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Dialetto piacentino

Il dialetto piacentino (dialëtt piaśintein [dia'lət piaˌzĩ'təi] o [dia'lot piaˌzĩ'təi]) è un dialetto non codificato della lingua emiliana, appartenente al gruppo linguistico gallo-italico, parlato nella provincia di Piacenza. Presenta tratti di continuità con la lingua lombarda (soprattutto nel lessico e in diverse espressioni idiomatiche), pur evidenziando analogie con quella piemontese e differisce dai dialetti dell'emiliano, fatta eccezione per il parmigiano, per quanto riguarda la pronuncia. I secolari rapporti intrattenuti dalla città di Piacenza e dal suo circondario con Milano sono all'origine di caratteristiche lombarde che lo rendono somigliante al lombardo occidentale, tanto che talvolta la provincia piacentina viene inclusa nell'area lombardofona. Tuttavia, fin dalla classificazione di Bernardino Biondelli del 1853 è annoverato fra le varietà di tipo emiliano nonostante i tanti caratteri lombardi. Insieme al dialetto pavese occupa un ruolo centrale nell'ambito delle parlate gallo-italiche, confinando direttamente con tre dei quattro gruppi in cui esse si usano dividere. È nato dal latino volgare innestatosi sulla precedente lingua celtica parlata dai Galli che popolavano parte dell'Italia settentrionale. Come gli altri dialetti gallo-italici, nella storia ha subíto diverse influenze, tra cui quella longobarda (la città fu sede ducale longobarda nel Medioevo). In epoche più recenti è stato influenzato dal francese e dal toscano.

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