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L'esistenza di una vasta terra emersa, la Terra Australis, posta a sud del pianeta con lo scopo di "riequilibrare" la massa delle terre dell'emisfero settentrionale, è un'ipotesi che risale all'antichità: secondo Aristotele l'esistenza di una zona fredda a nord del pianeta implicava l'esistenza di una zona altrettanto fredda posta a sud; il Polo Nord (Arktikos) era posto sotto la costellazione dell'Orsa Maggiore (il termine greco arktos significa orsa) e quindi la terra opposta fu chiamata Antarktikos, Antartide.
Il monte Erebus è un vulcano attivo alto 3.794 m s.l.m., situato in Antartide e più precisamente sull'isola di Ross. Secondo vulcano più alto dell'Antartide dopo il Monte Sidley, nonché il vulcano attivo più meridionale della Terra, il vulcano, attivo da circa 1,3 milioni di anni, è in attività costante dal 1972; sulle sue pendici si trova un osservatorio vulcanico gestito dal New Mexico Institute of Mining and Technology. All'interno del cratere si trova uno dei pochi laghi di lava al mondo. E' attualmente il vulcano più attivo dell'Antartide e rappresenta lo sbocco eruttivo del punto caldo Erebus.
L'Antartide (AFI: /anˈtartide/, o anche continente antartico) è il continente situato nell'emisfero australe della Terra, circostante il Polo sud e opposto all'Artide (il quarto continente più vasto della Terra dopo Asia, Africa e Americhe con circa 14 milioni di km²), comprendente le terre e i mari compresi entro il Circolo polare antartico, caratterizzato dalla presenza della calotta polare antartica, dalle piattaforme di ghiaccio, dalla banchisa antartica e circondato dall'oceano antartico: il 98% del territorio coperto dai ghiacci della calotta antartica, il cui spessore medio è di 1600 metri, che lo rendono il continente più freddo e inospitale del pianeta.
La spedizione Amundsen è stata una missione esplorativa finanziata dalla Norvegia diretta verso le regioni antartiche. Svoltasi negli anni 1910-1912, la missione era comandata da Roald Amundsen.
La spedizione Terra Nova (in inglese Terra Nova Expedition), conosciuta anche come spedizione antartica britannica 1910 (British Antarctic Expedition 1910) è stata una missione esplorativa finanziata dal Regno Unito diretta verso le regioni antartiche. Svoltasi negli anni 1910-1913, la missione era comandata da Robert Falcon Scott a bordo della Terra Nova ed aveva come obiettivo principale «raggiungere il Polo Sud ed assicurare all'Impero britannico l'onore di tale impresa». La spedizione aveva anche ulteriori finalità di ricerca scientifica e di esplorazione geografica e, anche se si trattava formalmente di un'impresa privata, godeva della benedizione non ufficiale del governo britannico (che contribuì alla metà delle spese), dell'ammiragliato e della Royal Geographical Society. La missione portò a termine un complesso programma di ricerca scientifica ed esplorò la terra della Regina Vittoria e la regione delle montagne occidentali mentre un tentativo di sbarco nella terra di re Edward VII non ebbe successo. Una missione a capo Crozier dell'agosto 1911 fu la prima esplorazione in slitta portata a termine durante l'inverno antartico. L'avvistamento presso baia delle balene di una spedizione norvegese guidata da Roald Amundsen trasformò la sfida di Scott contro il continente in una gara. Scott guidò personalmente il gruppo diretto al Polo e con cinque uomini raggiunse l'obiettivo il 17 gennaio 1912 per scoprire che Amundsen lo aveva preceduto di un mese. Tutto il resto, compresa la stessa impresa di Amundsen, venne oscurato dalla morte di Scott e dei suoi uomini durante il viaggio di ritorno dal Polo verso il campo base lungo la costa. I loro diari vennero recuperati otto mesi dopo da un gruppo di ricerca che permise al mondo di conoscere la loro storia. Esistono diversi punti di vista sulle cause del disastro e la spedizione Terra Nova dopo un secolo è ancora oggetto di continue controversie che alternativamente dipingono Scott come un coraggioso ed esperto eroe o come vile e disorganizzato.
L'esplorazione (dal latino exploratio, 'osservazione', 'esame', 'perlustrazione (anche a fini militari)', 'spionaggio') è l'atto, comune a tutti gli animali non sessili, di ricercare, attraverso il movimento, informazioni sul proprio ambiente e trarne risorse. Nel caso dell'uomo, l'esplorazione consiste specialmente di operazioni di ricognizione geografica (si parla in questo caso di esplorazioni geografiche), sia per scopi legati alla ricerca scientifica (in particolare geofisica, ma anche archeologia, antropologia, etnologia, economia), sia per lo sfruttamento commerciale (eventualmente coloniale) dei nuovi territori. Uno dei periodi più intensamente caratterizzati dall'esplorazione di nuove terre da parte dell'uomo è detta "età delle scoperte geografiche" (XV-XVIII secolo), quando gli Europei, per svariate ragioni (scientifiche, militari, religiose, commerciali) salparono verso terre a loro sconosciute, determinando un immenso passo avanti nella produzione cartografica. Gli Europei mettevano piede per la prima volta in terre che essi non conoscevano ma che, naturalmente, erano ben note ad abitanti che a loro volta, molto tempo prima, avevano scoperto quei territori dove avevano creato la loro civiltà. Ogni piccola parte della Terra abitata infatti è stata scoperta dai primi uomini che nella preistoria si sono spostati in territori dove si sono stabilizzati. Su queste stesse terre sono poi arrivati gli europei che ne ignoravano l'esistenza e che hanno creduto, dal loro punto di vista, di averle "scoperte". Per i Greci il termine più aderente al concetto di "mondo conosciuto" fu ecumene (dal greco οἰκουμένη, participio medio passivo del verbo οἰκέω, "abitare"), che indicava la porzione di Terra conosciuta e abitata.
L'epoca eroica dell'esplorazione antartica fu un'epoca iniziata alla fine del XIX secolo e conclusasi con la spedizione imperiale trans-antartica di Shackleton, con i sopravvissuti giunti a Wellington, in Nuova Zelanda, il 9 febbraio 1917.Lo storico Aant Elzinga fa terminare il periodo nel 1945, considerando la seconda guerra mondiale il punto di svolta nella ricerca antartica. In questo periodo il continente antartico divenne l'obiettivo di uno sforzo internazionale che portò ad un'intensa esplorazione scientifica e geografica durante la quale furono condotte 17 grandi esplorazioni antartiche, organizzate da dieci Stati. Il fattore comune di queste spedizioni fu la limitata natura delle risorse disponibili prima che le scoperte in ambito di trasporti e telecomunicazioni rivoluzionassero l'opera esplorativa. Questo significa che ogni spedizione divenne un'impresa di resistenza che mise alla prova i limiti fisici e mentali del personale, e che a volte li superò. L'etichetta "eroica", conferita in seguito, riconobbe le avversità che dovettero essere affrontate da questi pionieri, alcuni dei quali non sopravvissero all'esperienza; in questo periodo furono 19 gli esploratori morti. Inoltre il termine "eroica" riconosce il romanticismo nei confronti del territorio antartico. Gli esploratori di questa epoca non vengono ricordati solo come scienziati e navigatori, stereotipati da un lato come interessati all'obiettivo e calcolatori e dall'altro come rudi e grezzi. Piuttosto vengono paragonati a poeti, fotografi ed artisti. Ernest Shackleton viene spesso considerato il più grande poeta di tutti gli esploratori antartici. La sua poesia 'A Tale of the Sea' è una reminiscenza del La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge, nonostante anche Murray, Scott, Amundsen ed altri abbiano fornito notevoli contributi alla letteratura ed all'arte antartica. Questa espressione artistica è molto legata al nazionalismo che portò alla prima guerra mondiale, il che rende questi uomini non solo esploratori, bensì eroi della nazione. Consideriamo questa strofa tratta da 'A Tale of the Sea' di Shackleton: L'abilità di esprimere le loro impressioni sul territorio antartico differenzia questi esploratori dai navigatori rendendoli eroi per l'opinione pubblica delle rispettive nazioni. Nel corso di queste spedizioni furono raggiunti i poli geografico e magnetico. Il tentativo di essere il primo a raggiungere il polo sud geografico fu l'obiettivo principale di alcune di queste spedizioni, tra cui quella di Roald Amundsen. Non fu però l'unico obiettivo delle spedizioni polari di questo periodo; altre spedizioni perseguirono obiettivi diversi in diverse aree del continente. Come risultato di tutte queste attività, buona parte della costa continentale fu scoperta e mappata, mentre ampie zone dell'entroterra furono esplorate. Le spedizioni raccoglievano solitamente grandi quantità di dati scientifici e specimen utili per varie discipline, la cui analisi avrebbe tenuto occupate le comunità scientifiche mondiali per decenni.