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Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato fu un organo speciale del regime fascista italiano, competente a giudicare i reati contro la sicurezza dello Stato e del regime. Durante il regime fascista il Tribunale Speciale ebbe il potere di diffidare, ammonire e condannare gli imputati politici ritenuti pericolosi per l'ordine pubblico e la sicurezza del regime stesso. Con la stessa legge di costituzione del tribunale venne reintrodotta la pena di morte per alcuni reati a carattere politico. Il Tribunale Speciale operava secondo le norme del Codice penale per l'esercito sulla procedura penale in tempo di guerra. Le sue sentenze non erano suscettibili di ricorso né di alcun mezzo di impugnazione, salva la revisione. Il Tribunale operava in modo sommario senza alcuna garanzia per gli imputati.
Il tribunale ordinario, nell'ordinamento giudiziario italiano, è l'organo giurisdizionale deputato a conoscere, in primo grado, delle cause civili e dei reati che non appartengono alla competenza verticale di altri giudici ordinari, nonché, in sede di appello, delle sentenze pronunciate in primo grado dal giudice di pace. La sua competenza territoriale è limitata a una circoscrizione giudiziaria, anche detta circondario.
Processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946 (la città era, insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista). Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT), che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita. Il secondo gruppo di dodici processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (NMT), e comprese anche il famoso Processo ai dottori. Questa voce tratta principalmente i processi del primo gruppo. Per i processi del secondo gruppo si veda la voce "Processi secondari di Norimberga". La decisione di sottoporre a processo i principali esponenti dell'Asse fu presa ancor prima della cessazione della guerra. Dal 18 ottobre all'11 novembre 1943 si svolse a Mosca la terza conferenza tripartita di Mosca, con la presenza dei tre ministri degli esteri dell'alleanza: Cordell Hull, Anthony Eden e Vjačeslav Michajlovič Molotov. Come ebbe a scrivere Churchill nelle sue memorie, «l'uccisione di Mussolini e il collasso del fascismo ci risparmiò una Norimberga italiana». Al termine dell'incontro venne stilato un documento nel quale i tre capi della coalizione, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, si impegnavano al termine della guerra a far sì che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quale i crimini fossero stati commessi. Nella successiva Conferenza di Teheran, dal 28 novembre al 1º dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine nazionale a un più ampio livello e superato il concetto della punibilità nazionale.
I diritti inviolabili sono espressi nella Costituzione italiana all'Art. 2 e non possono essere oggetto di revisione costituzionale proprio per il loro contenuto essenziale. Alcuni diritti dell'uomo, infatti, esistono a prescindere dagli ordinamenti giuridici e sono riconosciuti dalla Costituzione, nonché dalla Repubblica. Si tratta di diritti dell'Uomo, e non del Cittadino, poiché la natura di questi diritti va oltre la dimensione politica della cittadinanza: un individuo, pur non essendo cittadino, ha diritto alla protezione. I diritti inviolabili e inderogabili sono garantiti anche dai trattati europei (e dalla Carta europea dei diritti dell'uomo), quindi non solo nella propria nazione di nascita.
La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano, che in quanto tale occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica: considerata una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, laica, democratica e tendenzialmente programmatica, è formata da 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e finali.Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ne esistono tre originali, uno dei quali conservato presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana.
La cittadinanza italiana è la condizione della persona fisica (detta cittadino italiano) alla quale l'ordinamento giuridico dell'Italia riconosce la pienezza dei diritti civili e politici. La cittadinanza italiana è basata principalmente sullo ius sanguinis.
L'avvocato (al femminile avvocata o avvocatessa) è un professionista esperto di diritto che presta assistenza in favore di una parte nel giudizio, operando da consulente e da rappresentante legale, sia giudiziale che stragiudiziale, per conto del suo cliente. Il nome deriva dal latino advocatus, propriamente participio passato di advocare, "chiamare presso", nel latino imperiale "chiamare a propria difesa", e con uso assoluto "assumere un avvocato".