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De componendis cifris o De cifris è un trattato di Leon Battista Alberti del 1466 ca. che rappresenta una svolta nella tecnica crittografica occidentale.
Le costruzioni in terra cruda sono architetture costruite utilizzando la terra come materiale da costruzione.
Cosimo Bartoli (Firenze, 20 dicembre 1503 – Firenze, 25 ottobre 1572) è stato un umanista, scrittore e filologo italiano. Nella sua multiforme attività letteraria si occupò di svariati argomenti, tra cui agrimensura, geometria, letteratura e storiografia. Viene ricordato per la sua opera di traduzione e divulgazione dei trattati di Leon Battista Alberti tra cui De Statua e De architectura.
La Biblioteca Malatestiana di Cesena fu fondata a metà del XV secolo grazie agli sforzi congiunti del signore della città, Domenico Malatesta, e dei frati francescani del locale convento che ospitarono nei propri edifici la raccolta di libri: questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Prima del suo genere, crebbe per fama e importanza nel corso dell'età moderna e raccolse diverse opere manoscritte, incatenate a una serie di plutei collocati nell'Aula del Nuti. Il suo patrimonio sopravvisse all'occupazione francese e alla trasformazione della biblioteca in caserma/stalla (1797-98) grazie agli sforzi della cittadinanza che riebbe indietro il complesso conventuale qualche anno dopo: nel 1807 la Malatestiana fu ristabilita nel suo stato originale, da allora lasciato invariato. Infatti si era sviluppata una biblioteca comunale (detta Malatestiana nuova) che, nel corso del XIX secolo, fu via via ampliata negli spazi e nella raccolta, diventando un'istituzione aperta a tutti. Sopravvissuta indenne alla seconda guerra mondiale e oggetto di restauri e valorizzazioni, nel 2005 l'UNESCO riconobbe la grande importanza culturale e storica della Malatestiana antica, inserendola nel Registro della Memoria del mondo. Tra vecchia e nuova biblioteca, la Malatesiana conserva quasi 380 000 volumi, comprese migliaia di opere manoscritte di grande valore, oltre a migliaia di quotidiani, riviste, fotografie, lettere. Inoltre vi ha sede la Società di Studi Romagnoli, istituzione fondata nel 1949.