Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Il vetro è un materiale ottenuto tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata dalla cristallizzazione. I vetri sono solidi amorfi, dunque non possiedono un reticolo cristallino ordinato, ma una struttura disordinata e rigida composta da atomi legati covalentemente; tale reticolo disordinato permette la presenza di interstizi in cui possono essere presenti impurezze, spesso desiderate, date da metalli. Inoltre i suddetti vetri potrebbero essere ottenuti a partire da qualunque liquido, attraverso un rapido raffreddamento che non dia alle strutture cristalline il tempo di formarsi. Nella pratica, hanno la possibilità di solidificare sotto forma di vetro solo i materiali che abbiano una velocità di cristallizzazione molto lenta, come per esempio l'ossido di silicio (SiO2), il diossido di germanio (GeO2), l'anidride borica (B2O3), l'anidride fosforica (P2O5), l'anidride arsenica (As2O5).Un esempio di vetro naturale è l'ossidiana, prodotta dal magma vulcanico. Nel linguaggio comune il termine vetro viene utilizzato in senso più stretto, riferendosi solamente ai vetri costituiti prevalentemente da ossido di silicio (vetri silicei), impiegati come materiale da costruzione (soprattutto negli infissi), nella realizzazione di contenitori (per esempio vasi e bicchieri) o nella manifattura di elementi decorativi (per esempio oggettistica e lampadari). La maggior parte degli utilizzi del vetro derivano dalla sua trasparenza, dalla sua inalterabilità chimica e dalla sua versatilità: infatti, grazie all'aggiunta di determinati elementi, è possibile creare vetri con differenti colorazioni e proprietà chimico-fisiche. L'arte e tecnica della fabbricazione e della lavorazione del vetro è chiamata "ialurgia", dal greco ὕαλος (húalos), "vetro".
Il monastero di Sant'Antonio era un cenobio di benedettini, e poi di benedettine, dell'isola di Torcello. Sorgeva su un'isola della zona sud-orientale della località, presso il canale tuttora denominato di Sant'Antonio. In un documento del 1216 l'abate di San Giorgio Maggiore concedeva al confratello Tommaso alcuni terreni a Torcello dove avrebbe dovuto costruire un luogo di culto da dedicare a Sant'Antonio Abate. Il testo ricorda la difficile situazione ambientale dell'area che, periodicamente sommersa dalle maree, sfavoriva le attività umane e l'insediamento, ma d'altra parte l'abate dava a fra Tommaso ampia autonomia e sgravi fiscali affinché vi fosse costruito un complesso monastico. Sulla base di ciò, il monastero doveva essere stato fondato attorno al XIII secolo, periodo di massima diffusione dei cenobi in Laguna, anche se altri storici propendono per il IX-X secolo. In un documento del 1217, Tommaso viene citato come prior Sancti Antonii, attestando così la nascita del monastero. Secondo le fonti antiche, dal 1246 l'abbazia ospitò le monache di San Cipriano di Mestre e fu sotto la giurisdizione di Santa Maria e Donato di Murano. Le monache trovarono l'edificio in grave stato di degrado, ma il complesso fu più volte restaurato. Le sue proprietà andarono ampliandosi allorché si unirono al monastero altre comunità: Santi Filippo e Giacomo di Ammiana (1367), Santi Giovanni e Paolo di Costanziaco, Santi Marco e Cristina di Ammiana (1432). Da quest'ultima unione, la comunità ereditò il corpo di Santa Cristina, oggi conservato a San Francesco della Vigna. Chiesa e monastero sopravvissero sino alle soppressioni napoleoniche del 1806, quando le monache passarono al monastero di San Matteo di Murano. Il seguente incameramento dei beni portò alla demolizione degli edifici di cui oggi non resta pressoché traccia. Al Museo provinciale di Torcello sono esposti alcuni cicli pittorici provenienti dalla chiesa e attribuiti alla scuola del Veronese: le due portelle dell'organo, raffiguranti un'Annunciazione e un'Adorazione dei Magi, cinque monocromi che ornavano il poggio e quattro dipinti sulla vita di Santa Cristina. Proprio del Veronese è invece la tela raffigurante Sant'Antonio Abate tra i santi Cornelio e Cipriano, oggi conservata presso la Pinacoteca di Brera.
Actv (sigla di Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) è l'azienda comunale per il trasporto pubblico operante nel comune di Venezia dal 1º ottobre 1978. Gestisce anche il trasporto pubblico urbano nel comune di Chioggia e parte di quello extraurbano nella provincia di Venezia. Al 2007 ogni anno vengono trasportati 106.057.000 passeggeri nel settore navigazione (con 1.069 dipendenti) e 98.136.000 passeggeri nel settore automobilistico (con 1.039 dipendenti). Tali numeri fanno di Venezia la prima città in Italia per rapporto passeggeri annui/numero di abitanti e di ACTV la prima azienda nel settore del trasporto urbano per introiti.