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Famiglia Mordini

La famiglia Mordini è una famiglia nobile italiana. Il primo stemma attestato fu utilizzato nel territorio pisano e consisteva di una torre di color rosso, sotto la quale veniva raffigurato un leopardo nell'atto di mordere una spada d'oro. A Barga si trova il Palazzo Mordini, un tempo abitazione privata del senatore Antonio Mordini, ed oggi Museo del Risorgimento Italiano.[1] A Castelfidardo si trova un altro palazzo appartenente alla famiglia ed oggi convertito in biblioteca comunale. Antonio Mordini (1819-1902), Ministro dei Lavori pubblici e senatore del Regno d'Italia, fu molto vicino a Giuseppe Garibaldi.[2] Dopo la Spedizione dei Mille, fu proclamato prodittatore di Sicilia e convocò il Plebiscito delle province siciliane del 1860 che de facto contribuiva alla fusione con il nascente Regno d'Italia (1861-1946). Pronipote di Antonio, Alfredo Mordini (Firenzuola, 29 giugno 1902 – Milano, 10 luglio 1969) fu un personaggio politico e partigiano italiano. Nell'aprile del 1937, Mordini si arruola nel Battaglione Garibaldi in difesa della Repubblica nella Guerra civile spagnola.[3] Dopo un forzato esilio in Francia[4], alla caduta del fascismo Mordini rientra in Italia e si arruola nel movimento di Resistenza italiana. Nell'aprile del 1945, Alfredo Mordini entra nella Milano appena liberata, insieme alla 51ª Brigata "Capettini" della Divisione "Gramsci"[5]. La pistola Beretta 1934, cal. 9 mm., matricola 778133, utilizzata da Aldo Lampredi nell'azione che condusse alla fucilazione di Benito Mussolini, fu consegnata ad Alfredo Mordini.[6]Dopo la morte di Alfredo Mordini, nel 1969, la moglie consegnerà la pistola Beretta all'amico Piero Boveri. Dal 1983 essa è conservata al Museo storico di Voghera.[7]

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