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Per cornice narrativa si intende una parte di testo all'interno della quale l'autore s'inserisce. Si ha in questo modo un racconto nel racconto; È usato nella novellistica: diverse novelle possono essere raccontate dai narratori descritti nello stesso testo ed essere quindi legate da un contesto comune. Il primo esempio si trova nella letteratura indiana nella raccolta Pañcatantra, scritta in sanscrito. Altri esempi esistono nella successiva letteratura indiana, come nella raccolta Kathasaritsagara del secolo XI. Le mille e una notte sono il più noto esempio di questo artificio letterario. Infatti l'opera caratterizzata da vari racconti è incorniciata dalla saggia Sharāzād che, condannata a morte, intrattiene il sultano per una notte intera con svariati racconti nel tentativo di rimandare l'esecuzione ed essere salvata. L'intrattenersi tra Sharāzād ed il sultano costituiscono la cornice, il resto dei testi sono le novelle; Libro de' sette savi, raccolta medievale di novelle di origine orientale; Il Decameron di Giovanni Boccaccio. È costruito interamente entro una cornice narrativa in cui i narratori, dei giovani, fuggono da un'epidemia di peste a Firenze: passano due settimane in un luogo ameno e appartato e, per trascorrere meglio il tempo, si raccontano le varie novelle: è questa la cornice dell'opera, mentre il resto del testo è costituito dalle cento novelle che si susseguono nell'opera. Tra una novella e l'altra, riemerge la cornice sotto forma di descrizione delle azioni o dei dialoghi dei dieci giovani; Il Pecorone di Giovanni Fiorentino (XIV secolo), raccolta di cinquanta novelle; Il Novelliere di Giovanni Sercambi (XIV secolo), raccolta di centocinquanta novelle; Le piacevoli notti, settantacinque novelle del bergamasco Giovanni Francesco Straparola (XV - XVI secolo); I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer. Un gruppo di ventinove pellegini partono dal Tabard Inn (Locanda del Tabarro) nel Southwark a Londra e si recano in pellegrinaggio alla tomba di san Tommaso Becket posta nella Cattedrale di Canterbury. Il narratore si unisce a loro e l'oste suggerisce ai pellegrini di raccontare delle novelle durante il cammino; gli Ecatommiti di Giambattista Giraldi Cinzio (XVI secolo); Lo cunto de li cunti; raccolta di fiabe di Giambattista Basile (secolo XVII).
Il XVII secolo inizia nell'anno 1601 e termina nell'anno 1700 incluso.
Siviglia (in spagnolo Sevilla) è una città della Spagna di origine ibero-punica. Situata nella parte sud-occidentale della penisola iberica, nell'Andalusia di cui è capoluogo, la città sorge sulle rive del fiume Guadalquivir. Con 688 711 abitanti è la quarta città della Spagna per popolazione. La sua area metropolitana conta 1 508 605 abitanti. Considerata il centro artistico, culturale, finanziario, economico e sociale della Spagna meridionale, è una città di notevole interesse turistico, grazie ai numerosi monumenti, piazze, giardini e alla fervente vita notturna. In particolare la Giralda, la Cattedrale, l'Alcázar e l'Archivio delle Indie sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987.
Félix Lope de Vega y Carpio (Madrid, 25 novembre 1562 – Madrid, 27 agosto 1635) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo. Vissuto nel siglo de oro spagnolo, fu incredibilmente prolifico ed è nel numero ristretto dei più famosi autori di teatro del mondo. Lope de Vega coltivò ogni tipo di genere letterario, con l'eccezione del romanzo picaresco. La sua vita e la sua opera furono caratterizzate del resto sempre da estrema esuberanza. Fu amico di Quevedo e di José de Valdivielso, ma anche rivale di Alarcón e Cervantes. Lo stesso Cervantes lo definì monstruo de naturaleza, ossia "prodigio della natura", per la sua facilità nello scrivere. In effetti il suo catalogo è quanto mai cospicuo. Scrisse oltre tremila sonetti, tre romanzi, quattro racconti, nove epopee, tre poemi didattici, varie centinaia di commedie, addirittura milleottocento, secondo il catalogo di Juan Pérez de Montalbán, suo allievo e primo biografo. Lo studioso Rennert y Castro porta il catalogo a settecentoventitrè opere, di cui settantotto di attribuzione errata o dubbia, duecentodiciannove perdute, cosicché il repertorio drammatico di Lope si "ridurrebbe" oggi a quattrocentoventisei opere.
La vedova valenzana o L'arte di nuotare e sistemare i vestiti è un'opera teatrale di Lope de Vega scritta tra il 1595 e il 1600 e pubblicata nel 1620 nella Parte XIV delle commedie.
L'Adone è un poema di Giovan Battista Marino, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1623 presso Oliviero di Varennes. L'opera descrive le vicende amorose di Adone e Venere e costituisce uno dei poemi più lunghi della letteratura italiana (5.124 ottave, per un totale di 40.984 versi, poco più dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto ma tre volte la Divina Commedia e la Gerusalemme liberata). Dedicato a Luigi XIII, re di Francia, esso è composto da venti canti ed è preceduto da una lettera indirizzata alla regina Maria de' Medici, fiorentina, perché interceda presso il giovane re; la lettera è preceduta a sua volta da una prefazione del critico francese Jean Chapelain in cui il poema, del tutto fuori da ogni canone rinascimentale, viene giustificato come 'poème de la paix' (poema della pace), epico ma non eroico. Ogni canto è preceduto dagli Argomenti in prosa, composti da Fortuniano Sanvitale, e da Allegorie attribuite a don Lorenzo Scoto e che dovrebbero spiegare il significato morale del testo (il cui insegnamento, come detto nel proemio, è: smoderato piacer termina in doglia). Ogni singolo canto è fornito di un titolo e di un proemio di sei ottave. Il proemio del primo canto è di dodici ottave.
Il dibattito sull'attribuzione delle opere di Shakespeare consiste nella controversia, iniziata nel diciottesimo secolo, sul fatto che le opere attribuite a William Shakespeare di Stratford-on-Avon possano essere state scritte da altro autore o da un gruppo di letterati. Sono stati proposti numerosi candidati, tra cui, primo fra tutti, Henry Wriothesley, e poi Francesco Bacone, Christopher Marlowe, Robert Devereux, William Stanley, Edward de Vere e Giovanni Florio.