Elemento (filosofia)
Il concetto di elemento (in greco, , stoicheion; al plurale, , stoicheia) indica, a partire dalla filosofia greca antica, un componente primo, minimo, cio non ulteriormente riducibile o analizzabile, di un insieme composto.
Come testimoniato da Diogene Laerzio (III, 24), Platone (428-348 a.C.) stato il primo a utilizzare il termine in senso cosmologico (Teeteto, 203 c), riprendendo ed espandendo il significato comune ai suoi tempi di 'lettere dell'alfabeto'. Mentre la sillaba so del nome Socrate pu essere conosciuta dai suoi elementi s e o, questi ultimi elementi non possono essere ulteriormente analizzati.
Nel Timeo (360 a.C. ca.), Socrate ricorda che acqua, aria, terra e fuoco sono intesi come "elementi" (stoicheia) dell'universo, per quanto in nessun modo essi possono essere associati alla classe delle "sillabe". stato per Aristotele (384-322 a.C.) il primo a dare una esauriente analisi del concetto.
Aristotele illustra anche il significato di come porzione fondamentale di una dottrina: alcune dimostrazioni, per la loro centralit , ricorrono in altre dimostrazioni. In questo senso, il celebre trattato matematico di Euclide (300 a.C. ca.) si intitoler Elementi ( ).Infine, Aristotele osserva come si indichino metaforicamente con il termine anche le entit universali, semplici e indivisibili. Gli Stoici, invece, distinsero tra princip , ingenerati e incorruttibili, ed elementi, distrutti dall'ecpirosi (la conflagrazione che, secondo la fisica stoica, distrugge periodicamente l'universo).Il riferimento a "quattro elementi" (fuoco, aria, acqua e terra) comune a tutte le cosmogonie. Tanto l'Oriente quanto l'Occidente hanno concepito una stretta connessione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale. Dall'equilibrio degli elementi dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo: l'universo ordinato, sorto dal caos, era governato da personificazioni divinizzate dei quattro elementi. L'uso del termine stoicheion in riferimento ai quattro elementi si deve, nella filosofia greca antica, ad Aristotele e agli Stoici, che in seguito ne diffondono l'uso tradizionale da Ario Didimo (I secolo a.C.-I secolo d.C.) a Stobeo (V secolo d.C.).