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Il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale (IGP) è un prodotto di carne a Indicazione geografica protetta che fa riferimento a carne bovina di allevamento di razza Chianina, Marchigiana e Romagnola, ricavata sia da maschi che da femmine, di età compresa fra i 12 ed i 24 mesi .L'Indicazione Geografica Protetta, "Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale" è, ad oggi, l'unico marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dalla Comunità Europea per l'Italia. Un prestigio sinonimo di garanzia per la salute di quanti lo includono nella propria dieta quotidiana. Il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale ha un significato ben preciso: Vitellone, perché con questo termine venivano indicati i bovini da carne di età compresa fra i 12 e i 24 mesi. A questa età gli animali sono giovani e la carne di queste razze resta molto magra, con una composizione in acidi grassi molto favorevole all'alimentazione moderna. Bianco, perché i bovini di queste razze hanno il mantello bianco che ben risalta sulla cute nero-ardesia, che permette a questi bovini di tollerare ottimamente le radiazioni solari dei tipici ambienti pascolativi. dell'Appennino centrale, rappresenta l'indicazione di origine, perché questa è la zona dove, tradizionalmente, le razze bovine Chianina, Marchigiana e Romagnola sono allevate da oltre 1500 anni, alimentandosi con foraggi e mangimi tipici dell'area.
La grande galleria dell'Appennino è una galleria ferroviaria, lunga 18,507 km, posta lungo la linea ferroviaria Bologna-Firenze, che collega l'Emilia-Romagna con la Toscana. L'aggettivo grande la differenzia dalla progenita galleria dell'Appennino, sita sulla ferrovia Porrettana e costruita settant'anni prima. A tutto agosto 2017 è la 16ª galleria più lunga del mondo.
L'Appennino settentrionale è una suddivisione della catena montuosa degli Appennini che si estende in Italia settentrionale e in Toscana. Si suddivide nelle sezioni dell'Appennino ligure e dell'Appennino tosco-emiliano; secondo alcune fonti, quest'ultimo comprende l'Appennino tosco-romagnolo. Il suo limite settentrionale è il Colle di Cadibona, dove si unisce con la catena alpina. Il suo limite meridionale, a seconda delle fonti, è considerato il valico di Bocca Serriola, o quello di Bocca Trabaria o anche l'intera zona compresa tra i due valichi.
Le Madonie o Madonìa (in siciliano Li Marunìi) sono una breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia, interamente compresa nella città metropolitana di Palermo. Si trovano ad ovest dei Monti Nebrodi e dei monti Peloritani. Questi ultimi sono compresi nella città metropolitana di Messina. Questi tre gruppi montuosi formano l'appennino siculo. Il gruppo è costituito, nella sua parte centrale, da un altopiano carsico che comprende le vette più alte della Sicilia dopo l'Etna. Costituiscono una delle aree di fondamentale importanza per l'approvvigionamento idrico di Palermo e di buona parte della sua area metropolitana: numerosissime sono infatti le manifestazioni sorgentizie qui presenti, alcune delle quali con portate medie attorno agli 800 l/s, come ad esempio quella di Scillato che è captata dall'omonimo acquedotto.
Fra Luca Bartolomeo de Pacioli, o anche Paciolo (Borgo Sansepolcro, 1445 circa Roma, 19 giugno 1517), stato un religioso, matematico ed economista italiano, autore della Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni e Proportionalit e della Divina Proportione. Egli riconosciuto come il fondatore della ragioneria.
La rete delle ferrovie italiane ammonta, al 31 dicembre 2019, a 16.779 km attualmente in esercizio di tratte di proprietà statale gestite dalla società Rete Ferroviaria Italiana. A queste vanno sommate quasi 3 000 km di linee secondarie (di cui circa 2 700 km a binario unico) di proprietà regionale e gestite da altre società di capitali pubblici e privati. Lo sviluppo della rete raggiunse il suo massimo nella prima metà del XX secolo, quando le linee ferroviarie percorrevano ormai ogni parte del territorio nazionale. Era tuttavia presente una disomogeneità in termini di scartamento dei binari, in quanto solo le linee principali furono costruite a scartamento ordinario, mentre per tutte le altre fu deciso l'impiego dello scartamento ridotto. A partire dagli anni cinquanta, però, vennero attuate, a più riprese e fino a tempi recenti, politiche di soppressione di impianti da molti oggi giudicate controproducenti o inopportune. Furono colpite dalla politica del cosiddetto taglio dei rami secchi quasi esclusivamente le linee a scartamento ridotto, limitando sensibilmente i chilometri di rete ferroviaria in attività ed i costi complessivi di gestione. Dopo la costituzione, nel 1905, delle Ferrovie dello Stato per la gestione diretta dell'infrastruttura e dei servizi ferroviari, rimasero in concessione ad imprese private numerose linee già esistenti di interesse locale definite brevemente ferrovie in concessione, ed altre ne furono attivate successivamente con lo stesso status gestionale. La definizione di ferrovia concessa non è più in uso, se non impropriamente, dal momento che l'istituto della concessione ferroviaria è oggi superato e le vecchie ferrovie concesse sono divenute tutte ferrovie regionali di proprietà pubblica delle regioni, unitamente però ad altre tratte (per ora solo sporadici casi) già delle Ferrovie dello Stato. Al giorno d'oggi, la rete ferroviaria nazionale a scartamento ordinario è interamente gestita da RFI e si snoda attraverso tutte le regioni italiane e le relative province.
La ferrovia Centrale Umbra è una linea a scartamento ordinario in concessione, il cui tracciato si snoda quasi totalmente nel territorio della regione Umbria, lungo la valle del Tevere. La ferrovia, di proprietà regionale, è affidata a Rete ferroviaria italiana, mentre il servizio è curato dalla società di trasporto pubblico locale Busitalia. La Ferrovia Centrale Umbra costituisce il collegamento da Terni, attraverso la valle del Tevere, con Perugia e Sansepolcro, in provincia di Arezzo; assolve ad una funzione regionale, collegando il capoluogo, Perugia, con Terni e altri centri, come San Giustino, Città di Castello, Umbertide e Todi. Attualmente, il servizio regionale è attivo solo nella tratta Città di Castello - Perugia Ponte San Giovanni, con una velocità massima di 50 km/h. Nelle altre tratte è attivo un servizio di sostituzione attraverso BUS.
Il derby dell'Appennino è il nome con cui viene identificata la partita di calcio tra le due principali squadre di club situate sui versanti opposti dell'Appennino settentrionale: il Bologna e la Fiorentina.
L'Appennino tosco-romagnolo è una suddivisione della catena degli Appennini ovvero un tratto dell'Appennino settentrionale, interessando Romagna, Toscana, Repubblica di San Marino e le parti settentrionali di Marche ed Umbria. Il picco più alto è il Monte Falco con i suoi 1.658 metri s.l.m.. Ospita diverse aree naturali protette tra cui il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello. Ad ovest la catena montuosa prosegue con l'Appennino tosco-emiliano e a sud-est con l'Appennino umbro-marchigiano.