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Con foresta planiziale (o bosco planiziale) si indica un terreno coperto da alberi in una pianura.
I boschi e foreste mediterranei sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA1212), che si estende attraverso le pianure costiere del Maghreb, a nord dei monti dell'Atlante. La regione fa parte della ecoregione globale 123 Formazioni forestali mediterranee, inclusa nella lista Global 200.
Gli ecosistemi mediterranei sono riconducibili ai biomi di alcune regioni della fascia temperata calda il cui clima è marcatamente condizionato dall'influenza dell'oceano. L'aspetto più rilevante di un clima di tipo mediterraneo s'identifica in un'alternanza stagionale definita congiuntamente da una distribuzione non omogenea delle precipitazioni e dall'effetto mitigante delle correnti oceaniche sul regime termico.
Un bioma è un'ampia porzione di biosfera, individuata e classificata in base al tipo di vegetazione dominante, se terrestre, o alla fauna prevalente, se acquatica. Poiché tutti gli esseri viventi vivono influenzandosi reciprocamente, un bioma è costituito da popolazioni e comunità di esseri viventi, sia pluricellulari, sia unicellulari, che interagiscono fra loro in un determinato territorio che si estende su vaste aree della superficie terrestre. L'approssimazione allo studio di un bioma terrestre consiste nell'osservazione della struttura delle piante (alberi, arbusti ed erbe), dei tipi di foglie (latifoglie e aghifoglie) e della distanza tra le piante (foresta, bosco misto, savana) e nell'analisi del clima. I biomi terrestri sono spesso identificati tramite il concetto di vegetazione climax, quindi con comunità vegetali che hanno raggiunto un elevato grado di adattamento all'ambiente naturale che li ospita. A differenza delle ecozone i biomi non sono definiti in base a somiglianze genetiche tassonomiche o storiche tra gli organismi che vi vivono. In termini di ecologia del paesaggio, i biomi corrispondono, con i dovuti aggiustamenti, ai paesaggi continentali, cioè a quei paesaggi che caratterizzano vaste zone nei vari continenti. I biomi sono distinti in marini, d'acqua dolce e terrestri ed ogni bioma comprende varie ecoregioni.
Le foreste pluviali tropicali,sono un tipo di foresta pluviale localizzate nella fascia equatoriale della Terra. Sono comuni in: Asia, Australia, Africa, Sud America, America Centrale, Messico meridionale e in numerose isole del Pacifico. Rappresentano il bioma terrestre con la massima biodiversità, dato che ospitano da sole circa una metà delle specie viventi animali e vegetali terrestri.Alcuni autori distinguono la "foresta pluviale equatoriale" dalla "foresta pluviale tropicale"; secondo essi, la prima è localizzata in corrispondenza dell'equatore ed è caratterizzata da una maggiore ricchezza di specie rispetto alla seconda, tipica di latitudini prossime ai tropici. In questa voce, invece i due tipi suddetti sono trattati insieme. Secondo gli autori della lista Global 200 del WWF, che propone anche un classificazione dei biomi terrestri, la foresta pluviale tropicale è compresa nel bioma delle "Foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali", in cui sono incluse anche le foreste pluviali equatoriali e le foreste pluviali temperate di altri autori. Le foreste pluviali tropicali hanno uno scarso sottobosco, in quanto la luce del Sole difficilmente raggiunge il livello del suolo. Questo rende più agevole il movimento nella foresta per uomini e animali. Quando il tessuto forestale è interrotto a causa di abbattimenti o eventi naturali, il suolo è rapidamente colonizzato da piante pioniere e da un fitto intreccio di liane e giovani alberi; questa vegetazione secondaria è chiamata giungla, per la sua forte somiglianza con questo bioma.Le foreste pluviali tropicali sono considerate "la più grande farmacia del pianeta" in quanto circa un quarto dei principi attivi impiegati in farmacologia deriva da vegetali.
La foresta pluviale è una foresta caratterizzata da elevata piovosità e per definizione si considera tale con un minimo di precipitazioni annue comprese tra i 1.750 e i 2.000 millimetri.
Il bisonte americano, o semplicemente bisonte (Bison bison (Linnaeus, 1758)), è una specie di bisonte che un tempo vagava per tutto il Nord America in vaste mandrie. La sua distribuzione storica, dal 9000 a.C., è descritta come la grande cintura di bisonti, un tratto di ricca prateria che si estendeva dall'Alaska al Golfo del Messico, a est fino alla costa atlantica (quasi fino alla zona delle maree atlantica in alcune aree) a nord fino a New York e a sud fino alla Georgia e, secondo alcune fonti, fino in Florida, con avvistamenti nella Carolina del Nord vicino a Buffalo Ford sul fiume Catawba, fino al 1750. Quest'imponente animale si è quasi estinto per cause antropiche, con una combinazione di caccia e macellazione commerciale eccessiva nel XIX secolo, e l'introduzione di malattie bovine tramite l'interazione con i bovini domestici. Con una popolazione di oltre 60 milioni alla fine del XVIII secolo, la specie era scesa a soli 541 animali entro il 1889. I primi sforzi di conservazione si espansero a metà del XX secolo, con una rinascita a circa 31.000 bisonti selvatici oggi, in gran parte limitati in pochi parchi e riserve nazionali. Attraverso molteplici reintroduzioni, la specie ora è stata reintrodotta anche in alcune regioni della Yakutia e in Messico. Sono state descritte due sottospecie o ecotipi: il bisonte di pianura (B. b. bison), di dimensioni più piccole e con una gobba più arrotondata, e il bisonte delle foreste (B. b. athabascae), la sottospecie più grande e con una gobba più squadrata. Inoltre, è stato suggerito che il bisonte delle pianure possa in realtà essere due sottospecie, una settentrionale (B. b. montanae) e una meridionale (B. b. bison), portando ad un totale di tre sottospecie. Tuttavia, questa ipotesi non è generalmente supportata. Il bisonte delle foreste è una delle più grandi specie bovine selvatiche esistenti al mondo, superato solo dai gaur asiatici. Tra gli animali terrestri esistenti in Nord America, il bisonte è il più pesante ed il più lungo, ed il secondo più alto dopo l'alce. Per molti millenni, le tribù dei nativi americani avevano legami culturali e spirituali con il bisonte americano. È il mammifero nazionale degli Stati Uniti d'America.