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Sant'Elena è un'isola situata nell'oceano Atlantico centro-meridionale, a 15°55' di latitudine sud e a 5°42' di longitudine ovest e a circa 1 900 km dalla costa dell'Angola (Africa meridionale): costituisce un territorio britannico d'oltremare che comprende anche l'Isola di Ascensione e quelle di Tristan da Cunha ed ha avuto questo nome in onore di Sant'Elena di Costantinopoli. Scoperta dai portoghesi nel 1502, durante una spedizione a cui partecipò anche Amerigo Vespucci, a quel tempo l'isola era disabitata e a metà del XVII secolo passò per un breve periodo agli olandesi e poi definitivamente all'Inghilterra. È una delle più remote isole del mondo e per diversi secoli ebbe un'importanza strategica per le imbarcazioni che facevano rotta verso l'Europa dall'Asia e dal Sudafrica, oltre ad essere stata usata spesso dai britannici come luogo di esilio. È celebre per essere stata luogo dell'ultimo esilio di Napoleone, tra il 1815 fino alla morte, nel 1821. Longwood House, dove Napoleone risiedette, e Sane Valley, dove fu inizialmente sepolto, sono possedimenti del governo francese, ceduti dal Regno Unito nel 1858. Oltre a Napoleone Bonaparte, si ricordano tra gli altri Dinuzulu ka Cetshwayo (re degli Zulu) e più di 5 000 prigionieri boeri.
I millenni sono una collana editoriale di alto livello, fondata nel 1947 da Cesare Pavese e pubblicata da Giulio Einaudi Editore. Considerata la collana "ammiraglia" della casa editrice, ospita «classici da riscoprire o riproporre a una lettura attuale»; si contraddistingue per il respiro internazionale e l'assenza di vincoli geografici e temporali nella scelta dei titoli. Ideata personalmente da Pavese nel 1945 e da lui stesso diretta fino alla sua morte nel 1950, sostituì la collana Giganti varata nel 1942, ma uscita col solo titolo Le confessioni d'un italiano di Ippolito Nievo. Vi sono pubblicati generi letterari diversi: classici d'ogni tempo e di ogni paese, opere poetiche, saggi di storia, racconti di viaggi e raccolte di fiabe. L'impostazione editoriale promossa da Pavese era quella di integrare la cultura antica con quella contemporanea secondo la felice formula: «rendere contemporaneo Omero e insieme "classico" Hemingway». Dopo la morte di Pavese, la collana fu diretta da Daniele Ponchiroli, che incrementò e ampliò le pubblicazioni annue, presentate in una veste filologica, linguistica e grafica innovativa; divenne più forte l'attenzione all'Ottocento, mentre diminuirono i contemporanei. Un tratto emblematico fu l'attenzione per le fiabe, culminata nella pubblicazione delle Fiabe italiane di Italo Calvino. Ponchiroli entrò all'Einaudi per occuparsi assieme a Carlo Muscetta del Parnaso italiano, una serie di 11 volumi all'interno de I millenni, pubblicati fra il 1954 e il 1969. In seguito, la collana fu diretta da Carlo Carena. Numerati fino al n.57 del 1962, I millenni hanno poi assunto nuova veste e perduto la numerazione. Dagli anni sessanta la preziosa collana è definita anche dalla sue proprietà materiali: la carta usata è quella della cartiera Fedrigoni di Verona, produttore leader a livello mondiale nel settore della carta di lusso; i volumi sono tutti caratterizzati da un ricco apparato illustrativo e sono elegantemente rilegati in tela editoriale bianca con sovraccoperta illustrata a stampa, un'ulteriore protezione in acetato trasparente e cofanetto rigido coi piatti anch'essi illustrati a stampa e i tagli in tela marrone; il taglio superiore delle pagine è colorato di marrone e dello stesso colore è il nastrino segnalibro. Molti titoli vengono presentati, dopo qualche tempo, anche in altre collane einaudiane. Il responsabile odierno della collezione I millenni è Mauro Bersani.