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Villa Tanucci è una delle tante ville nobiliari estive costruite nel Settecento lungo il Miglio d'oro di Napoli. Si trova a San Giorgio a Cremano in via Alcide De Gasperi. La dimora apparteneva al marchese Bernardo Tanucci al quale fu portata in dote dalla moglie. Il marchese Tanucci, uomo erudito di origini toscane, fu molto influente presso la corte di re Carlo III di Borbone ed ebbe un ruolo chiave nel governo di re Ferdinando IV. Per questo Tanucci scelse di abitare durante la villeggiatura proprio a San Giorgio a Cremano. La città, infatti, confina con quella in cui sorgeva invece la residenza estiva del sovrano, Portici. Nonostante l'importanza del proprietario, la villa di delizie del marchese si caratterizza per un'estrema semplicità di forme e strutture. Lo annota anche il Gleijeses che mette in luce come la semplicità di villa Tanucci sia un segno dell'onestà del potente marchese il quale, peraltro, se avesse voluto avrebbe potuto adornare la sua dimora con molti dei reperti degli scavi di Ercolano di cui si occupava personalmente. Invece così non fu e la villa, recentemente restaurata, presenta una facciata semplice con pochi decori. L'atrio conduce a un cortile chiuso da una semplice esedra e conserva ancora, sotto la volta a botte del soffitto, pregevoli affreschi dell'epoca. Sulla facciata principale è collocata una lapide che reca il nome dell'ultimo illustre proprietario della villa, Antenore Bozzoni, valente ingegnere navale, il cui nome è legato alla progettazione delle prime corazzate italiane e all'utilizzo delle lampade elettriche sulle navi da guerra.
Luigi Vanvitelli (Napoli, 12 maggio 1700 – Caserta, 1º marzo 1773) è stato un architetto e pittore italiano. Vanvitelli è considerato uno dei maggiori interpreti del periodo del Rococò e del Neoclassicismo; eseguì un cospicuo numero di opere che ancor oggi caratterizzano il paesaggio di varie città italiane: a Caserta la scenografica Reggia, alla quale il suo nome è tuttora indissolubilmente legato, e l'imponente acquedotto Carolino; ad Ancona il grande Lazzaretto, su un'isola artificiale pentagonale da lui realizzata, e la chiesa del Gesù; a Napoli il Foro Carolino, il palazzo Doria d'Angri, il palazzo Calabritto e la scala nella villa de Campora Gaudiosi a Cercola, la basilica della Santissima Annunziata e l'oratorio della Scala Santa; a Roma il difficile restauro della Basilica di Santa Maria degli Angeli. Si affermò in seguito alla partecipazione ai concorsi per la Fontana di Trevi e per la facciata di San Giovanni in Laterano: i suoi progetti, pur non risultando vincitori, furono molto apprezzati e ne rivelarono l'estro artistico. Assurto a notorietà, fu molto attivo in centro Italia, in particolare ad Ancona e a Roma, per poi essere assunto al servizio di Carlo di Borbone per il quale realizzò, a partire dal 1752, la Reggia di Caserta. Nel 2016 gli è stata intitolata l'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli".
Carlo Sebastiano di Borbone (Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio; Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788) è stato duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, Re di Napoli senza numerazioni dal 1734 al 1759, re di Sicilia con il nome di Carlo III dal 1735 al 1759, e dal 1759 fino alla morte re di Spagna con il nome di Carlo III. Primogenito delle seconde nozze di Filippo V di Spagna con Elisabetta Farnese, era durante l'infanzia solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo, cosicché sua madre si adoperò per dargli una corona in Italia rivendicando l'eredità dei Farnese e dei Medici, due dinastie italiane prossime all'estinzione. Grazie a un'efficace combinazione di diplomazia e interventi armati, la Farnese riuscì a ottenere dalle potenze europee il riconoscimento dei diritti dinastici di Carlo sul Ducato di Parma e Piacenza, di cui egli divenne duca nel 1731, e sul Granducato di Toscana, dove l'anno seguente fu dichiarato gran principe (cioè principe ereditario). Nel 1734, durante la guerra di successione polacca, al comando delle armate spagnole conquistò il Regno di Napoli e l'anno successivo quello di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca. Nel 1735 fu incoronato re delle Due Sicilie a Palermo, e nel 1738 fu riconosciuto sovrano dei due regni dai trattati di pace, in cambio della rinuncia agli stati farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena. Capostipite della dinastia dei Borbone di Sicilia, inaugurò un nuovo periodo di rinascita politica, ripresa economica e sviluppo culturale. Alla morte del fratellastro Ferdinando VI nel 1759, fu chiamato a succedergli sul trono di Spagna, dove, allo scopo di modernizzare il paese, fu promotore di una politica riformista che gli valse la fama di monarca illuminato. In politica estera raccolse tuttavia diversi insuccessi a causa dell'alleanza con la Francia, sancita dal terzo patto di famiglia borbonico, che lo portò a contrapporsi con sorti alterne alla potenza marittima della Gran Bretagna.