Favola della botte
Favola della botte. Scritta per l'universale progresso dell'umanit (A Tale of a Tub. Written for the Universal Improvement of Mankind) uno scritto di Jonathan Swift, composto tra il 1694 e il 1697, e pubblicato anonimo a Londra nel 1704 e, con correzioni e aggiunte di William Wotton, nel 1710. La prima edizione non anonima nei Miscellaneous Works del 1720, volume curato da Thomas Johnson e stampato a L'Aia. La traduzione tedesca del 1729. L'edizione critica moderna quella di Adolph Charles Louis Guthkelch e David Nichol Smith (1920) o quella di riferimento della Oxford University Press (a cura di Angus Ross e David Woolley, 1986). Altre edizioni sono quella a cura di Lewis Melville (1937), quella a cura di Peter Quennell (1948), quella a cura di Herbert Davis (1965) e quella a cura di Kathleen Williams (1975). L'edizione italiana stata pubblicata da Gianni Celati, dapprima nel 1966 (presso la Sampietro di Bologna) e poi nel 1990, completamente rivista, presso Einaudi. Esiste anche una traduzione parziale di Mascia Cardelli e una scolastica di Maristella Trulli.
considerata la satira pi complessa di Swift. L'opera una parodia in prosa, divisa in una serie di "digressioni" e una "favola" di tre fratelli, ognuno rappresentante uno dei rami principali del Cristianesimo occidentale: Peter il cattolicesimo, Martin il luteranesimo e Jack il calvinismo. Questa favola centrale ha un'eco lontana in Boccaccio (Decameron, novella III, giornata I).
La "favola" prende in giro gli eccessi religiosi, e le digressioni sono una serie di parodie di scritti contemporanei su letteratura, politica, teologia, esegesi biblica e medicina. Quando fu scritta, politica e religione erano ancora strettamente legati in Inghilterra, e gli aspetti politici e religiosi della satira sono difficilmente separabili.
Nell'apologia che apre l'opera dall'ed. del 1709 si dichiara l'intento a sciogliere i pregiudizi in modo utile e dilettevole, trattando gli abusi in materia di religione e di sapere, riconoscendo a distanza di tempo qualche facezia giovanile da parte propria, ma senza rinunciare a lottare contro "bisbetici, invidiosi, stupidi e uomini privi di gusto" e a mettere alla berlina "le follie e il fanatismo e la superstizione". Tra i bersagli dell'opera John Dryden e Roger L'Estrange (1615-1704) e in genere gli orgogliosi e i pedanti.
All'apologia seguono la giustificazione del libraio, l'epistola dedicatoria (a Sua Altezza Reale il Principe Posterit ), una prefazione, un'introduzione, e la favola, interrotta dalle cinque digressioni "sui critici", "alla maniera moderna", "in lode della digressione", "sull'origine, l'uso e il progresso della pazzia in una nazione" e "omaggio al lettore", e infine una conclusione.
Quando l'opera venne pubblicata anonimamente, il cugino di Swift, Thomas si dichiar esserne l'autore. Fu molto popolare, ma a essa Swift attribu la sua difficolt di carriera nella Chiesa d'Inghilterra.
"Come l'arguzia il pi nobile ed il pi utile dono dell'umana natura, cos la comicit il pi gradevole".
Il nome italiano di quest'opera si deve ad un errore di traduzione. A Tale of a Tub in inglese, significa solo "favola" o "filastrocca"; ma i primi traduttori francesi effettuarono una traduzione alla lettera. Infatti il titolo "Favola della botte" non ha nessun nesso con il contenuto dello scritto.