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Cum nimis absurdum

La bolla Cum nimis absurdum («Poiché è oltremodo assurdo» in lingua latina), emanata il 14 luglio 1555 da papa Paolo IV (al secolo Gian Pietro Carafa), dando seguito alle disposizioni del Concilio Lateranense IV nei paragrafi 67-70, pose una serie di limitazioni ai diritti delle comunità ebraiche presenti nello Stato Pontificio. In particolare impose agli ebrei l'obbligo di portare un distintivo grigio, li escluse dal possesso di beni immobili e vietò ai medici ebrei di curare cristiani. La bolla sancì inoltre la costruzione di appositi ghetti entro i quali gli ebrei avrebbero dovuto vivere e portò alla creazione, tra l'altro, del ghetto di Roma. Sette anni dopo papa Pio IV, avversario della famiglia Carafa, con la bolla Dudum a felicis del 27 febbraio 1562 ammorbidiva gli articoli più vessatori della bolla di Paolo IV, in particolare per quanto riguarda le limitazioni all'attività economica, il possesso di beni immobili anche fuori dai ghetti e assolveva chi non avesse rispettato le norme della Cum nimis absurdum. Tuttavia tale bolla costituì un precedente nella legislazione papale e i suoi effetti si sentirono fino alla presa di Roma nel settembre 1870. Molte delle ordinanze specificate nei quindici articoli della bolla, furono in seguito adottate da altri capi di Stato italiani. È la prima delle bolle papali che lo storico Attilio Milano ha qualificato, insieme alla Caeca et obdurata (1593) e alla Hebraeorum gens (1569), come bolle infami

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