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Il mestiere di vivere: diario 1935-1950 è un diario dello scrittore Cesare Pavese nel quale l'autore annota, sotto forma di appunti frammentari, i suoi pensieri e le sue sensazioni. Iniziato dall'autore mentre era stato confinato dal regime fascista a Brancaleone (RC), e continuato fino alla sua morte, ne costituisce la sua autobiografia. Pubblicato per la prima volta nel 1952 da Einaudi a cura di Massimo Mila, Italo Calvino e Natalia Ginzburg, è tra le più importanti opere postume dello scrittore.
Il Diario di uno scrittore (in russo: Дневник писателя, Dnevnik pisatelya) è un'opera che riunisce una serie di articoli scritti da Fëdor Dostoevskij, a partire dal 1873, per la rivista Гражданин (Graždanin, "Il cittadino"), pubblicati settimanalmente e poi raccolti in volumi per volere dello stesso autore. Questi scritti vertevano su temi di cultura e attualità di vario genere, in particolar modo: Eventi di cronaca nera che turbavano l'opinione pubblica. Dostoevskij prese posizione contro il lassismo giudiziario, polemizzando contro i progressisti che, dando la colpa di ogni violenza individuale all'ambiente sociale, chiedevano pene meno severe per gli assassini. L'autore esorta a non assolvere il peccato assieme al peccatore, mantenendo pene severe per i reati gravi, pur dichiarandosi contrario alla pena di morte. Al tempo stesso Dostoevskij si interrogava, nei propri articoli, sul senso - o meglio, sul nonsenso - del male nel mondo, specialmente quando le vittime delle atrocità erano bambini. La questione morale. Dostoevskij accusò pubblicamente le comunità ebree di arricchirsi con l'usura a danno del popolo, di speculare sui crimini del colonialismo e di rappresentare tutto il male che la vera ortodossia (cioè la Chiesa cristiana ortodossa) avrebbe avuto il dovere di combattere. Questo era del resto, a quei tempi, anche il pensiero del Santo Sinodo. Dostoevskij polemizzava poi con il Cristianesimo "gesuitico" (cioè, per lui, ipocrita) dei cattolici, ritenuti pervertitori del genuino cristianesimo rimasto vivo soltanto nell'animo del popolo russo. Non mancavano infine frecciate contro l'etica materialista degli intellettuali di sinistra, da cui il Dostoevskij dell'ultimo periodo aveva preso decisamente le distanze (rinnegando le proprie stesse posizioni giovanili espresse nelle Memorie dalla casa dei morti). I retroscena della vita dello scrittore e i suoi commenti sulle tendenze letterarie dell'epoca, come l'articolo scritto nel 1880 su Puškin, esaltato da Dostoevskij quale maggior interprete del genuino spirito russo. Dostoevskij riferisce inoltre come erano nati alcuni suoi grandi romanzi e cosa stava dietro le sue controverse scelte narrative, rivelando ad esempio che nel principe Myškin de L'idiota egli aveva voluto descrivere una sorta di Gesù moderno. Da questi ultimi contenuti si comprende appunto il titolo autobiografico della rubrica: Diario di uno scrittore.
Un diario è una forma narrativa in cui il racconto – reale o di fantasia – è sviluppato cronologicamente, spesso scandito ad intervalli di tempo regolari, solitamente a giorni. il diario è, in poche parole, un testo in cui vengono annotati avvenimenti personali e importanti per ciascuno di noi, come: avvenimenti politici, sociali, economici, osservazioni di carattere scientifico o altro. Dal punto di vista della tipologia testuale è la forma che di solito rivela la parte più intima dell'autore. Chi scrive lo fa per puntualizzare a sé stesso ciò che gli sta accadendo in quel periodo, senza pensare troppo al passato ma ponendo l'attenzione sul presente. Solitamente all'inizio di una pagina viene scritta la data in cui si scrive; il destinatario può essere o il diario stesso o un amico immaginario. Il linguaggio è di solito semplice, esistono anche, oltre ai diari veri, quelli creati da un autore che si inventa un personaggio che parla di sé. Con diario si indica anche il supporto materiale dove questo racconto viene realizzato; una moderna forma di diario, in questo senso, è quella affidata all'informatica attraverso la tenuta di blog personali. Solamente nel Rinascimento il diario si distinse dall'autobiografia e dalla cronaca, assumendo la funzione di annotatore di appunti da ricordare e di eventi spirituali dello scrivente, utili per un miglioramento ed un perfezionamento. In un secondo tempo questa tendenza passò anche nel mondo laico.