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Il tasso di cambio può essere definito come numero di unità di moneta estera che possono essere acquistate con un'unità di moneta nazionale. Viene determinato dal valore di mercato delle varie valute sul mercato internazionale. Molte banche centrali pubblicano il valore della propria valuta sui mercati mondiali, una volta al giorno ed in base alle quotazioni di mercato.
Per moneta si intende tutto quello che viene utilizzato come mezzo di pagamento e intermediario degli scambi e che svolge le funzioni di: misura del valore (moneta come unità di conto); mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi e in genere nelle transazioni commerciali (moneta come strumento di pagamento); fondo di valore (moneta come riserva di valore);La funzione "centrale" della moneta è quella di strumento di pagamento, visto che le altre funzioni sono o conseguenza di essa o condizione favorevole per il suo svolgimento. La distinzione tra unità di conto e mezzo di pagamento era più evidente nelle economie antiche, quando esistevano monete "virtuali", oggi si direbbe scritturali, (come il talento, la lira medioevale ecc.) che non esistevano fisicamente e non venivano coniate, ma servivano solo per contare e stipulare i contratti (unità di conto); le monete reali (mezzi di pagamento) si usavano per saldare l'obbligazione. Scrive il premio Nobel Samuelson: Mentre nell'antichità esistevano soltanto le monete metalliche, consistenti solitamente in dischi di varie dimensioni e composizione, usati come strumenti di pagamento o tesaurizzati, nelle economie moderne alla moneta metallica si è affiancata o sostituita la moneta cartacea, più facile ed economica da produrre e utilizzare, nonché diversi altri tipi di "monete" immateriali, a cominciare dal deposito bancario (in quest'ultimo caso si parla di "moneta" intesa in senso lato, come strumento di pagamento complementare rispetto alla moneta in senso stretto). Il concetto di moneta è ampiamente studiato nell'ambito dell'economia monetaria, mentre in ambito applicativo si parla comunemente di politica monetaria dove il diritto di emissione di moneta appartiene solitamente ad uno Stato e va sotto il nome di sovranità monetaria.
Il dilemma di Triffin (o paradosso di Triffin) è una teoria economica riguardante gli effetti dell'adozione di una moneta come valuta di riserva su scala internazionale. Secondo questa teoria, una siffatta situazione può causare, per il paese che emette quella determinata valuta, dei conflitti di interesse tra gli obiettivi interni a breve termine, e quelli internazionali a lungo termine (come sarebbe avvenuto nel caso del cosiddetto Petrodollaro). La teoria, elaborata dall'economista belga-statunitense Robert Triffin nel 1960, mette in evidenza la situazione in cui si trova una nazione che desidera mantenere la propria moneta come valuta di riserva mondiale, il dover essere disposta a fornire, alle altre nazioni, un apporto supplementare di moneta proprio per soddisfare la loro domanda di valuta di riserva, causando quindi un deficit della bilancia dei pagamenti, in particolare in conto corrente (che registra le transazioni internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti, che non rappresentino un'attività finanziaria, come ad esempio per le materie prime). Per esempio, nel caso del Dollaro statunitense si verifica una situazione in cui alcuni obiettivi richiedono un flusso globale di dollari fuori dagli Stati Uniti d'America, mentre altri richiedono un flusso globale di dollari negli Stati Uniti. Il paese che emette moneta internazionale deve quindi accettare crescenti disavanzi delle partite correnti al fine di soddisfare la domanda mondiale di valuta di riserva, ma nello stesso tempo i crescenti deficit indeboliscono la fiducia nella solidità della moneta nazionale usata come riserva standard internazionale. I paesi che debbono usarla, come ad esempio quelli con scarse risorse naturali, eserciteranno una forte domanda di valuta di riserva per poter pagare le transazioni con i paesi produttori di risorse. Questi ultimi investiranno in azioni e titoli di stato del paese emettitore, quindi i dollari emessi non si presentano al cambio, condizionando il valore del dollaro sulle altre monete. Il dilemma di Triffin è usato per articolare i problemi con il ruolo del dollaro come valuta di riserva sotto il sistema di Bretton Woods, e, più in generale, vale con qualsiasi moneta nazionale utilizzata come valuta di riserva internazionale, fenomeno definito dollarizzazione. Attualmente il dollaro resta la principale valuta di riserva. Secondo l'economista Paul Samuelson, la richiesta di dollari all'estero permette agli Stati Uniti di mantenere un persistente deficit commerciale senza la contropartita di un deprezzamento della valuta o un raggiustamento dei flussi commerciali: infatti, il dollaro non si è svalutato nella misura prevista. Il tasso di cambio con le altre monete è poco sensibile a questo deficit della bilancia commerciale se commisurato a quanto ammonta il saldo esportazioni-importazioni.