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La prefettura del pretorio d'Italia (in latino: Praefectura Praetorio Italiae e in greco: Υπαρχία Πραιτωρίων Ιταλίας, traslitterato in Yparchia Praetorion Italias) o, più semplicemente, prefettura d'Italia era una delle grandi prefetture del pretorio nelle quali, a partire dalla riforma tetrarchica di Diocleziano, si articolò l'Impero romano. Fu nota anche come prefettura del pretorio d'Italia, Illirico e Africa (latino: Praefectura Praetorio Italiae, Illyrici et Africae) e come prefettura del pretorio d'Italia e Africa (latino: Praefectura Praetorio Italiae et Africae). La capitale della prefettura fu prima a Milano ed infine a Ravenna. Assegnata dopo il 395 all'Impero d'Occidente, dopo la caduta di questo nel 476, la prefettura sopravvisse formalmente per conto dell'imperatore d'Oriente, prima nelle mani del re degli Eruli Odoacre, poi in quelle dei sovrani del Regno ostrogoto, da Teodorico a Teia. Al termine della guerra gotica, nel 553, la prefettura venne infine riunita all'Impero d'Oriente, sopravvivendo sino al 584, quando venne trasformata in esarcato d'Italia.
Il Prefetto del pretorio (ma più correttamente «Prefetto al pretorio», dal latino: praefectus praetorio) fu una figura dell'amministrazione militare e civile dell'Impero romano. Nacque come titolo riservato al comandante della Guardia pretoriana, ovvero della guardia del corpo dell'imperatore, mentre durante il tardo impero divenne l'amministratore capo di una delle suddivisioni del tardo impero, le Prefetture del pretorio. Durante il periodo alto imperiale, i due prefetti del pretorio erano a capo di una struttura di comando che controllava i seguenti ufficiali: 9 tribuni (uno per coorte) e 54 centurioni.
Il prefetto, nell'ordinamento amministrativo italiano, è un organo monocratico dello Stato, rappresentante del governo territoriale di province e città metropolitane, preposto a un ufficio denominato "prefettura-ufficio territoriale del governo", dipendente dal Ministero dell'Interno.