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Quattro pezzi per pianoforte (Klavierstücke) Op. 119, sono quattro pezzi caratteristici per pianoforte composti da Johannes Brahms nel 1893. La raccolta è l'ultima composizione per pianoforte solista di Brahms. Insieme ai sei pezzi per piano op. 118, l'op. 119 fu presentata per la prima volta a Londra nel gennaio 1894.
Il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera. L'origine del termine è italiana ed è riferito alla possibilità di suonare note a volumi diversi in base al tocco, effetto non ottenibile in strumenti a tastiera precedenti, quali il clavicembalo.La tastiera è di norma composta da 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri. I bianchi rappresentano le note: do, re, mi, fa, sol, la e si. I neri individuano generalmente le alterazioni (note bemolli o diesis). Il pianoforte è il più diffuso strumento appartenente ai cordofoni a corde percosse; altri membri sono il clavicordo, oggi utilizzato prevalentemente per l'esecuzione filologica della musica d'epoca, e il fortepiano, progenitore del pianoforte. Il suono può essere modificato anche mediante pedali (solitamente tre), che azionano particolari meccanismi. In un moderno pianoforte a coda troviamo, da sinistra a destra, l'una corda, il tonale e quello di risonanza. Nei pianoforti verticali il pedale centrale aziona la sordina, che frappone una striscia di feltro fra le corde e i martelli per attutire il suono. Solo il primo e il terzo pedale sono presenti su tutti i pianoforti. Chi suona il pianoforte è chiamato pianista.
Johannes Brahms (pron. [ˈbrams]; Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco del periodo tardo-romantico. Il critico musicale Eduard Hanslick, contemporaneo del compositore, indicò in Brahms l'antagonista della "musica avveniristica" wagneriana, ascrivibile a quel filone neoromantico (al quale appartenevano anche Liszt e Berlioz) che intendeva trasferire nell'opera musicale i tratti letterari e collocava il fatto musicale all'interno di un programma che, affermando l'emancipazione rispetto al rigido impianto formale classico, ricercava una maggiore libertà espressiva.Il secondo romanticismo musicale tedesco, turbato dal titanismo estremo di Richard Wagner, è invece attraversato da una profonda intimità in Brahms, nel quale la severa continuità con la tradizione classica si armonizza con il ricorso ad accenti romantici. La musica brahmsiana, orientata a un vivido sinfonismo e segnata dal sistematico spirito di rivisitazione della struttura compositiva, meditata e sofferta, si accompagna alla tendenza a prediligere la spontaneità dei tratti della musica popolare viennese e ungherese. La trama musicale, adagiata nello spirito di riflessione e ripiegamento, esprime un senso di affettiva profondità e di dolcezza poetica (soprattutto nell'ultima produzione pianistica, sinfonica e cameristica).In realtà fu la critica a fare di Brahms un epigono del classicismo, contrapposto a Wagner. Il suo rifiuto dell'"avvenirismo" wagneriano e l'estraneità al teatro musicale ne fecero un esponente di un filone in controtendenza rispetto alle avanguardie. Dal punto di vista della tecnica musicale Brahms fu tuttavia moderno allo stesso modo dei moderni suoi presunti "concorrenti". Nella fusione delle tecniche e nella rivisitazione dei generi il musicista amburghese esprimeva la propria anima decadente (cioè profondamente consapevole di trovarsi sullo spartiacque di un mutamento culturale ed epocale) rivolta alla reinterpretazione del passato, ma in forme diverse e innovative. In proposito ha scritto Giorgio Pestelli: "La modernità di Brahms consiste prima di tutto nella sua ricchezza di spirito critico, di adeguatezza alla vastità della tradizione. Proprio per la sua cultura, Brahms ha capito che quel progresso esaltato dal mondo scientifico della sua epoca, in arte è un concetto fasullo, ha capito che ciò che conta non è fare una cosa, ma rifarla". (Giorgio Pestelli, Canti del destino. Studi su Brahms, Einaudi, Torino, 2000).
Edvard Hagerup Grieg (Bergen, 15 giugno 1843 – Bergen, 4 settembre 1907) è stato un compositore e pianista norvegese. È considerato il più grande compositore norvegese, conosciuto in particolare per il Concerto per pianoforte in La minore, le musiche di scena per il Peer Gynt di Henrik Ibsen (trasposte successivamente in due suite), per l'Holberg Suite e per molti dei suoi Pezzi lirici. Questi ultimi, composti tra il 1867 e il 1901 e raccolti in dieci quaderni, sono da considerarsi come il suo capolavoro.