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A Milano aveva sede il III corpo d'armata, comandato fin dal 1887 dal tenente generale Fiorenzo Bava Beccaris; il tenente generale Luchino Del Mayno era a capo della divisione Milano dal 1895.Le forze totali disponibili per il presidio di Milano ammontavano a circa 2 000 uomini di fanteria, 600 di cavalleria e 300 di artiglieria a cavallo. La situazione iniziale delle truppe, gli arrivi successivi e le partenze vennero indicati nella relazione sui moti di Milano stilata dal generale Luchino Del Mayno.
I moti di Milano furono una rivolta di una parte della popolazione di Milano contro il governo, che si svolse tra il 6 e il 9 maggio del 1898. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori che scesero in strada contro la polizia e i militari per protestare contro le condizioni di lavoro e l'aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti, come avvenne anche in altre città italiane nello stesso periodo. Le notizie da Milano portarono il governo a dichiarare lo stato d'assedio con il passaggio di poteri al generale Fiorenzo Bava Beccaris. Egli agì duramente fin dall'inizio per soffocare ogni possibile forma di protesta; l'utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco e, in particolare, di cannoni all'interno della città portarono il risultato desiderato, ma anche numerose vittime, spesso semplici astanti. I «cannoni di Bava Beccaris» passarono alla storia come simbolo di un'insensata e sanguinosa repressione. Gli avvenimenti furono considerati parte della reazione conservatrice alla svolta politica in atto all'epoca in Italia, «un colpo di coda, l'ultimo sussulto degli ambienti retrivi di Corte, della destra liberale incline al "principato costituzionale" alla prussiana, dei fautori della interpretazione restrittiva dello Statuto albertino».
Carlo Filangieri, principe di Satriano, duca di Cardinale, e di Taormina, barone di Davoli e di Sansoste, noto anche come principe di Satriano o Satriano (Cava de' Tirreni, 10 maggio 1784 – San Giorgio a Cremano, 9 ottobre 1867), è stato un generale e politico italiano, del Regno delle Due Sicilie. Figlio di Gaetano Filangieri, partecipò alle guerre napoleoniche nell'esercito francese: prese parte alla battaglia di Austerlitz e alla Campagna di Spagna. Trasferito nel Regno di Napoli per aver ucciso in duello un generale italo-francese, fu aiutante di campo di re Gioacchino Murat che lo nominò generale nel 1813. Dopo la restaurazione borbonica nel Regno delle Due Sicilie, fu reintegrato ed ebbe vari incarichi comandando con successo la Campagna per la riconquista della Sicilia (1848-1849). Rimase nell'isola come luogotenente fino al 1855. Nel periodo immediatamente precedente all'Impresa dei Mille fu Presidente del Consiglio del Regno delle Due Sicilie e ministro della Guerra (8 giugno 1859-16 marzo 1860). Durante tale carica si batté invano per un'alleanza del Regno delle Due Sicilie con il Piemonte e la Francia. Dopo l'unità collaborò con il governo del Regno d'Italia.