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L'antropologia (dal greco ἄνθρωπος ànthropos «uomo» e λόγος, lògos «discorso, dottrina» quindi letteralmente: «studio dell'uomo») è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l'essere umano sotto diverse prospettive (sociale, culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, artistico-espressiva, filosofico-religiosa), indagando i suoi vari comportamenti all'interno della società; nata come disciplina interna alla biologia, ha acquisito in seguito anche un importante valore umanistico.
Nelle scienze sociali, la struttura sociale è l'organizzazione sociale modellata nella società che è sia emergente che determinante delle azioni degli individui. Sulla scala macro, la struttura sociale è il sistema di stratificazione socioeconomica (ad es. La struttura di classe), le istituzioni sociali o altre relazioni modellate tra grandi gruppi sociali. Sulle meso scale di un pesce, è la struttura dei legami dei social network tra individui o organizzazioni. Sulla micro scala, può essere il modo in cui le norme modellano il comportamento degli individui all'interno del sistema sociale. Le norme sociali influenzano la struttura sociale attraverso i rapporti tra la maggioranza e la minoranza. Perché quelli che si allineano con la maggioranza sono considerati normali mentre quelli che si allineano con la minoranza sono considerati anormali, le relazioni della maggioranza-minoranza creano una stratificazione gerarchica all'interno delle strutture sociali che favorisce la maggioranza in tutti gli aspetti della società. Queste scale non sono sempre tenute separate. Ad esempio, la recente studiosa di John Levi Martin ha teorizzato che certe strutture macro-scala sono le proprietà emergenti delle istituzioni culturali micro-scala (questo significato di "struttura" assomiglia a quello usato dall'antropologo Claude Lévi-Strauss). Allo stesso modo, un altro studio recente, in etnografia, descrive come la struttura sociale indigena nella Repubblica di Panama abbia cambiato le macro strutture sociali e impedito l'espansione pianificata del Canale di Panama. [1] La sociologia marxista ha anche una storia di mescolanza di significati diversi della struttura sociale, sebbene lo abbia fatto semplicemente trattando gli aspetti culturali della struttura sociale come epifenomeni di quelli economici. Dagli anni '20, il termine è stato in generale utilizzato nelle scienze sociali [2], in particolare come una variabile le cui sottocomponenti dovevano essere distinte in relazione ad altre variabili sociologiche. Panoramica: La nozione di struttura sociale come relazione tra diverse entità o gruppi o come modelli di relazione duraturi e relativamente stabili sottolinea l'idea che la società è raggruppata in gruppi strutturalmente correlati o insiemi di ruoli, con funzioni, significati o scopi diversi. Un esempio di struttura sociale è l'idea di "stratificazione sociale", che fa riferimento all'idea che la maggior parte delle società sono separate in diversi strati (livelli), guidati (anche se solo parzialmente) dalle strutture sottostanti nel sistema sociale. Questo approccio è stato importante nella letteratura accademica con l'affermarsi di varie forme di strutturalismo. È importante nello studio moderno delle organizzazioni, perché la struttura di un'organizzazione può determinare la sua flessibilità, la capacità di cambiare e molti altri fattori. Pertanto, la struttura è un problema importante per la gestione. Si può vedere che la struttura sociale influenza importanti sistemi sociali tra cui il sistema economico, il sistema legale, il sistema politico, il sistema culturale e altri. Famiglia, religione, legge, economia e classe sono tutte strutture sociali. Il "sistema sociale" è il sistema genitore di quei vari sistemi che sono incorporati in esso.
La parentela è un vincolo costituito da legami biologici, sociali, culturali e giuridici, tra le persone che hanno in comune uno stipite (articolo 74 del Codice civile italiano).Il termine deriva dal latino parens, parentis che però significava propriamente genitori, infatti nel mondo romano quando ci si riferiva alla parentela si utilizzava il termine propinqui, che significa «coloro che sono vicini». In linguistica i termini utilizzati per indicare un grado di parentela sono detti singenionimi.
Il termine folclore o folklore (pron. [folˈklore]; dall'inglese folk, "popolo", e lore, "sapere") si riferisce a quelle forme di cultura popolare comprendente le tipologie di tradizione tramandate spesso oralmente e riguardanti conoscenze, usi e costumi, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi e altre narrazioni, credenze popolari, musica, canto, danza eccetera, il tutto riferito a una determinata area geografica, a una determinata popolazione, ai ceti popolari in quanto subalterni, a più d'una o a tutte queste determinazioni.
L'etnografia (dal greco: ethnos (έθνος) - "popolo", e grapho (γράφω) - "scrivo"; letteralmente "descrizione del popolo") è il metodo con cui operano le ricerche sul campo delle scienze etnoantropologiche. Il termine compare la prima volta nel 1767 in un libro dello storico tedesco Johann Friedrich Schöpperlin (1732-1772).Secondo la classificazione di Marcel Griaule: l'etnografia registra informazioni su diversi popoli, mentre l'etnologia costruisce, da queste descrizioni, dei sistemi coerenti. Fare etnografia significa recarsi tra coloro che si vuole studiare per un certo periodo di tempo, ed utilizzare alcune tecniche di ricerca (come l'osservazione o l'intervista) allo scopo di collezionare un insieme di dati che una volta interpretati, rendano possibile la comprensione della cultura in esame. Riti, rituali, cerimonie, norme, valori, credenze, comportamenti, artefatti, sono i principali fenomeni di interesse dell'etnografo, attraverso i quali la cultura si rende intelligibile. Sebbene il tedesco Gerhard Friedrich Müller sia considerato il padre dell'etnografia per la sua descrizione e categorizzazione di abbigliamento, religioni e rituali dei gruppi etnici siberiani compiuta dal 1733 al 1743, si ritiene che l'etnografia nasca come metodo dell'antropologia culturale sul finire del XIX secolo, quando le grandi potenze imperialiste, coinvolte nella colonizzazione diretta di gran parte dei paesi non occidentali, sviluppano specifici interessi conoscitivi in relazione alle strutture sociali e ai sistemi culturali delle popolazioni da esse controllate. I primi lavori etnografici si caratterizzano per un forte stile "realista", stile che sarà tipico dello struttural-funzionalismo, concezione che proprio a partire da queste prime esperienze sarà teorizzato negli studi antropologici seguenti i primi decenni del Novecento. Esempi di descrizioni etnografiche del periodo "classico" sono quelle di Bronisław Malinowski (Gli argonauti del Pacifico occidentale, 1922) e di E. E. Evans-Pritchard ("Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande", 1937; "I Nuer. Un'anarchia ordinata", 1940). Il significato del termine evolve parimenti a quello di cultura: verso gli anni sessanta e settanta del Novecento, autori come Clifford Geertz, in linea con l'epistemologia costruttivista di Peter L. Berger e Thomas Luckmann, contribuiscono a delineare il carattere riflessivo dell'etnografia postmoderna, considerata non più un metodo volto a scoprire realtà oggettive, bensì come il prodotto di una conoscenza situata. Le raccolte etnografiche hanno una lunga storia, hanno inizio con le wunderkammer e si sviluppano poi con le campagne di raccolta, dirette da antropologi; e, infine, sono confluite nella costruzione di importanti musei etnografici.