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Re d'Italia (in latino Rex Italiae) è stato un titolo utilizzato da numerosi sovrani a partire dal Medioevo.
Giuseppe Maria Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – La Maddalena, 2 giugno 1882) è stato un generale, patriota, condottiero e scrittore italiano. Figura rilevante del Risorgimento, fu uno dei personaggi storici più celebrati della sua epoca. È noto anche con l'appellativo di «eroe dei due mondi» per le imprese militari compiute sia in Europa, sia in America Meridionale. Considerato dalla storiografia e nella cultura popolare del XX secolo il principale eroe nazionale italiano, iniziò i suoi spostamenti per il mondo come ufficiale di navi mercantili, per poi diventare capitano di lungo corso. La sua impresa più nota fu la vittoriosa spedizione dei Mille, che portò all'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d'Italia, episodio centrale nel processo di unificazione della nuova nazione. Massone di 33º grado del Rito scozzese antico ed accettato, favorevole all'ingresso delle donne in massoneria (tanto da iniziare sua figlia Teresita), ricoprì anche brevemente la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia; dichiaratamente anticlericale, fu autore di numerosi scritti, prevalentemente di memorialistica e politica, ma pubblicò anche romanzi e poesie.
I Garibaldi furono un'importante famiglia ligure, di cui l'esponente più conosciuto è Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi. La Val Graveglia, che abbraccia tutto il territorio del Comune di Ne, si ritiene la “culla dei Garibaldi”. Intere frazioni sono intrecciate di famiglie che hanno il cognome Garibaldi. Garibaldi, anche nella variante Giribaldi, sono presenti anche a Imperia.
Nel corso della spedizione dei Mille i rapporti fra Cavour e la spedizione di Garibaldi, furono spesso di natura conflittuale, nonostante che Cavour avesse consentito e agito in modo che si attuasse la spedizione guidata da Garibaldi per sbarcare in Sicilia e tentare una sollevazione anti-borbonica con l'aiuto degli insorti siciliani che, aveva assicurato Crispi, si sarebbero uniti ai volontari garibaldini. Nonostante la perdita di Nizza ad opera di Cavour, prima di partire per la Spedizione, Garibaldi, parlando al suo aiutante di campo Bandi, si espresse con i seguenti termini nei riguardi di Cavour: