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Foro romano di Milano

Il foro romano di Milano era il foro, ovvero la piazza principale, della città romana di Mediolanum (la moderna Milano). Realizzato nella prima metà del I secolo da Augusto, si estendeva per circa 160 metri in lunghezza e 55 in larghezza. Si trovava esattamente all'incrocio tra il decumano (identificato con le attuali corso di Porta Romana, via del Bollo, via Santa Maria Fulcorina e via Santa Maria della Porta) ed il cardo massimo (identificato con le attuali via Manzoni, via Santa Margherita e via Nerino). Come nei fori delle altre città romane, anche nel foro romano di Milano era presenti importanti edifici pubblici come il Capitolium, la basilica, la curia, il macellum e le tabernae. Nei suoi pressi era presente la Zecca di Mediolanum. Il foro romano di Milano fu sviluppato nei secoli, soprattutto in epoca severiana, quindi tra la fine del II secolo e l'inizio del III secolo, a testimonianza delle crescente importanza che stava assumendo Mediolanum. Il foro romano perse gradualmente importanza a favore di altre zone della città, come il quartiere del Palazzo imperiale romano di Milano e l'area intorno al Palazzo Arcivescovile, quando Mediolanum divenne capitale dell'Impero romano d'Occidente, ruolo che conservò dal 286 d.C. al 402 d.C., per poi decadere definitivamente venendo ridotto nelle dimensioni e spogliato degli arredi e delle decorazioni più preziose quando la città perse lo status di capitale. Sue tracce archeologiche sono state trovate nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, aperti e visitabili dal pubblico, e della chiesa di San Sepolcro, dove i resti sono visitabili su richiesta. Nel livello sotterraneo della Biblioteca Ambrosiana è possibile trovare i resti dell'antica pavimentazione di epoca augustea. La pavimentazione, ancora nella collocazione originaria, appare formata da grandi lastre rettangolari di marmo rosso di Verona aventi dimensioni irregolari. Intorno all'intero perimetro del foro sono stati anche scoperti i resti di una canaletta di pietra per lo scolo delle acque meteoriche, oltre a tracce di una gradinata di accesso alle botteghe che si doveva trovare sotto i portici laterali del foro. Nella cripta sotterranea della chiesa di San Sepolcro è invece possibile ammirare la pavimentazione in marmo rosso di Verona un tempo appartenente al foro e successivamente asportata per realizzare questo nuovo pavimento, che risale al 1030.

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