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Due pescatori siciliani raccontano la storia del Borgo di Dio

“chi conosce la Sicilia, sa che cosa significhi l’inerte passività della miseria. La superstizione ha condotto gli isolani della condizione più umile a una sorte di abdicazione di fronte alla vita. Perciò il Borgo di Dio è sempre desto a riscontrare, a dar nome, alle prime e più urgenti necessità della zona; ea scoprire e proporre il modo di ovviarle, investigando ‘in loco’ la maniera più diretta di risolvere i problemi pratici della vita del paese. (…) Solamente la continua e amorosa presenza di questo gruppo, pronto sempre a scontare per tutti, valse a lunga scadenza a superare il muro delle riserve e a vincere il disagio di fronte alle cose nuove e a questo appassionato richiamo alla vita.”(Giuseppe Ricca, Milano, 15 maggio 1954) Due pescatori siciliani raccontano la storia del Borgo di Dio è il primo scritto di Grazia Honegger Fresco (Roma, 1929 - Castellanza, 2020), pedagogista italiana, allieva di Adele Costa Gnocchi e Maria Montessori, pubblicato nel 1954, edito da Edizioni Portomare. L’opera, in quaderno, si compone nella testimonianza, direttamente raccolta dall’autrice, della viva voce di Paolino Russo e di Toni Alia, entrambi pescatori locali di Trappeto (‘Trappitu’ in Siciliano), comune in provincia di Palermo in Sicilia, che narrano le vicende intorno all’esperienza del Borgo di Dio, dall’arrivo del Sociologo, poeta ed educatore della nonviolenza, Danilo Dolci, sino agli ultimi giorni del 1953. I quaderni sono a cura di Giuseppe Ricca e questo volume rappresenta il primo. L’Edizione è di 500 copie.

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