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Il termine ipocondria (detto anche patofobia, o ansia da malattia secondo il DSM-5) è una forma clinica dei disturbi d'ansia caratterizzata dalla preoccupazione ingiustificata ed eccessiva nei confronti della propria o della altrui salute, con la convinzione che qualsiasi sintomo avvertito da un soggetto sia il segno di una patologia severa. Il segno caratteristico è l'osservazione ossessiva di sintomi oggettivi correlati con il proprio organismo (per esempio problemi gastrointestinali, palpitazioni cardiache o dolori muscolari) che impegnano il soggetto in un processo di ascolto e auto diagnosi continui che possono risultare anche fortemente debilitanti. Difatti, alcuni pazienti manifestano i sintomi tipici di un disturbo d'ansia conclamato quali pressione elevata, palpitazioni e stress fisico. Spesso, la preoccupazione permane anche dopo una valutazione medica in cui sia appurato che tali sintomi non indicano nessuna effettiva patologia, o comunque non una patologia abbastanza grave da giustificare il livello di ansia e paura dell'ipocondriaco. Il trattamento è prevalentemente di tipo psicoterapico, con maggiori evidenze per la terapia cognitivo-comportamentale. Si stima che fino al 5% della popolazione può soffrire del disturbo nel corso della vita.
In psicologia e psichiatria un disturbo psichico o mentale (in inglese: mental disorder) è una condizione patologica che colpisce la sfera comportamentale, relazionale, cognitiva o affettiva di una persona in modo disadattativo, vale a dire sufficientemente forte da rendere problematica la sua integrazione socio-lavorativa e/o causargli una sofferenza personale soggettiva.Quando il disagio diventa particolarmente importante, disadattativo, durevole o invalidante si parla spesso di malattia mentale. Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. Lo studio e la cura delle malattie mentali rientra nel campo di studi della psicologia e della psichiatria.
Il disturbo d'ansia generalizzato, detto anche DAG o GAD (dall'inglese Generalized anxiety disorder), è una forma clinica dei disturbi d'ansia caratterizzata da sintomi fisici e psichici dell'ansia che non sono concentrati o elicitati verso una particolare causa o situazione (ovvero, è aspecifica). Eventi casuali e difficoltà della vita quotidiana possono diventare fonte di estrema preoccupazione per il paziente, che tende a vivere in uno stato di allerta cronica, tanto da arrivare ad interferire con la sfera relazionale e lavorativa. Nel commentare le sue difficoltà, il paziente è di solito assai preciso e appropriato nel riconoscere la discrepanza tra dimensione reale delle difficoltà da affrontare e quota d'ansia che queste evocano e sente di temere per qualcosa ma senza essere capace di esprimere specificatamente di che paura si tratti. I sintomi caratteristici sono quelli degli stati d'allarme, contraddistinti da una condizione psichica di generale attesa apprensiva, e da numerosi segni e sintomi fisici di attivazione vegetativa (hyperarousal): si può presentare emicrania, palpitazioni, vertigini e insonnia, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, irrequietezza, disturbi del sonno. Oltre a questi sintomi, prettamente "fisici" se ne accompagnano di cognitivi quali ad esempio: sensazione di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione. È un problema che interessa prevalentemente le donne (1,5:1) e complessivamente il 3-5% della popolazione. Il disturbo può venir sottovalutato dai pazienti ed è generalmente cronico: di solito si presenta in età infantile, tanto che il paziente riferisce di essere ansioso "da sempre".
I disturbi d'ansia sono un insieme di disturbi psichiatrici caratterizzati da forme di paura e di ansia ingiustificata o patologica che si accompagnano spesso a manifestazioni psicosomatiche e che creano notevole disagio all'individuo. Secondo i differenti sistemi nosografici, come DSM e ICD, esiste un'ampia varietà di disturbi d'ansia. I più comuni sono il disturbo d'ansia generalizzato (DAG), il disturbo di panico (DP), l'ipocondria, la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo post traumatico da stress (DPTS). Spesso tali disturbi si accompagnano a quelli dell'umore. Secondo le statistiche, fino al 30% delle persone soffriranno nel corso della loro vita di un disturbo d’ansia, con una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini e con i sintomi che generalmente insorgono prima dei 25 anni di età.