Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Norberto Bobbio (Torino, 18 ottobre 1909 – Torino, 9 gennaio 2004) è stato un filosofo, giurista, politologo, storico e senatore a vita italiano. Considerato «al tempo stesso il massimo teorico del diritto e il massimo filosofo [italiano] della politica […] nella seconda metà del Novecento», fu «sicuramente quello che ha lasciato il segno più profondo nella cultura filosofico-giuridica e filosofico-politica e che più generazioni di studiosi, anche di formazione assai diversa, hanno considerato come un maestro».
Il Movimento Umanista è un'organizzazione internazionale volontaria che, tramite lo strumento della nonviolenza attiva e della non discriminazione, promuove lo sviluppo umano in senso sociale e personale. Non è un'istituzione e non ha uffici in nessuna parte del mondo. Nasce in Argentina nel 1969 prendendo ispirazione dall'ideologia che si riferisce al Nuovo Umanesimo o Umanesimo Universalista del suo fondatore Mario Rodríguez Cobos, conosciuto sotto lo pseudonimo letterario di "Silo". Il Nuovo Umanesimo si concentra sul superamento del dolore e della sofferenza a livello personale, interpersonale e sociale. Esso definisce la violenza come qualsiasi cosa che provochi sofferenza agli esseri umani nella loro generalità. In relazione a ciò va considerato che la violenza può presentarsi sotto aspetti differenti, quindi non solo nella più evidente e conosciuta forma di violenza fisica, ma anche in quella economica, religiosa, psicologica, sessuale, etnica, ecc. Le idee di base del Movimento Umanista sono espresse nel Documento del Movimento Umanista e nella bibliografia consultabile sul sito ufficiale.
Il dialetto leccese o salentino centrale è una variante del salentino e si differenzia dal salentino settentrionale per la presenza di cambiamenti metafonetici solo parziali. In particolare, si nota il dittongamento in /jɛ/ e /wɛ/ per i soli continuatori di Ĕ, Ŏ seguiti da -/i/, -/u/ (dente-denti vengono resi con tente-tienti; buona-buono vengono resi con bona-buenu), ma anche qualche esito metafonetico condizionato per i soli continuatori di Ē (mese-mesi vengono resi con mese-misi). Pur con alcune differenze tra un comune e l'altro, il salentino centrale copre la parte meridionale della provincia di Brindisi e quella centro-settentrionale della provincia di Lecce. A sud della linea Gallipoli - Maglie - Otranto si è soliti parlare di variante meridionale del salentino, caratterizzato dall'assenza quasi totale di cambiamenti metafonetici.
Il tarantismo o tarantolismo è una sindrome culturale di tipo isterico riscontrata nel sud Italia, che nella tradizione popolare è collegata ad una patologia che si riteneva essere causata dal morso di ragni (il termine deriva da taranta o tarantola, nomi comuni di Lycosa tarantula, un ragno diffuso in zone mediterranee, che prende a sua volta il nome dalla città di Taranto) o talvolta attribuito ad altri animali comunemente ritenuti velenosi come serpenti o scorpioni. Il termine tarantismo indica propriamente la patologia stessa, che però, in quanto presente solo in quel contesto culturale, è stata considerata una forma di isteria, o un termine indicante manifestazioni idiopatiche di natura sconosciuta. Per estensione, con la parola tarantismo ci si riferisce anche al fenomeno culturale e terapeutico che ne costituisce il contesto, portato alla luce da studi approfonditi da parte dell'antropologo culturale Ernesto De Martino negli anni '50 del '900. Il tarantismo, che si manifestava soprattutto nei mesi estivi (il periodo della mietitura del grano in Puglia), era costituito da sintomi di malessere generale, quali stati di prostrazione, depressione, malinconia, quadri neuropsicologici come catatonia o deliri, dolori addominali, muscolari o affaticamento, e la maggior parte dei soggetti che ne denunciavano i sintomi erano donne. Il quadro poteva includere sintomatologie psichiatriche, come turbe emotive e offuscamenti dello stato di coscienza, e poteva includere elementi che in passato sono stati associati alle nozioni di epilessia e isteria. La "cura" tradizionale è una terapia di tipo musicale coreutico, durante la quale il soggetto viene portato ad uno stato di trance nel corso di sessioni di danza frenetica, dando luogo a un fenomeno che è stato definito un "esorcismo musicale"
Il dialetto salentino (salentinu) è un dialetto parlato nel Salento, in Puglia. Distinto dall'italiano regionale pugliese, appartiene alla famiglia delle lingue romanze ed è classificato fra le varietà di tipo meridionale estremo insieme ai dialetti parlati in Sicilia, nella Calabria centro-meridionale e nel cilentano meridionale. L'area del dialetto salentino comprende l'intera provincia di Lecce, gran parte del territorio della provincia di Brindisi e la porzione sud-orientale della provincia di Taranto.
I dialetti lucani costituiscono l'insieme delle varietà dialettali italo-meridionali parlate nella regione italiana della Basilicata (o Lucania, dal cui nome è tratto l'aggettivo "lucani").
I dialetti dell'area arcaica calabro-lucana o area Lausberg comprendono le parlate dell'area posta geograficamente a cavallo tra la Basilicata meridionale e la Calabria settentrionale, definita area Lausberg dal nome del linguista tedesco, Heinrich Lausberg, che l'ha esplorata ed analizzata per primo. Appartengono linguisticamente al gruppo dei dialetti lucani.
I dialetti dell'area apulo-lucana si parlano nella zona orientale e nord-orientale della Basilicata e rientrano nel gruppo dei dialetti meridionali intermedi; nella parte orientale vi è il materano che presenta affinità con i dialetti della Puglia centrale (di sostrato iapigio-peuceta) mentre i vernacoli della parte nord-orientale (Vulture-Melfese) hanno maggiore affinità con i dialetti della Daunia, detta così poiché in epoca preromana vi risiedevano i Dauni, anch'essi di ceppo iapigio.
I dialetti dell'area appenninica lucana sono parlati nella zona centrale e occidentale della provincia di Potenza e in alcuni comuni dell'entroterra della provincia di Matera. Presentano una pronuncia di vocali generalmente chiuse anche se l'area in questione presenta aspetti molto differenti e variegati.