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Il Giardino di Boboli è un parco storico della città di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino, che accoglie ogni anno oltre 800.000 visitatori, è uno dei più importanti esempi di giardino all'italiana al mondo ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità romane al XX secolo. Il giardino di Boboli è uno dei più famosi giardini della penisola. I giardini furono costruiti tra il XVI e il XIX secolo, dai Medici, poi dagli Asburgo-Lorena e dai Savoia, e occupano un'area di circa 45.000 m². Alla prima impostazione di stile tardo-rinascimentale, visibile nel nucleo più vicino al palazzo, si aggiunsero negli anni nuove porzioni con differenti impostazioni: lungo l'asse parallelo al palazzo nacquero l'asse prospettico del viottolone, dal quale si dipanano vialetti ricoperti di ghiaia che portano a laghetti, fontane, ninfei, tempietti e grotte. Notevole è l'importanza che nel giardino assumono le statue e gli edifici, come la settecentesca Kaffeehaus (raro esempio di gusto rococò in Toscana), che permette di godere del panorama sulla città, o la Limonaia, ancora nell'originario color verde Lorena. Il giardino ha quattro ingressi fruibili dal pubblico: dal cortile dell'Ammannati di Palazzo Pitti, dal Forte di Belvedere, da via Romana (l'ingresso di Annalena) e dal piazzale di Porta Romana, oltre a un'uscita "extra" su piazza Pitti.
Sebbene la coltivazione delle piante per l'alimentazione umana e per gli animali risalga all'epoca preistorica e una prima idea di giardino possa farsi risalire ad un grafogramma sumero del 3000 a.C., raffigurante un triangolo con al centro disegnato un albero, le prime testimonianze dell'esistenza di giardini ornamentali realmente compiuti sono da considerarsi le pitture murali egiziane del 1500 a.C.. I giardini più rinomati del mondo occidentale antico furono i giardini di Tolomeo ad Alessandria d'Egitto e grande influenza ebbe la tradizione di giardinaggio importata a Roma da Lucullo. Le pitture murali di Pompei, insieme ai resti archeologici, sono testimonianze degli sviluppi elaborati che portarono anche alla costruzione di enormi giardini grazie alla grande ricchezza dei romani. I resti di alcuni di questi grandi giardini sono ancora oggi visibili, come ad esempio presso Villa Adriana a Tivoli. Purtroppo durante il XVI e il XVII secolo le antiche ville romane furono letteralmente spogliate dei loro marmi e delle loro statue, che furono portate in altri giardini patrizi, cardinalizi o papali. Da qui il detto "Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini". Bisanzio e la Spagna moresca mantennero vive le tradizioni dopo il VI secolo. Nel frattempo una tradizione di giardinaggio si era autonomamente sviluppata in Cina, e poi in seguito da qui in Giappone, dove si tradusse nella creazione di giardini aristocratici che riproducevano paesaggi in miniatura centrati attorno a laghetti oppure dei severi giardini zen presso i templi. In Europa, l'arte del giardino rinacque durante il XIII secolo in Languedoc e nell'Île-de-France, e poi nei giardini delle ville italiane nel primo Rinascimento. I parterre francesi, la cui tradizione risale alla fine del XVI secolo ebbe il suo massimo fulgore nelle interpretazione che ne diede André Le Nôtre nella progettazione dei principali giardini nobiliari di Francia (si veda a tal proposito il delizioso film "Le regole del caos" di Alan Rickman, del 2014). Nel XVIII secolo il giardino di paesaggio inglese aprì nuove prospettive. Il XIX secolo vide il fiorire del revival dei giardini storici e la nascita dei giardini romantici di cui una delle espressioni più note è quella dei cottage garden inglesi. Dal XX secolo l'architettura dei giardini si evolvette integrandosi e sovrapponendosi con le nuove discipline dell'urbanistica, con il design, con l'arte delle installazioni, delle performance e della Land Art.
Palazzo Pitti è un imponente palazzo rinascimentale di Firenze. Si trova nella zona di Oltrarno, a breve distanza da Ponte Vecchio. Il nucleo originale dell'edificio risale al 1458, come residenza urbana del banchiere Luca Pitti. Il palazzo fu quindi acquistato dalla famiglia Medici nel 1549 e divenne la residenza principale dei granduchi di Toscana, prima medicei e dal 1737 Asburgo-Lorena. A seguito dell'unità d'Italia, svolse il ruolo di palazzo reale per Casa Savoia nel quinquennio in cui Firenze fu capitale del Regno d'Italia (1865-70). Nel 1919 Vittorio Emanuele III lo donò allo Stato: da allora è un museo statale. Al suo interno è infatti ospitato un importante insieme di musei: la Galleria palatina, sistemata secondo il criterio della quadreria settecentesca, con capolavori di Raffaello e Tiziano; gli Appartamenti reali, l'appartamento della Duchessa d'Aosta e il quartiere del Principe di Napoli (ordinariamente non visitabili dai turisti); la Galleria d'arte moderna (con le opere dei macchiaioli), e altri musei specializzati: il Tesoro dei granduchi, dedicato all'arte applicata; il Museo della moda e del costume, il maggiore museo italiano dedicato alla moda; il Museo delle porcellane e il Museo delle carrozze. Il palazzo è completato dal Giardino di Boboli, uno dei migliori esempi al mondo di giardino all'italiana. Dal 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali ha riunito entro un'unica amministrazione palazzo, giardino e Galleria degli Uffizi, creando le Gallerie degli Uffizi, un nuovo ente dotato di autonomia speciale.
Il giardino è uno spazio progettato, di solito all'aperto, riservato alla vista, alla coltivazione botanica e al godimento di piante e altre forme naturali. Il termine deriva da una radice indogermanica: Gart o Hart, con il significato di "cingere, circondare"; per definizione storica è quindi una porzione di superficie delimitata. Il fatto che i giardini (soprattutto quelli molto antichi) siano sempre cintati ha determinato una confusione sull'origine del termine, il cui significato è "cingere", non "custodire, sorvegliare, fare la guardia", come a volte (erroneamente) si legge. Neanche il greco e il latino avevano dei termini univoci per indicare il giardino, e sia la parola "hortus" (latino) che "Kepos" (greco), indicano uno spazio delimitato, chiuso. I latini avevano altri termini per definire i giardini, a seconda della funzione: "viridarium" era il vivaio dove si producevano e accudivano nuove piante, il "pomarium" era il frutteto, il "nemus" una boscaglia non totalmente irregimentata dove si celebravano riti sacri, come il Bosco di Nemi. Tali boschi, frequenti durante l'epoca precristiana, venivano chiamati anche "lucus". Si dà spesso per scontato che i giardini siano a cielo aperto, ma la critica contemporanea ha sollevato obiezioni su questo ed è indiscutibile che esistano alcuni giardini lodevoli anche in luoghi non a cielo aperto. Il giardino è nato con lo scopo di coltivare piante da frutto, da fiore o semplicemente ornamentali. Il giardino solitamente è situato in prossimità di edifici privati o pubblici, ma può trovarsi anche isolato da questi, prendendo il nome di parco nei casi più estesi. Nell'accezione comune quando si parla di giardino si intende solitamente quello di tipo ornamentale, mentre si usa il termine orto per indicare quello in cui si coltivano ortaggi a scopo alimentare (orticoltura).
La Kaffeehaus del giardino di Boboli a Firenze è un padiglione, all'interno del giardino, costruito dal 1776 circa, su disegno di Zanobi Del Rosso, per ordine di Pietro Leopoldo, che vi si recava con la sua corte a prendervi il caffè secondo la moda del tempo.
Il giardino giapponese (日本庭園 nihon teien?) è un giardino tradizionale il cui progetto è basato sull'estetica e le idee filosofiche giapponesi, evitando ornamenti artificiali e sottolineando vedute naturali. Piante e materiali invecchiati dal tempo sono generalmente usati dai progettisti dei giardini per suggerire antiche e lontane vedute e per esprimere la fragilità dell'esitenza così come l'inarrestabile avanzata del tempo.Per secoli i giardini giapponesi si sono sviluppati sotto l'influenza dei giardini cinesi, ma a partire dal Periodo Heian i progettisti di giardini giapponesi cominciarono a sviluppare i loro stili, basati su materiali della cultura giapponese. Durante il periodo Edo, dal XVII al XIX secolo, il giardino giapponese raggiunge il suo massimo livello e cristallizzò le sue forme in aspetti distinti, in particolare nello stile cosiddetto kaiyū shiki (回遊式庭園? "stile passeggiata") caratterizzato da una forte complessità compositivi e diffuso fra i giardini laici. Successivamente, a partire dalla fine del XIX secolo, i giardini giapponesi hanno iniziato a modellarsi fondendosi con le influenze occidentali. I giardini laici degli imperatori e nobili sono stati progettati per la ricreazione e il piacere estetico, mentre i giardini religiosi di templi buddhisti sono stati progettati per la contemplazione e la discussione filosofica, in particolare con riferimento al mappō; una terza categoria intermedia è costituita dai giardini delle case per la cerimonia del tè. La credenza popolare per cui i giardini giapponesi servano per la meditazione è errata, dato che le pratiche ascetiche buddhiste si svolgono sempre al chiuso in specifici edifici chiamati zendō (禅堂?) e mai all'aperto.
Giardini-Naxos (Giaddina in siciliano) è un comune italiano di 9 137 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia, nono comune più grande della città metropolitana, distante circa 40 chilometri a sud-ovest da Messina e circa 39 chilometri da Catania. Anticamente chiamata Naxos, al vecchio nome del comune (Giardini), su proposta della Pro Loco recepita dal consiglio comunale, con legge regionale n. 13 del 1978 si aggiunse "Naxos" per ricordare la sede dell'antica colonia greca, e quindi il nome divenne Giardini-Naxos; il 1º gennaio 1847 ottenne l'autonomia da Taormina.
La fontana del Bacchino, o fontanella del Nano Morgante, si trova nel giardino di Boboli a Firenze, nella zona a nord-est di palazzo Pitti sulla parete dove passa il Corridoio Vasariano a poca distanza dall'uscita del giardino su piazza Pitti. La scultura è in marmo bianco ed è alta 116 cm.
Firenze (AFI: /fi r n e/; ; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjo r n a/; Florentia in latino) un comune italiano di 379 194 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della citt metropolitana con una popolazione di 1 011 349 abitanti, ottavo comune italiano per popolazione e il primo della Toscana, cuore dell'area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia, una conurbazione che conta oltre 1 520 000 abitanti. Nel Medioevo stata un importante centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell'et moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, con il governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati pi ricchi e moderni. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della cultura hanno fatto della citt un crocevia fondamentale della storia italiana ed europea. Nel 1865 Firenze fu proclamata capitale del Regno d'Italia (seconda, dopo Torino), mantenendo questo status fino al 1871, anno che segna la fine del Risorgimento. Importante centro universitario e patrimonio dell'umanit UNESCO dal 1982, considerata luogo d'origine del Rinascimento la consapevolezza di una nuova era moderna dopo il Medioevo, periodo di cambiamento e "rinascita" culturale e scientifica e della lingua italiana grazie al volgare fiorentino usato nella letteratura. universalmente riconosciuta come una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonch rinomata tra le pi belle citt del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei tra cui il Duomo, Santa Croce, Santa Maria Novella, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. Di inestimabile valore i lasciti artistici, letterari e scientifici di geni del passato come Petrarca, Boccaccio, Brunelleschi, Michelangelo, Giotto, Cimabue, Botticelli, Leonardo da Vinci, Lorenzo de Medici, Machiavelli, Galileo Galilei e Dante Alighieri, che fanno del centro storico di Firenze uno dei luoghi con la pi alta concentrazione di opere d'arte al mondo. La ricchezza del patrimonio storico-artistico, scientifico, naturalistico e paesaggistico rendono il centro e le colline circostanti un vero e proprio "museo diffuso".