph a, composto di (phile n), "amare", e (soph a), "sapienza", ossia "amore per la sapienza") un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull'essere umano, indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana, tenta di definire la natura e analizza le possibilit e i limiti della conoscenza. Prima ancora che indagine speculativa, la filosofia fu una disciplina che assunse anche i caratteri della conduzione del "modo di vita", ad esempio nell'applicazione concreta dei principi desunti attraverso la riflessione o pensiero. In questa forma, essa sorse nell'antica Grecia. A rendere complessa una definizione univoca della filosofia concorre il dissenso tra i filosofi sull'oggetto stesso della filosofia: alcuni orientano l'analisi della filosofia verso l'uomo e i suoi interessi cos come viene esposto nell'Eutidemo di Platone, per cui essa sarebbe l'uso del sapere a vantaggio dell'uomo .Nel prosieguo della storia della filosofia altri autori che seguono questa opinione sono per esempio Cartesio ( Tutta la filosofia come un albero, di cui le radici sono la metafisica, il tronco la fisica, e i rami che sorgono da questo tronco sono le altre scienze, che si riducono a tre principali: la medicina, la meccanica e la morale, intendo la pi alta e la pi perfetta morale, che presupponendo una conoscenza completa delle altre scienze, l'ultimo grado della saggezza ), Thomas Hobbes, e Immanuel Kant, il quale, definisce la filosofia come scienza della relazione di ogni conoscenza al fine essenziale della ragione umana .Altri pensatori ritengono che la filosofia debba puntare alla conoscenza dell'essere in quanto tale secondo un percorso che, fatte le debite differenze, va dagli eleati sino a Husserl e Heidegger.
Emil M. Cioran (IPA: [eˈmil t͡ʃoˈran]) (Rășinari, 8 aprile 1911 – Parigi, 20 giugno 1995) è stato un filosofo, saggista e aforista rumeno, tra i più influenti del XX secolo. Nato in Romania, dal 1933 al 1935 visse a Berlino, e dalla seconda guerra mondiale in avanti risiedette in Francia con lo status di apolide; scrisse i primi libri in lingua romena, ma dalla fine del conflitto scrisse sempre in francese e, nonostante questo non fosse il suo idioma di nascita, viene considerato da molti critici come uno dei migliori prosatori in questa lingua.Vicino al pensiero esistenzialista, si distacca comunque dal movimento esistenzialista francese per la sua distanza ideologica dai principali esponenti quali Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Albert Camus, rifiutando l'impegno politico attivo sul fronte progressista e condividendo la filosofia dell'assurdo del suo amico Eugène Ionesco, benché venata dal suo pessimismo radicale. Il pensiero di Cioran è infatti influenzato da Nietzsche, Schopenhauer, Heidegger (rispetto al tecnicismo di quest'ultimo maturerà peraltro un'estrema reazione) e successivamente anche da Leopardi (benché, per sua stessa ammissione, mai profondamente conosciuto, ma avvertito quale "fratello d'elezione"), dai quali trae il suo nichilismo e il suo pessimismo. I suoi aforismi, anche per esperienze personali, sono infatti pervasi da una profonda amarezza e misantropia, che però vengono temperate dalla sua acuta ironia e dalla sua capacità di scrittura.