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Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann (Budapest, 22 ottobre 1913 – Tay Ninh, 25 maggio 1954), è stato un fotografo ungherese naturalizzato statunitense. I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d'Indocina (1954). Capa documentò inoltre lo svolgersi della seconda guerra mondiale a Londra, nel Nordafrica e in Italia, ed in particolare lo sbarco in Normandia dell'esercito alleato e la liberazione di Parigi. Il fratello minore di Capa, Cornell, è stato anch'egli un fotografo. È stato il compagno della fotografa Gerda Taro.
La fotografia umanista è stata una corrente fotografica europea, ma prevalentemente francese, che poneva al centro delle proprie ricerche l'essere umano inserito nei suoi vari contesti sociali. Nata alla fine della Seconda guerra mondiale si è protratta fino alla fine degli anni '60. Anche se talora viene accomunata al cosiddetto fotogiornalismo, la fotografia umanistica si discosta per la tendenza ad osservare maggiormente il quotidiano, la strada, ed in non pochi casi, porre particolare attenzione alle classi sottoproletarie e alla condizione di svantaggio sociale. I fotografi cercano di catturare, oltre alla scena in sé, anche le emozioni dei protagonisti in una sorta di realismo poetico, dove i protagonisti hanno lo stesso valore del contesto. Precursori del movimento possono essere individuati in fotografi come Eugène Atget, André Kertész, Robert Capa, Ergy Landau o come Brassaï. Non fu però un movimento esclusivo della fotografia. Alla fine della guerra, nel 1946, scrittori ed intellettuali come Jean-Paul Sartre e André Malraux abbracciarono l'esistenzialismo che in loro divenne una sorta di umanesimo ateo poiché, in una certa misura, fu una reazione al nazismo e alle atrocità che esso aveva fatto conoscere al mondo sia durante che dopo la guerra coi campi di sterminio. Fu l'espressione del ritorno ai valori che erano stati calpestati durante la guerra, come la dignità, i diritti dell'uomo, la tolleranza e l'uguaglianza. In questa accezione, Parigi, e non poteva essere altrimenti se consideriamo i principi universali che proprio la Rivoluzione francese aveva espresso, divenne la capitale di questo fenomeno ed attirò numerosi artisti, scrittori e fotografi da ogni parte del mondo. Peraltro, la famosa fotografia di Robert Doisneau, Il bacio nella piazza del municipio (Le Baiser de l'hôtel de ville), pubblicata su Life nel 1950, insieme ad altre immagini che mostrano gli amanti parigini, ha contribuito a dare la paternità del movimento a Parigi e alla Francia. La nascita della corrente fu, inoltre, facilitata anche dall'uscita, alla fine della guerra, di fotocamere leggere come ad esempio quelle a telemetro Contax IIa e IIIa oppure la reflex Contax S, anche se Leitz produceva le Leica a telemetro già da molti anni e nel '38 aveva prodotto la Leica III, che veniva considerata, però, rispetto alle Contax, meno precisa e maneggevole. Secondo alcuni, la cosiddetta Street photography attuale trae origine dalla fotografia umanista.
La fotografia documentaria (o documentaristica) è un'attività fotogiornalistica che si propone di riprodurre oggettivamente la società attraverso la cronaca per immagini della realtà quotidiana. Nacque in Inghilterra nel 1877, ad opera di John Thomson e Adolph Smith, due reporter londinesi che immortalarono i quartieri più poveri della città tra le pagine del volume Street life in London. Il libro riscosse grande successo, anche grazie alla particolare pubblicazione delle fotografie, stampate con la tecnica della woodburytipia. Il movimento acquistò grande rilevanza a partire dagli anni trenta, negli Stati Uniti: qui, complice il desolato clima della Grande depressione, acquisì una marcata dimensione sociale. Il presidente Roosevelt in persona istituì nel 1937 la Farm Security Administration (FSA), un centro di committenza fotografica che rilanciava l'esperienza dell'agenzia Rural Resettlement Administration, fondata nel 1935 allo scopo di documentare la recessione agricola dilagante nel Paese. La FSA si trasformò in una fucina collettiva di istantanee di povertà: operò fino al 1943, suscitando nel mondo fotografico la nascita di una vera e propria corrente di fotoreporter: Arthur Rothstein, Gordon Parks, Dorothea Lange, Todd Webb, Ben Shahn, Carl Mydans e Walker Evans furono solo alcuni tra i grandi fotografi che collaborarono al progetto. I negativi sono attualmente conservati presso la Library of Congress di Washington. Negli anni '60 e '70, Garry Winogrand e Lee Friedlander raccolsero l'eredità di Evans e setacciarono New York alla ricerca di elementi del quotidiano che fossero caratterizzanti, nell'ottica di una nuova fotografia sociale che cedeva il passo alla frenetica vita di quegli anni. Accanto alla tradizione statunitense, la fotografia documentaria trova un'espressione di impronta più europea nell'agenzia fotografica Magnum Photos, fondata nel 1947, che ha ampliato l'orizzonte di indagine all'America Latina, all'Africa e all'Asia, con un'attenzione alle specificità culturali dei singoli continenti oggetto del reportage, oltre che accogliendo stili fotografici fortemente originali. Tra i numerosi esempi dell'ampia attività dell'Agenzia, si può ricordare il lavoro del britannico George Rodger in Africa o nel lager di Bergen-Belsen alla fine del secondo conflitto mondiale, oppure gli scatti di Robert Capa sulla Guerra Civile spagnola.