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Empoli (pronuncia /ˈempoli/) è un comune italiano di 51,236 in Toscana. È il capoluogo dell'Unione dei comuni dell'empolese valdelsa, di cui fa parte insieme ai comuni di Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci.
Villa Il Leccio si trova a Castelfiorentino (provincia di Firenze) in località San Pietro a Pisagnoli, sul colle Pesciola. La villa, al pari di altre residenze suburbane nella zona, sorse nel 1901-1902 per Cesira Brandini Marcolini al posto di alcune case coloniche. Ispirata allo stile neoclassico, la villa è dotata di tre piani ed è affiancata da un torrino con copertura a piramide, ampi cornicioni e aperture che rivelano un utilizzo come osservatorio. La villa si trova infatti in posizione panoramica sopra l'abitato di Castelfiorentino. Il pian terreno della villa è decorato dal bugnato, mentre il primo piano, delimitato da cornici marcapiano, è decorato da lesene croinzie, mentre il secondo piano segue l'ordine dorico. All'interno alcune sale sono decorate da pitture, soprattutto paesaggi. La villa è circondata da un giardino con palme, mentre nel tratto in discesa, verso l'abitato, si trova un parco all'inglese con vialetti decorati da statue.
Il girapoggio è una sistemazione agraria (sistemazioni di colle) del terreno che consiste nello scavare le scoline (fossi di scolo) lungo le curve di livello delle colline allo scopo di raccogliere le acque di precipitazione piovosa e condurle in un fosso aperto lungo la linea di massima pendenza. Ha lo scopo di limitare il fenomeno dell'erosione, in quanto limita il ruscellamento. Tra le forme di sistemazione dei terreni di collina è la più efficiente dal punto di vista idraulico, in quanto i fossi, perpendicolari alla massima pendenza, limitano l'erosione. Di contro la forma dei campi, seguendo le linee di livello, risulta irregolare ed ostacola le lavorazioni meccaniche. Inoltre le macchine operatrici, dove i fossi sono più ravvicinati, dovrebbero muoversi trasversalmente al pendio, con gravi rischi di ribaltamento. Riversando le acque in fossi perpendicolari, se la distanza tra questi è eccessiva la forza delle acque diviene incontrollabile, e i danni dell'erosione diventano gravi. Per versanti dalle pendenze più irregolari i coltivatori delle aree di collina, in particolare di quelle toscane, elaborarono sistemi più complessi come il cavalcapoggio, il rittochino e la sistemazione "a spina". Il grande centro di perfezionamento delle forme di modellamento dei campi in collina fu l'azienda Meleto, tra Empoli e Castelfiorentino, del Marchese Cosimo Ridolfi, dove il fattore, nelle aziende toscane figura capitale, aveva sperimentato delle forme di sistemazione che il giovane marchese perfezionò sul piano concettuale. Per sottolineare l'importanza di Meleto nella storia dell'agricoltura italiana basta ricordare che nel 1840 Ridolfi vi creava una scuola di agraria, preludio della a "scuola superiore di Agraria" che il Granduca lo avrebbe incaricato di fondare a Pisa. A "Meleto" la procedura di sistemazione più ampiamente adottata sarebbe stata quella "a spina", di esecuzione più complessa del girapoggio, ma tale da potersi adattare anche a campi dalla pendenza irregolare e dove il disordine delle acque avesse già prodotto gravi danni. Il maggior ostacolo alla conservazione delle antiche sistemazioni collinari è la loro incapacità di adattarsi alla meccanizzazione agricola fondata su grandi trattori e grandi mietitrebbie. Per contro il paesaggio agrario toscano, così come lo conosciamo e che ha un grande valore storico e culturale è legato a queste tecniche antiche, che sono rimaste confinate quasi esclusivamente a qualche vigneto più tradizionale. Merito del grande studioso Emilio Sereni è quello di avere additato la ricchissima messe di dati iconografici della pittura per interpretare l'evoluzione del paesaggio.. Già in Mantegna nelle Storie di San Giorgio (chiesa degli Eremitani a Padova) si vede un uso delle coltivazioni in pendio che assicurava il rispetto dell'ambiente e del grande pericolo delle frane. In questo senso il girapoggio ha trovato degli antecedenti nella sistemazione agraria dei secoli precedenti, in particolare nella funzione avuta dalle strade e dai camminamenti protetti da muriccioli che appunto "giravano il poggio". Questi concetti sono stati ripresi dallo Statuto del territorio della Provincia di Firenze che dispone, appunto la conservazione degli antichi viottoli e, dove possibile, delle antiche sistemazioni, anche in areali ridotti.
La chiesa e il monastero della Marca fanno parte di un complesso monastico nel comune di Castelfiorentino, provincia di Firenze, diocesi di Volterra.
Il castello di Oliveto si trova a Castelfiorentino in provincia di Firenze. È una costruzione rettangolare a mattoni con alte mura e quattro torrioni coronati da merlatura, con torrette campanarie e orologio. Fu costruito dalla famiglia fiorentina dei Pucci come casa di campagna nel XV secolo. Vi si accede da un portone che immette in un recinto e da qui in un cortile interno con un loggiato a quattro arcate ed un bel pozzo di raccolta di acqua piovana. All'interno conserva mobili quattrocenteschi, armi trofei ed una collezione di ritratti eseguiti dal XVI al XVIII secolo. Attualmente viene affittato per ricevimenti di varia natura.
Castelfiorentino, localmente Castello, è un comune italiano di 17 577 abitanti della città metropolitana di Firenze, situata a circa 30 km da Firenze. Trovandosi al confine con la provincia di Pisa ed a 15 km dal confine con la provincia di Siena, è da sempre stata di estrema importanza per la città di Firenze, alla quale è profondamente legata per motivi storici e culturali, privilegiandosi dello stesso gonfalone comunale del capoluogo, dell'appellativo "fiorentino" e soprannominata, per questo, "la piccola Firenze". Dal 15 luglio 2019 si fregia del titolo di città. Fa parte dell’Unione dei comuni Circondario dell'Empolese Valdelsa
Bernardino Ciurini (Castelfiorentino, 1695 – Firenze, 1752) è stato un architetto italiano.
La basilica di Santa Trìnita è una delle basiliche più importanti nell'evoluzione storico artistica della città di Firenze; secondo l'uso fiorentino, che rispecchia la pronuncia latina al nominativo, ha la caratteristica pronuncia sdrucciola (Trìnita). Si affaccia sull'omonima piazza Santa Trinita e dà il nome anche al vicino ponte Santa Trinita. Ha la dignità di basilica minore.