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Urbano Rattazzi (Alessandria, 30 giugno 1808 – Frosinone, 5 giugno 1873) è stato un politico italiano. Esponente di spicco e successivamente capo dell'ala democratica (Sinistra storica) del Parlamento Subalpino e, successivamente, italiano, ricoprì numerosi incarichi ministeriali tra il 1848 e il 1849 nel Governo Casati, nel Governo Gioberti e nel Governo Chiodo. Passato all'opposizione, nel 1852 strinse un patto politico (Connubio) con l'ala moderata della Destra storica, guidata da Cavour, che permise a questi di divenire primo ministro, e a Rattazzi di assumere lo scranno prima di Presidente della Camera dei deputati, e poi la carica di ministro della Giustizia e dell'Interno. Dopo la rottura con Cavour, Rattazzi si accostò sempre più a Vittorio Emanuele II, divenendo un suo uomo di fiducia, e contrapponendosi in tal modo alla politica del conte. Scomparso Cavour e salito al potere Bettino Ricasoli, nel 1862 Rattazzi riuscì a sostituirlo e a divenire Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, ma la sua esperienza governativa si concluse brevemente dopo la Giornata d'Aspromonte, la quale, mal gestita, portò alle sue dimissioni. Ritornato al governo nel 1867, sempre succedendo a Ricasoli, Rattazzi cadde nuovamente dopo una breve permanenza al governo del Paese sempre per non aver saputo gestire la Questione romana, i cui esiti disastrosi porteranno alla Battaglia di Mentana. Questa disfatta segnerà le sue ennesime dimissioni e il ritiro definitivo dalla scena politica.
Santo Stefano in Aspromonte è un comune italiano di 1 234 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.
La Repubblica Romana del 1849, nota anche con il nome Seconda Repubblica Romana (essendo stata la "prima" quella di epoca napoleonica, escludendo l'antica Roma da tale enumerazione), fu uno Stato repubblicano sorto in Italia durante il Risorgimento a seguito di una rivolta interna che nei territori dello Stato Pontificio ebbe come esito la fuga di papa Pio IX a Gaeta. Fu governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. La repubblica, nata il 9 febbraio 1849 a seguito dei grandi moti del 1848 che coinvolsero l'Europa, ebbe come questi ultimi vita breve (finì il 4 luglio 1849) a causa dell'intervento militare della Francia di Luigi Napoleone Bonaparte, il futuro Napoleone III, che per convenienza politica ristabilì l'ordinamento pontificio, in deroga a un articolo della costituzione francese. Tuttavia quella della repubblica romana fu un'esperienza significativa nella storia dell'unificazione italiana, che rappresentava l'obiettivo della Repubblica, e vide l'incontro e il confronto di molte figure di primo piano del Risorgimento accorse da tutta la Penisola, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli. In quei mesi Roma passò dalla condizione di Stato tra i più arretrati d'Europa a banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, fondando la sua vita politica e civile su principi quali, in primis, il suffragio universale maschile (il suffragio femminile in realtà non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudine); l'abolizione della pena di morte e la libertà di culto.
Giuseppe Maria Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – La Maddalena, 2 giugno 1882) è stato un generale, patriota, condottiero e scrittore italiano. Figura rilevante del Risorgimento, fu uno dei personaggi storici più celebrati della sua epoca. È noto anche con l'appellativo di «eroe dei due mondi» per le imprese militari compiute sia in Europa, sia in America Meridionale. Considerato dalla storiografia e nella cultura popolare del XX secolo il principale eroe nazionale italiano, iniziò i suoi spostamenti per il mondo come ufficiale di navi mercantili, per poi diventare capitano di lungo corso. La sua impresa più nota fu la vittoriosa spedizione dei Mille, che portò all'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d'Italia, episodio centrale nel processo di unificazione della nuova nazione. Massone di 33º grado del Rito scozzese antico ed accettato, favorevole all'ingresso delle donne in massoneria (tanto da iniziare sua figlia Teresita), ricoprì anche brevemente la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia; dichiaratamente anticlericale, fu autore di numerosi scritti, prevalentemente di memorialistica e politica, ma pubblicò anche romanzi e poesie.